Osare fiducia e responsabilità

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2 risposte

  1. stefano.dandrea ha detto:

    Non mi sembra che la fiducia si ponga "agli antipodi da tutto ciò che ruota attorno alla voce burocrazia, cioè all'organizzazione di persone e risorse destinate alla realizzazione di un fine collettivo secondo criteri di razionalità, imparzialità, impersonalità". Né è vero che "La burocrazia comporta un dispendio di energie di gestione e controllo: definire, organizzare, sistematizzare, processare, autorizzare, rendicontare".

    Muovo dal secondo profilo. Esistono innumerevoli scopi non raggiungibili senza una organizzazione di persone e risorse: lo Stato, gli enti territoriali, i grandi partiti nazionali sono organizzazioni.Ma anche una federazione scacchistica nazionale o qualsiasi altra organizzazione di dimensioni notevoli o alla quale partecipano persone numerose e che non si conoscono implicano autorizzazioni, rendiconto, procedimenti. Direi che, come vogliamo uscire fuori da noi stessi e avere rapporti con gli altri, dobbiamo creare o partecipare ad associazioni o istituzioni o organizzazioni collettive burocratiche.

    Nego dunque risolutamente che per ogni fine si ponga l'alternativa: burocrazia fiducia. Per la maggior parte dei fini collettivi, per la realizzazione dei fini generali o pubblici, la burocrazia è una necessità imprescindibile e la lotta ideologica contro la burocrazia una patologia grave o un maleficio pericioso da combattere senza esitazione.

    In secondo luogo, anche dentro le necessarie, benefiche, benemerite organizzazioni che superano l'individuo, ossia dentro le istituzioni burocratiche, la fiducia è elemento essenziale, sia nei rapporti tra membri dell'istituzione, sia nei rapporti tra organi o uffici e utenti, clienti, soggetti interessati, beneficiari, fornitori. Sotto il secondo profilo,l'importante è che la sanzione sia grave, certa e immediata contro chi tradisce la fiducia. Sotto il primo profilo, il metodo della cooptazione, che è la fiducia al massimo livello, è sempre stato fondamentale sia nella grande università (ormai di altri tempi) sia nella formazione della classe dirigente politica e amministrativa. Ogni grande uomo di stato, ogni grande ambasciatore o direttore di ministero, ogni grande scienziato o docente, ogni grande uomo politico ha avuto un (grande) protettore.

    Complessivamente un articolo che non condivido, sia perché rischia di partecipare alla ideologia antiburocratica e individualista, sia perché contrappone due concetti che si pongono su piani diversi, che hanno ragion  d'essere diverse e che si compenetrano, nel senso che uno, la fiducia, è elemento essenziale del buon funzionamento dell'altro, la burocrazia.

    • Sento la reazione di Stefano forte, che trascende quanto ho inteso esprimere.

      L’intenzione è quella di evidenziare come, in questo momento storico, c’è il rischio di strumentalizzare la burocrazia, che rimane in sè uno strumento utile. Il rischio cioè è di barricarsi dietro di essa (ampliando a dismisura il suo utilizzo anche occupando spazi impropri) per ostacolare il cambiamento necessario.

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