Commento sovranista alle elezioni europee

Potrebbero interessarti anche...

25 risposte

  1. chiaraped ha detto:

    Adesso che risulta più che mai evidente che l'astensione dei noeuro di facciata, quelli che voglion uscire ma solo da sinistra, quelli che prima si fa il movimento dal basso, quelli che voglion cambiare le cose ma son troppo puri per sporcarsi le mani con la realtà, ha portato al trionfo la troika in Italia, abbiate il buon gusto di vergognarvi.

    • stefano.dandrea ha detto:

      Chiapared,

      le elezioni europee non servivano a una mazza. Non cambiava niente anche se il M5s avesse preso il 26% e il PD il 29% con Forza Italia al21%.

      Un sovranista che ha votato la razzista lega, che flirta con i secessionisti, o è sciocco o è scioccato. E' vero che c'era Borghi. Ma Borghi poteva essere votato, al più, se si candidava con Forza Italia, non con la lega. La Lega deve scomparire. A noi interessa chi è scioccato, non gli sciocchi, e ci siamo limitati a drigli che stava facendo un grossolano errore: ci attendiamo che alcuni – che sentitisi deboli, hanno fatto una scelta sbagliata: gli scioccati, appunto – ora, anche senza riconoscere l'errore, ma continuando a credere di aver compiuto l'azione strategicamente utile, vengano a darci una mano. Sei una sciocca o una scioccata? Da come ti esprimi e da come sei aggressiva credo che tu appartenga alla prima categoria.

      Un sovranista che vota Fratelli d'Italia o è un identitario e non ci interessa o è un vero sovranista scioccato. Sappiamo bene che il movimento sovranista deve considerare l'Italia una nazione dando precedenza agli elementi storico-culturali-linguistici e non agli elementi etnici. Quando prenderemo posizione sul problema degli stranieri, vedrai che saranno posizioni giuste ed equilibrate, per niente liberiste: ostili al multiculturalismo e alle teorie capitalistiche del meticciato (anche se le sostiene Toni Negri sono capitalistiche). Ma il problema sono le norme, i flussi, la programmazione, l'imposizione di obblighi, la capacità di essere accoglienti inizialmente e severi successivamente, non le identità raziali. Il confine è stretto e quindi, se vogliamo costruire qualcosa di nuovo e di importante, dobbiamo evitare che si rafforzino tendenze sbagliate o pericolose.

      Sovranisti che abbiano votato la lista Tsipras non credo ve ne siano. Quindi il risultato di questa lista mi è indifferente. Mi incoraggia il fatto che in questi due o tre mesi ho intravisto  e in parte conosciuto minoranze attive e intelligenti che hanno definitivamente chiuso con la sinistra radicale e che si sono davvero avvicinate a una prospettiva sovranista e costituzionale.

      Se il PD in una scala da 0 a 10 vale 0, il M5S vale 1. In questi mesi abbiamo analizzato ad uno ad uno i difetti, anche gravissimi, di questo nuovo movimento e li abbiamo illustrati. In molti si sono dispiaciuti per ciò che scrivevamo ma nessuno ha mai contestato e contro-argomentato le nostre osservazioni. Il M5S non è il partito della rivoluzione italiana è il simbolo della decandenza. Non vale un centesimo del partito di Farage e del FN. Il risultato che ha avuto dimostra che la spinta propulsiva si è esaurita. I 2/3 dei voti che prende sono solo parcheggiati presso il M5S. I sovranisti che lo hanno votato hanno sbagliato. Visto che le elezioni europee non servivano a niente ma al più soltanto a dare un messaggio, avrebbero dovuto dare il seguente messaggio: M5S non vali niente, non sei il partito della rivoluzione italiana e io concorro a dimostrarlo astenendomi.

      L'astensionismo in Italia è cresciuto dell'8%. Se si considera che circa un terzo degli italiani era chiamato a votare per le amministrative e che il voto per le amministrative ha portato con sé anche il voto per le europee, credo si possa ipotizzare che nei comuni nei quali non si votava per le amministrative, l'astensionismo sia stato anche maggiore.

      Una parte rilevante di quell'8% è astensionismo politico, astensionismo di cittadini che hanno passione per la politica e che non trovano un'offerta politica che li spinga a dire: "approvo e votando mi assumo la piena e totale responsabilità della linea politica di questo partito, linea che complessivamente condivido" (questo significa dare un voto, non altro, se il voto è qualcosa che ha senso, logicamente e moralmente). Una parte di questo astenionismo politico è astensionismo sovranista. C'è dunque lo spazio per creare l'offerta politica che manca. Creata l'offerta politica, alle prossime elezioni la metà dei voti del M5S andrebbe al partito sovranista.

  2. aaron ha detto:

    "Adesso che risulta più che mai evidente che l'astensione dei noeuro di facciata, quelli che voglion uscire ma solo da sinistra, quelli che prima si fa il movimento dal basso, quelli che voglion cambiare le cose ma son troppo puri per sporcarsi le mani con la realtà, ha portato al trionfo la troika in Italia, abbiate il buon gusto di vergognarvi." stai parlando di qualcosa che non è ARS ARS non pone uscita da destra o sinistra ARS non vuole fare il movimento, ma il partito. ARS è già nel fango,non ci sporchiamo le mani per fare vedere che abbiamo lavorato ARS non ha colpe perche ha 270 iscritti che manco spostano la percentuale di voto in nessun comune sotto i 1000 abitanti cosa pretendi da ARS ? che ti cambi la vita mentre sei a casa ? ora piangete pure perche pensavate di picchiare i pugni con una x su un pezzo di carta, ma non dateci colpe, la metà degli italiani che non ha votato non l'ha fattto perchè l'ha detto ARS ma perchè non gliene frega niente del Parlamento Europeo.. ..e vergognati tu ! saluti

  3. Gianluigi Leone ha detto:

    Anche io mi sono astenuto dal voto. Ti dirò di più, per me è stata una gioia non votare per il parlamento più inutile e offensivo della storia. Ci siamo incontrati in campagna tra soci e amici, e abbiamo fatto un solenne brindisi all'Italia libera e sovrana, consapevoli del lungo e paziente lavoro da affrontare da qui al vero appuntamento da non mancare: le politiche del 2018. Sottolineo LAVORO. Perché è con il lavoro umile e costante di tanti patrioti che ci libereremo, non certo con le tue chiacchiere e la tua aggressività. Vieni qui a predicare di "sporcarsi le mani con la realtà"… Ebbene qui si cerca da tempo di costruire una realtà con il contributo di tanti. E quanto realizzato finora è il frutto di mesi e mesi di sacrifici (non tuoi) che tu evidentemente disprezzi o non ritieni importanti, cara anonima che non hai neanche il coraggio di disvelarti. Saluti

  4. stefano.dandrea ha detto:

    Inserisco una critica ricevuta da un amico su Comedonchisciotte e la mia replica, critica e replica che credo interessanti per i lettori.

    CRITICA

    Stefano, se è caduto il 5 Stelle significa che in Italia la gente è contenta della situazione, tutto qua.
    Quello che vi sfugge è che queste elezioni dovevano dimostrare una sola cosa e cioè che il popolo esige di avere voce in capitolo; invece hanno vinto Renzi e l'astensione ossia l'opportunismo e il disimpegno. A questo, avendo letto con attenzione molti post dell'ARS, voi non avete nulla da opporre a questo stato di cose e anzi vi siete astenuti ossia avete rifiutato un aiuto all'unica opposizione che cercava faticosamente di formarsi in Italia.
    Il M5S non è il partito della rivoluzione perché gli italiani la rivoluzione non la vogliono ma non solo, questo è il grave, quelli che la vorrebbero pretendono che sia come dicono loro e come vedi dai risultati, il fronte anti sistema perde sfrangiato in mille rivoli di inconsistenza e ininfluenza politica.
    Ora "gli altri" riserveranno a voi lo stesso trattamento di indifferenza sprezzante che avete riservato ai 5 Stelle.
    L'Italia non è un popolo né un Paese come invece hanno dimostrato di essere Francia e Regno Unito, dovrete fronteggiare questa realtà di cui avete dimostrato di essere pienamente parte.
    Come dice Giancarlo le chiacchiere stanno a zero, giudicheremo dai fatti.
    Il 25 maggio ha sancito la mediocrità di una nazione intera.

    REPLICA

    noi ci siamo posti un obiettivo di medio periodo, ci siamo impegnati molto e credo anche con buoni risultati, non tanto per la qualità delle persone che sono entrate, che so essere elevatissima ma ovviamente gli estranei questo non possono saperlo, bensì anche per la quantità dei soci e soprattutto dei soci attivi. Anche la quantità dei soci è poco visibile all'esterno ma il fatto che abbiamo organizzato oltre 80 (ottanta) incontri, convegni, assemblee riunioni in tantissime città d'Italia è oggettivo e visibile sul nostro sito (nella rubrica incontri). Vedrai che a Roma l'8 giugno saremo tanti quanti sono stati i presenti all'utimo convegno di Bagnai (o giu' di lì), che ha un blog seguitissimo, è andato tantissime volte in televisione e scrive su il fatto quotidiano. Quindi qualcosa abbiamo oggettivamente realizzato, lavorando, come abbiamo deciso, sottotraccia, nel costruire rapporti umani e fuori dalla rete.

    Non credo che ci si possa rimproverare la scelta del duro lavoro di militanza, che punta ad aggregare forze politiche sovraniste per le politiche del 2018. Se non la facevamo e se non la faranno altri, al prossimo appuntamento staremo nella medesima situazione del 2013? Chi può desiderare una cosa del genere?

    Noi non vogliamo un partito "come diciamo noi". Anzi abbiamo sempre detto di voler dar vita semplicemente a una "frazione" del futuro partito sovranista. E infatti in assemblea abbiamo invitato tre piccoli movimenti che parteciperanno alla tavola rotonda pomeridiana e che stanno tentando di darsi da fare fuori dalla rete (altri, che abbiano questa caratteristica, non siano nettamente identitari e perseguano una prospettiva frontista, non li conosciamo).

    Sinceramente, se i 35000 pentastellati che hanno partecipato alle parlamentarie europee (con 5000 candidati: uno su sette: hai notato l'individualismo? e l'assenza di comunità, anche parziali, come per esempio i "pentastellati sovranisti?) non sosterranno mai la prospettva sovranista, non ci importa nulla. Nemmeno ci interessa il milione di fanatici pentastellati. Il partito sovranista dovrà essere interessato agli altri 4 milioni e mezzo di voti, che sono parcheggiati nel M5S soltanto perché i pentastellati non sono responsabili dello sfascio e sono nuovi (caratteristiche, queste, che avrebbe ogni movimento o partito nuovo e nato dal basso).

    Concordo che l'Italia è indietro ma non molto indietro rispetto a 25 nazioni sulle altre 27.
    Escluse Francia ed Inghilterra, non c'è nessuna seria e potente reazione all'Unione europea. "Euroscetticismo" è una parola vaga e intollerabile, per il rischio di ipocrisia. I partitucci liberali dell'8-12%, presenti in piccoli stati, partiti che sono "euroscettici", non dovrebbero interessare né noi dell'ars né te. Paradossalmente sono andati molto bene soltanto i due movimenti veramente sovranisti, quello inglese e quello francese.

    Noi siamo sovranisti, non euroscettici.

  5. chiaraped ha detto:

    La lega è l’unico partito che si presenta in primo luogo come contraria all’euro. Per questo l’ho orgogliosamente votata, perché uscire dalla gabbia della recessione economica e democratica è la priorità. Che debba scomparire perché di destra rende conto dei risultati mediocri di queste elezioni e della saccenza che anima tanti
    reduci pseudointellettuali di sinistra. Avanti col vs partito autoreferenziale, nei tempi che vi paiono più congrui che non c’è fretta, che è evidente che questa è per voi la
    priorità.

  6. stefano.dandrea ha detto:

    Non ho scritto che la lega deve scomparire perché è di destra. Dove lo hai letto? Ho scritto che deve scomparire perché è razzista e flirta con i secessionisti.

  7. Giampiero Marano ha detto:

    Aumentano gli astenuti, cresce il potenziale bacino elettorale di un partito sovranista. Italiano, non padano.

  8. Luciano Del Vecchio ha detto:

    Non sono andato a votare, pienamente convinto d’aver preso la decisione giusta, perché non è accettabile né sopportabile eleggere persone per mandarle non in un parlamento ma in un eurocazzeggiatoio. Gli ultimi commenti brusselliani confermano che lì non sono affatto preoccupati del fatto che l’eurofinzione democratica sarà composto per un terzo da euroscettici, sia perché il partito popolare e quello socialista che compongono, anche lì, la coalizione unica di maggioranza, li rassicurano ampiamente; sia perché Barroso, Rompuy e Junker possono permettersi il lusso di lasciare sbraitare gli ospiti quanto vogliono, tanto sanno che comunque quell’ampio salotto non conta nulla sul piano legislativo e la loro presidenza di turno li degnerà di ironici e irriguardosi sorrisetti: lo stesso trattamento riservato in questi anni anche al pur bravo Farage.

    Per quanto riguarda i risultati, osservo che Renzi ha superato il maestro Berlusconi; ha saputo vendere e va riconosciuto che il risultato è stato commercialmente raggiunto: è riuscito a mantenere i voti dello zoccolo duro del PD, quello antico, il più ottuso (lo stesso che Renzi massacrerà socialmente nel prossimo triennio); ha recuperato quella parte di elettorato ex berlusconiano che era transitato da Grillo nelle ultime elezioni nazionali; e non mi sorprenderei se scoprissi che ha raccolto qualcosina perfino tra lo stesso elettorato di Berlusconi, che ora cerca protezioni politiche e finanziamenti nella nuova forzitalia renziana. Effettivamente il marketing ha funzionato. Da qui al 2018 Renzi ha tutto il tempo per modificare la composizione sociale dell’elettorato del “suo” partito. Da oggi non sentiremo più parlare di corruzione e di evasione fiscale, perché il nuovo elettorato del partito personale di Renzi non lo tollererebbe. Resterà in piedi e diffuso a piena stampa e a pieno canale, soltanto l’argomento dello spreco della spesa pubblica e di quanto sono fancazzisti i dipendenti pubblici. Perché è in questo settore che scatteranno, nei prossimi tre anni, i licenziamenti e le riduzioni di organici, non diversamente che in Grecia.

    Gli europarlamentari della lega, Borghi compreso (un leghista che si è finto candidato indipendente), non potranno fare nulla a Bruxelles, anche se faranno gruppo con i frontisti francesi;  La signora Le Pen sa bene che non saranno gli europarlamentari a far cadere Hollande e l’euro, ma i francesi rimasti in patria. Infatti a breve non sentiremo parlare neanche più di parlamento europeo, ma della situazione politica interna della Francia, dalla quale suppongo dovremmo aspettarci delle novità. Se questo succederà, suonerà a conferma che non le elezioni europee, ma quelle politiche nazionali sono ancora importanti e allarmano gli eurocrati, piccolo o grande che sia  il paese dove si svolgono, Infatti, anche i risultati delle ultime elezioni ungheresi sono stati avvertiti come una minaccia per l’Unione europea. L’unione europea crollerà quando anche un solo stato dei 28  ne vorrà uscire. Mi piacerebbe osservare un effetto domino. Comunque vadano le cose, è scontato che Renzi durerà fino al 2018, perciò ci resta un gran lavoro da fare.

  9. Durga ha detto:

    Lo so che le elezioni per il cosiddetto Parlamento europeo non servono a molto, pero' dai risultati di chi e' andato a votare mi sembra di capire che molti, moltissimi italiani hanno paura di uscire dall'Europa o dall'Euro e si disinteressano del tutto del problema della sovranita'. (Poi non e' detto che tutti quelli che si sono astenuti siano contro l'Europa)

  10. stefano.dandrea ha detto:

    Certo che non tutti coloro che si sono astenuti sono contro l'Unione europea: soltanto una parte di quell'8% di astenuti in più rispetto al 2009.Però segnalo che nella provincia di L'Aquila, schede nulle e bianche hanno superato l'8% dei voti. Verificheremo se si tratta di dato in linea con quello nazionale. Se le cose stessero così, mi sento di dire che il 90% del nucleo duro dei sovranistisi trovano all'interno del 14-15% di astenuti o votanti che hanno espresso voto invalido.

  11. Fiorenzo Fraioli ha detto:

    Capisco che i numeri di Renzi abbiano prodotto uno shock. Quello che non capisco è questo clima di depressione. Matteo Renzi ha vinto la sua "battaglia di Borodino"? Buon per lui!

    Siamo noi sovranisti che abbiamo vinto. Il nostro principale avversario non era Renzi, ma il M5S, cioè "il nemico che marciava alla nostra testa". Renzi ce lo ha tolto di torno. Grazie Matteo!

    Quel è il nostro obiettivo? Prendere il 51% alle prossime elezioni? No! Il nostro obiettivo è fare il primo passo, cioè portare in parlamento, in Italia alle prossime elezioni, un vero partito sovranista. Abbiamo mai pensato che la lotta fosse di breve durata? No! Abbiamo sempre detto che sì, c'è l'urgenza di far nascere un partito sovranista democratico e costituzionale, non che possiamo vincere facilmente.

    Il primo passo è entrare in parlamento, e la "vittoria di Borodino" di Matteo Renzi ci facilita il compito.

    La sconfitta del M5S ci apre la strada. Inoltre, non è solo il M5S che "ha preso le mazzate". Le hanno prese anche "i compagni che sbagliano" della sinistra no-euro che dovranno, giocoforza, rivedere sia la tattica che la visione strategica. Con loro ci confronteremo il prossimo 31 maggio, e sarà interessante ascoltare quello che hanno da dire.

    Il 40% renziano (sul 55% di votanti) significa:

    1) una caduta della partecipazione al voto eurista dell'8% rispetto alla precedente consultazione
    2) una ulteriore percentuale di votanti che hanno annullato la scheda
    3) un bacino enorme di votanti, finora "incantati" dal M5S, che si rimetteranno in discussione
    4) un ulteriore bacino di votanti piddini che, alle prime batoste commissionate dalla troika, rifletteranno a fondo sulla loro dabbenaggine (il noto "effetto padulo")

    Per non parlare della sconfitta di FdI. Sono in mezzo al guado, ma non possono tornare indietro: ergo, diventeranno sovranisti, e porteranno il loro contributo al fronte.

    La Lega Nord? La mancata elezione di Borghi gli costerà cara. Last, but not least, un esimio clavicembalista potrà dedicarsi completamente alla sua passione… 

    C'è solo da festeggiare. In alto i cuori!

    p.s. dimenticavo, gli tsiprioti: una piccola parte capirà presto che "internazionalismo" significa "tra le nazioni", e che, se non ci sono le nazioni, l'internazionalismo si pronuncia "globalismo". Anche in questo caso i paduli faranno miracoli.

    • enrico ha detto:

      Secondo me, pur non condividendo assolutamente quanto dice chiaraped, ARS dovrebbe adottare uno stile più sobrio nel criticare le altrui scelte e soprattutto dovrebbe adottare una filosofia meno manichea nei confronti di partiti che potrebbero, anche in conseguenza dei risultati di domenica, intraprendere un cammino di metamorfosi che potrà essere più o meno interessata, ma non per questo da schifare. Se adottiamo un approccio "frontista", bisogna cercare di tenere buone relazioni con i potenziali futuri alleati, anche se con qualcuno, e la Lega è sicuramente un ottimo esempio, ci sono molte cose che ci separano. D'altronde non credo che nel CLN comunisti e liberali fossero accomunati da qualcosa di più dell'antifascismo. La Lega in  questa campagna elelttorale ha mandato in giro insieme a Salvini uno che raccontava a trevigiani e varesotti come avesse fatto loro comodo avere la "zavorra" del sud che teneva basso il valore della lira ed è stata indubbiamente premiata dai risultati elettorali, quindi può darsi che alcune posizioni estreme della lega verranno nei prossimi mesi quanto meno smussate (così come la Le Pen ha ammorbidito molte idee ereditate dal padre). Il m5s ha secondo molti pagato il fio di non aver preso una chiara posizione sull'unione monetaria, per cui non è completamente impossibile che cambi posizione sull'argomento (magari a costo di una scissione, ma anche no). Se adottiamo fino in fondo una logica frontista dobbiamo anche essere preparati al fatto che potremmo trovarci dalla stessa parte di gente con la quale mai avremmo pensato di poter avere qualcosa in comune, sapendo che una volta ristabilita la sovranità riprenderemo con loro un confronto fatto di feroce dialettica.

      • stefano.dandrea ha detto:

        – Il CLN è una cosa, il Fronte è un'altra;

         Il Fronte non è un'alleanza, è qualcosa di più, anche se non è un partito;

        Meglio del Fronte è il carattere frontista del Partito.

        L'ARS non è al livello della lega, quindi, mi sembra che il tuo ragionamento manchi di base.

        • enrico ha detto:

          Il Fronte è qualcosa di più di un' alleanza? Benissimo, a maggior ragione c'è ancor più bisogno di tenere buoni gli unici potenziali futuri "più che alleati". Se diciamo sempre che ci vogliono 7/8 anni per portare un nuovo partito ad avere una massa critica di consensi e non vediamo qualcun altro in giro che possa essere pronto per il fatidico 2018, a parte le forze politiche citate, con chi dovremmo costituire questo fronte? 

          Se ARS sia o meno al livello della lega lasciamolo decidere al corso degli eventi. Ovviamente se io sono qui a parlare e non a Pontida penso si possa intuire come la penso, ma in una situazione come quella in cui ci troviamo marcare continuamente le differenze tra noi e le persone con cui potremmo trovare un terreno comune trasudando supponenza è semplicemente masochista.

          La mancanza di consapevolezza dei problemi equivale ad andare in guerra a mani nude, ma avere la consapevolezza senza l'umiltà equivale a puntarsi una pistola carica in bocca, soprattutto se non si  ha il 50% + 1 dei voti

          • stefano.dandrea ha detto:

            Enrico ma le lega nella sua vita ha detto di essere la più europeista, di volere il localismo,il federalismo,le macroregioni, l'indipendentismo. E' stata alleata dei fascisti e ha parlato male dei fascisti. E' stata alleata di Berlusconi e ha parlato male di Berlusconi.E' stata al servizio degli stati uniti e ha parlato male degli stati uniti. Trattiamola come tratta gli altri.

            Oggi mettiamone in evidenza limiti, contraddizioni, difetti, incoerenze, carattere di vecchiume e cerchiamo il consenso sui nostri valori. Poi, se saremo stati bravi – altrimenti il problema nemmeno si porrà (il maggioritario non ci sarà più quidi ci si candiderà con il proporzionale e nemmeno sai se si porrà una possibilità di alleanza di governo nel 2018: già pensi al 2023? :) – e le vicende storiche ci costringeranno faremo una manovra tattica, tra tre o magari tra otto anni. Ma de che stamo a parà? Ricordo che per ora non è l'ARS che deve fare questo o quello. Siamo noi che dobbiamo fare per l'ARS. La lega, giustamente non ci si incula. E noi, giustamente, non facciamo nessuno sconto. Perché costruiamo sulla verità. Poi tra tre o otto anni si vede.

  12. Lorenzo ha detto:

    Il significato di queste elezioni non consisteva nelle ininfluenti modifiche apportate all'impotente parlamento di Bruxelles, ma nelle sue ricadute sugli equilibri politici dei singoli stati nazionali che rimangono gli attori di qualsiasi politica eurista. Le elezioni, al pari di ogni aspetto della vita liberal-democratica, sono un rituale buono a ridefinire i rapporti di forza interni.

     

    E a questo scopo ci sono buoni motivi per essere soddisfatti. Nulla è più istruttivo che leggere le riflessioni del nemico:

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-05-26/euroscettici-messaggio-merkel-070636.shtml?uuid=AB8W4CLB

    http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2014-05-26/l-unione-perde-asse-portante–072755.shtml?uuid=ABGyQDLB

     

    Noterete che i pennivendoli del corriere ragionano precisamente in termini di ricadute sugli stati nazionali, e di progressiva disaffezione di una parte delle stesse élites oggi al potere verso la dittatura europea. Si va corrodendo il tessuto vitale che alimenta il sempre più ferraginoso funzionamento del golem.

     

    E' quest'atmosfera di degradazione che ha reso possibile la nascita di ARS e consentito l'affermazione di le Pen e Farage. E' dal (probabile) perpetuarsi e aggravarsi di tale degradazione dipende la vostra e loro crescita futura. Queste elezioni europee sono state un momento importante nel far germogliare le ricadute – e quindi la coscienza, foriera di ricadute ulteriori – della crisi del mostro. I processi sociali seguono sempre una logica circolare, tanto ripugnante dal punto di vista logico quanto fruttifera dal punto di vista vitale.

     

    Non partecipare alle elezioni perché il parlamento europeo è giuridicamente inane sarebbe come se un nazionalista unionista di metà ottocento avesse rifiutato di promuovere l'opera di Verdi perché la censura le impediva di esprimersi in termini politicamente espliciti. E' sintomo di gravissima miopia strategica.

     

    Ciò ovviamente non significa che io condivida la prospettiva di chi pensa che le sollevazioni siano dietro l'angolo. Il processo di sfascio è ben avviato, ma verosimilmente richiederà uno o due decenni e un'ampia e articolata serie di conflitti per giungere a compimento. E difficilmente sfocerà nel ripristino dello stato nazionale post-bellico, con tanto di inno di Mameli.

     

    Diciamo che il rivoluzionario dev'essere aperto a un qual certo processo di eterotelia della propria opera  :o)

  13. gios ha detto:

    Più che il M5S (che ho votato) credo sia il sovranismo ad uscire sconfitto da questa elezione. Gli italiani vogliono l’europa e l’euro, chi ha votato lega pensava alla secessione, “basta euro” manco lo ha letto visto che Borghi ha preso la meta dei voti del leghista Bonanno (un signore che é solito agitare spigole alla camera). Ho sempre criticato chi riteneva gli italiani un popolo inferiore, dopo il 41% a renzi mi sa che gli do ragione, forse neanche io sono sovranista, un sovranista non può provare disprezzo gli italiani.

  14. stefano.dandrea ha detto:

    Lorenzo,

    Hollande ha rifiutato la richiesta di crisi di governo,come c'era da prevedere se il sistema istituzionale e la prassi costituzionale non imponevano la crisi. Quindi in Francia l'appuntamento è tra tre anni. Tra tre anni e sei mesi toccherà all'Italia e i sovranisti saranno pronti. Il terreno dopo essere stato arato e inondato di letame è ormai fertile.

    Gios,

    non è il sovranismo ad uscire sconfitto. Hanno ottenuto un grande successo soltanto i due veri partiti sovranisti, in inghilterra e in francia.Glialtri sono soltanto "euroscettici", parola vaga che va dalla semplce critica all'austerità alla fine dell'euro con mantenimento delmercato unico.

    Tutto è andato perfettamente secondo le nostre previsioni, compreso il fatto che si è arrestata la spinta propulsiva del m5s,mostrando lospazio vuoto che esiste, salvo il grande successo del pd, non previsto. Ma un 10% dei voti viene da scelta civica, che è stata inglobata e l'altro 5% da una parte dell'apparato del pdl che è stato inglobato (nelle regionali abruzzesi delle 8 liste che sostenevano D'Alfonso almeno due erano composte da persone provenienti dal centrodestra: nella marsica un ex consigliere regionale, un ex sindaco proveniente da AN solo tra le persone di mia conoscenza).

  15. enrico ha detto:

    Non so se tra tre anni sarà tutto come adesso. Quest'autunno ci saranno le elezioni politiche in uk…

  16. Luigi ha detto:

    Ciò che succederà in UK influenzerà poco l'assetto UE. La gran Bretagna non è nell'Euro, non è ancorata all'Eurozona e non ha sottoscritto Schengen (non ha neanche sottoscritto il Fiscal Compact). Molto più influente sarebbe un risultato in Francia (come è già successo) o in qualunque altro paese dell'Eurozona.

    • stefano.dandrea ha detto:

      Concordo, salvo con "o in qualunque altro paese dell'eurozona".I paesi piccoli o geograficamente periferici non contano e possono fare poco o niente.Certamente, se escono e dopo un po' di tempo cominciano a stare molto meglio (in particolare le classi popolari, quindi i ceti poveri e medi) allora diverrebbero un esempio. Insomma,mentre se escono Italia, Germania, Francia o forse Spagna l'UE implode, se esce un paese piccolo, le conseguenze non sono immediate, esattamenbte come se esce l'Inghilterra.

  17. Publio Magri ha detto:

     il vostro e solo livore, dovevate far votare lega e Fdi senza vergogna, la politica del partitino non porta da nessuna parte dovevate collaborare con chi vi assomiglia poi abbattuto il nemico ognuno per la sua strada, qui si dicono tante belle cose ma rimangono delle belle cose!!! gente come la meloni che era in televisione quasi tutti i giorni ha preseo il nemmeno il 4, ma sinceramente dove credete di andare???

  18. stefano.dandrea ha detto:

    FdI è un partitino. E la lega è un partito moribondo, che ha cercato di resuscitare con lo slogan "no euro" (vedremo però se la gente la voterà in seguito). E' proprio di partitini e di partiti moribondi che non abbiamo bisogno. Serve il partito della rivoluzione italiana. Noi molto umilmente abbiamo iniziato ad impegnarci per crearne una frazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *