Prezzi Fissi

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4 risposte

  1. Roberto.Mora ha detto:

    Da Facebook ricevo :

    "Tu provi a spiegare le dinamiche della globalizzazione, il funzionamento e la crisi dell'Unione Europea a partire dal paragone di un'impresa e dal meccanismo dei prezzi. Mi è impossibile valutare e criticare tutto: dovrei scrivere delle "contro tesi". E poi non ne avrei nemmeno motivo perché diverse cose sono giuste, tipo l'effetto di una moneta forte e gli effetti sui vari paesi. Però possiamo cominciare a commentare l'inizio, perché è la premessa del resto. Tu dici: 

    "Supponiamo di essere titolari di un’azienda che fa un prodotto specifico, tipo Forni a Microonde.
    Li facciamo benissimo, tecnologicamente all’avanguardia ad un costo molto competitivo. Il meglio sul mercato insomma.
    Ovvio che tutti li acquisteranno, ne venderemo migliaia e faremo grandi profitti. Bene.
    Il problema sorge quando il mercato comincia a funzionare, cioè quando, per la legge della domanda e dell’offerta i nostri prezzi inevitabilmente cominceranno a salire. Questo è normale in un’economia di mercato : più un bene è richiesto e più il suo prezzo salirà."

    Non c'è un "prima e un dopo" di quando la domanda comincia a funzionare. Funziona sempre. 

    L'aumento della domanda non determina affatto automaticamente l'aumento dei prezzi. Questo è vero solo qualora tu immaginassi un aumento della domanda nel breve periodo. In tal caso avresti effettivamente un aumento dei prezzi. Ma per valutare l'effetto sui prezzi devi andare al lungo periodo. Allora i costi di produzione di lungo periodo non sono affatto crescenti, ovvero lo sono come caso particolare.Nella produzione di massa sono normalmente decrescenti, quindi l'effetto di un aumento della domanda e della offerta in tale ambito è di un ABBASSAMENTO DEI COSTI. 

    "E’ la logica che sottende, il linea generale, al concetto di inflazione."

    No, l'inflazione deriva dal conflitto per l'appropriazione del prodotto, altrimenti qualsiasi crescita economica (che evidentemente presuppone l'aumento della domanda e dell'offerta) sarebbe inflattivo, mentre così non è. Anzi, questa idea renderebbe impossibile la crescita economica, perché la crescita del Pil nominale sarebbe inficiata dall'aumento dei prezzi.. L'Italia del boom economico ha visto bassi livelli di inflazione, la Cina con il boom economico più potente e più lungo mai registrato ha inflazione quasi nulla.

    Successivamente tu estendi questo ragionamento sull'aumento dei prezzi all'esportazione dei capitali. Quel meccanismo di riequilibrio internazionale dei prezzi non c'è, infatti le differenze fra i salari fra i vari paesi sono permanenti, altrimenti la Gran Bretagna o gli Usa dall'inizio della loro espansione avrebbero dovuto iniziare massicciamente l'esportazione dei capitali, cosa che èinvece più recente, e i differenziali fra i salari avrebbero dovuto ridursi molto prima.. 

    la libera circolazione dei capitali si ha dal '90 in poi, e un forte aumento degli investimenti all'estero si ha dopo il '75. Suggerisco di cercarne la motivazione nell'andamento del saggio di profitto, e di considerare che la globalizzazione è stata la risposta che il capitale ha dato alla crisi sociale degli anni '70, cioè alla fine del modello sociale taylorista. Ti mando i miei saluti."

    La mia risposta :

    "tutto vero, tutto giusto, tutto condivisibile. Ma dimmi : la tua spiegazione l'avrebbe capita un idraulico? Perché è li che bisogna ricercare la motivazione del post. Se, concorderai con me, la dinamica economica che sta alla base della moneta è spiegata correttamente ( non mi sembrava il caso di scomodare Frenkel per un post del genere ), allora magari una lampadina in testa all'idraulico si accende, capisce perché il BRICO non è un'opportunità ma il problema e magari si apre due libri ( quelli che tu hai aperto ) e arriverà a fare le tue critiche al post. Se ciò accadesse avrei raggiunto il mio scopo, credimi.."

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Solo per dire che i vincoli alla circolazione dei capitali consistevano nella necessità di autorizzazioni amministrative. La concessione di autorizzazioni, anche generali (ossia per tipi di atti), comportava una liberalizzazione a livello amministrativo. Nel 1990 è stato soltanto stabilito che le autorizzazioni – che già negli anni ottanta venivano date molto agevolmente; anzi in un libro del 1981 si trova scritto che la liberalizzazione amministrativa degli investimenti esteri era completa – non servivano piu' e non potevano essere reintrodotte perché in contrasto con regolamenti del 1988 (e poi con Maastricht).

    • stefano.dandrea ha detto:

      regolamenti europei

      • anna biancalani ha detto:

        Ci voleva! Ci voleva un post economico narrativo che coniugasse la complessità delle correlazioni con la semplicità dell'esposizione, e che abbinasse l'unitarietà di argomenti con la molteplicità degli aspetti mantenendo viva la curiosità e la comprensione.

        Complimenti.  Cerco da tanto un "racconto" così chiaro sia per l'idraulico che hai in mente tu,  sia per i lavoratori che ho in mente io. A loro importano poco i particolari e i cicli. Sarà una battaglia vinta se capiscono il nocciolo del post. Grazie.

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