Un'Italia senza "cuore"?

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  1. Tonguessy ha detto:

    L’Italia ha appena centocinquant’anni, Francia e Inghilterra ne hanno più di cinquecento ciascuna. Se queste sono mature, essa è ancora un’adolescente. Ha tutta la vita dinanzi per cambiare.

    Non so quali siano le differenze. L'inghilterra è a rischio default, proprio come noi. Cosa avremmo da imparare da quel tipo di imperialismo se non che a lungo termine i conti tornano? 

  2. stefano.dandrea ha detto:

    Caro Tonguessy concordo totalmente.

    L'articolo di Cardini, come sempre colto ed acuto, non mi convince. E credo che se si opterà per la soluzione adombrata nell'articolo si correrà davvero il rischio della guerra civile.

    L'Italia ripudia e ha sempre ripudiato la sua storia. Il Risorgimento fu una conquista. E' vero. E allora? Quasi tutti gli stati unitari derivano da conquiste. L'Italietta liberale ebbe tanti difetti. E' vero. Ma perché non ci soffermiamo mai sui pregi o non indaghiamo se ebbe dei pregi. Il Fascismo fu una dittatura autoritaria. E' vero. Ma non è il momento di cominciare a valutare con obiettività i meriti che ebbe nell'emanare una legislazione, tecnicamente "perfetta" (allora le leggi prima di essere emanate venivano sottoposte ai migliori linguisti), e per certi versi socialmente avanzata, che fu in gran parte mantenuta fino al 1990 e che oggi dobbiamo invidiare, perché sarebbe un'ottima soluzione reintrodurra interamente? Alcuni resistenti non erano democratici e volevano instaurare la dittatura del proletariato e dopo la fine della guerra alcuni si vendicarono nei confronti di coloro che erano stati aguzzini. Vere entrambe le cose. Ma che senso ha giudicare negativamente la resistenza, come si è cominciato a fare? I non democratici erano la maggioranza (l'80% degli italiani erano stati consapevolmente fascisti), non soltanto in Italia ma in moltissime altre nazioni e uno che era stato fascista di sinistra (risorgimentale, garibaldino e vagamente socialista) non poteva certo diventare liberale o democristiano. Infatti quasi tutti gli intellettuali che scrivevano sulla rivista di Bottai diventarono comunisti (primo o dopo la repubblica sociale). Quanto ai crimini sui quali si soffermano Panza e altri, essi si sono verificati e sempre si verificheranno sempre in situazioni analoghe (l'ultimo caso noto è quello dei crimini contro i Bahatisti). Io personalmente, se qualcuno per anni mi avesse offeso e umiliato, magari davanti ai figli, e sbattuto in galera ogni volta che un gerarca veniva a visitare la mia cittadina e magari mi avesse così causato problemi economici gravi, credo che mi sarei vendicato severamente. Non ci trovo nulla di strano (anzi è "normale", visto che accade sempre). La democrazia cristiana generò un sistema sempre più corrotto; e fermò la costruzione di uno spirito pubblico e del rigore statale, che si erano formati ed erano avanzati sotto il fascismo. Vero. Ma perché non soffermarsi sulla legislazione sociale che fu emanata in pieno accordo con il partito comunista (abolizione della mezzadria, equo canone, statuto dei lavoratori, ecc.)?

    Era destino che, dopo aver raccontato per decenni una storia lagnosa – in questo anche gli intellettuali del PCI ebbero colpe gravi, perché si inserirono appieno nel filone e per certi versi ne furono anche i maggiori responsabili: il risorgimento, come riforma agraria mancata; il fascismo come male assoluto e soprattutto totale (quando i comunisti, al tempo del fascismo, sotto molteplici aspetti, erano più simili ad acluni fascisti – vedi la lettera di Togliatti "ai compagni in camicia nera" – che non a molti altri partiti con i quali poi si allearono contro il fascismo) si arrivasse a porre in discussione l'unità d'Italia e l'intera storia del popolo italiano. LA DEPRESSIONE GRAVE CONDUCE SPESSO AL SUICIDIO.

  3. ma lascia perdere come mi chiamo ha detto:

    ma cardini è l'ennesimo "intellettuale" al soldo dei burattinai!ma possibile che non capiate mai un cazzo? ha ragione M.Fini quando dice che la gente è di un'ingenuità sconcertante..azz..

  4. stefano.dandrea ha detto:

    Non credo che Cardini sia al soldo dei Burattinai. Quando qualcuno dice qualcosa che non condividiamo, non è detto che sia al soldo dei Burattinai; può darsi che sbagli; che muova da presupposti diversi; o che abbia tenuto conto di fenomeni che noi non abbiamo considerato (in questo caso potrebbe avere ragione).

    Ho accennato nella introduzione e nel precedente commento che non condivido l'articolo di Cardini e che in prospettiva reputo quella posizione anche pericolosa. Ma pubblicherò molti articoli su questo argomento, come anche ho precisato nella introduzione. Perché non avrei dovuto pubblicare quello di Cardini?

    Quanto a Massimo Fini, lo stimo molto; ho letto  tre suoi libri (quattro con il "dizionario del ribelle"; mi sembra che si intitolasse così); prima ancora che sapessi che egli era un ammiratore del Mullah Omar i miei amici mi avevano già dato questo nomignolo (anche io, leggendo le interviste e le dichiarazioni del Mullah ne diventai un ammiratore); e pubblicherò suoi articoli (anche se non quelli che si riferiscono alla diatriba centrodestra-centrosinistra, ché non mi interessano). Spero di non essere uno degli ingenui ai quali M. Fini fa riferimento. E mi sforzo di non esserlo. Ciao

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