Alleanza cinque stelle
Il cosiddetto movimento cinque stelle è in realtà una alleanza cinque stelle. Dentro al movimento stanno almeno tre o quattro partiti (considerati sotto il profilo delle analisi e delle proposte), tenuti assieme da slogan (l’onestà tornerà di moda), dal successo, dalle opportunità personali che l’unione strutturale offre, dalla necessità e dall’ideologia originaria.
La necessità è il cemento più importante e decisivo. I tre o quattro partiti non sarebbero in grado di essere autonomi, a causa del modo in cui l’alleanza si è formata, tutto fondato sull’azione e sulla persona di Beppe Grillo. Mancano uomini e posizioni di potere in grado di conferire autonomia strutturale alle idee.
Tuttavia, anche l’ideologia originaria ha un ruolo rilevante nel tenere uniti all’interno di un’unica struttura quelli che per idee politiche sarebbero tre o quattro partiti. Infatti, il M5S nasce per spazzare via tutti i partiti ed avere il 100%; le decisioni politiche sarebbero state assunte in rete, dove sarebbero state espresse posizioni anche molto diverse e opposte, in ipotesi assolutamente incompatibili tra loro, come non sarebbe mai potuto accadere in un altro partito esistito nella storia, proprio perché il M5S voleva essere “tutto” e non “parte”; alla fine i portavoce avrebbero ratificato in Parlamento la decisione assunte sulla rete.
Necessità e ideologia impediranno almeno per altri 5-7 anni la scissione di uno, due o tre partiti ideali, che adesso fanno parte dell’alleanza strutturalmente unitaria. L’emergere di sindaci, di circoli culturali, di riviste, di correnti, di uomini noti e di altri capaci di prendere l’iniziativa, di scontri di potere (che presuppongono la conquista del potere, almeno a livello comunale e regionale) richiederà almeno 5-7 anni. Per i prossimi sette anni, possiamo essere certi che il M5S non subirà alcuna significativa scissione.
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