Quel "flirt" antico tra rosso-bruni e leghisti

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15 risposte

  1. Cesco ha detto:

    Molto interessante!

  2. Cesco ha detto:

    Molto interessante!
    Leggendo l’articolo viene da prnsare che forse servirebbe una rivista che di voce alle varie sfumature di sovranismo democratico.
    Potrebbe essere un luogo di incontro e di riflessione meno vincolante, ma non meno efficace di un partito/associazione.
    Poi, naturalmente, ciascuno procede nella vostruzione dei soggetti politici che vuole.
    Saluti

  3. stefano.dandrea ha detto:

    Molto interessante.
    Aggiungerei che con Salvini è intervenuto un riavvicinamento, almeno a chiacchiere anche da parte di Salvini.
    C’è la conferma che il rossobrunismo – quello vero, non quello che i residui gruppettini antifascisti , angosciati nel loro isolamento identitario, vedono ovunque – è agli antipodi del sovranismo. Non è un caso che in tre anni e mezzo si saranno avvicinati a noi 2-3 rossobruni, i quali poi o non sono entrati o, dopo essere formalmente entrati, sono andati via senza nemmeno muovere un dito e salutare. In effetti, simili ideologie presuppongono psicologie particolari, anzi a mio avviso sono tutt’uno con quelle speciali psicologie.

  4. Cesco ha detto:

    Non discuto quello che tu dici, Stefano.
    Intendo affermare un’altra cosa, ovvero l’utilità di riviste e giornali quali “ponti” o addirittura mezzi di aggregazione fra gruppi diversi, ma con alcune idee in comune. Questo a prescindere dal fatto che nel caso descritto si trattasse di rossobruni, potrebbe valere pure per i giallo verdi….
    Mi pare che dall’articolo si possa trarre anche questo insegnamento.

    • stefano.dandrea ha detto:

      Cesco non replicavo a te. Ciò che tu hai proposto lo penso anche io. Ci ho pensato a lungo. Per ora non abbiamo sufficienti energie. Quando si fa qualcosa la si deve fare al massimolivello. Tutto decade e niente si innalza. Perciò ho rinviato l’idea di un paio di anni. Ho già in mente anche il titolo. :) Ovviamente, aggiungo, tra i sovranisti democratici non ci sono i rossobruni :)

  5. Cesco ha detto:

    Stefano tu hai fatto tantissimo già cosi.
    Peraltro, anche in qusto caso, hai perfettamente ragione sulla condotta da tenere in concreto.

  6. Luca ha detto:

    Porrerei una questione ancora in maniera ancora più radicale. Le famose tre ideologie novecentesche (liberismo, fascismo e comunismo) sebbene diverse tra loro hanno in comune una cosa: una diversa visione del mondialismo.
    Pensiamoci bene, il mondialismo in senso liberista lo conosciamo bene: liberoscambismo, concorrenza al ribasso, ecc…
    Esiste anche il mondialismo comunista, più conosciuto con il nome di “internazionalismo”, che è stato però declinato come supina obbedienza nei confronti dell’URSS, tant’è che tutti quei partiti che sono sempre stati allineati con il PCUS alla caduta di quest ultimo sono finiti sotto le macerie insieme, mentre gli altri partiti che hanno cercato una via autonomista, come in Cina e per certi versi in Jugoslavia hanno avuto una storia diversa.
    E poi c’è l’altro mondialismo, quello fascista, eh sì perchè che ne dicano costoro anche la loro ideologia è mondialista, perchè volere un mondo completamente conforme a una certa visione biologica, razziale e culturale possiamo chiamarlo come ci pare ma la sostanza è quella.
    Ecco perchè le cosiddette sintesi sono perfettamente inutili, buone solo a guardarsi il proprio ombellico e chiudersi in un vuoto settarismo. Non sono nient’altro che sintesi di diversi MONDIALISMI.

  7. Matteo ha detto:

    E come no…

  8. Cesco ha detto:

    Direi di no. Il fascismo su pochi punti aveva una posizione ideologica chiara ed univoca. Uno di questi era la religione della Patria. Un qualcosa di decisamente incompatibile con il mondialismo.

    • Luca ha detto:

      Non che il fascismo avesse anche lui l’abitudine di esportare la civiltà e di avere una visione mutietnicista almeno fino al 1938.
      Comunque dovremmo dire che non esiste un solo fascismo, ma molti fascismi.

  9. Matteo ha detto:

    Sono colpito dall’incredibile ossessione antifa per quei 20 anni della storia patria, al punto da riuscire ad attribuirvi tutti, ma proprio tutti i mali del mondo, pure in contraddizione fra di loro.
    Un tempo, quando Togliatti ed il resto dei comunisti erano rigorosamente e felicemente anti-italiani gli si attribuiva il fatto di essere un movimento veteronazionalista piccoloborghese ottocentesco.
    Ora, che i discendenti degli stessi giocano a fare i patrioti fuori tempo massimo, il fascismo diventa cosmopolita.
    Misteri della fede.
    Un pochino come Holliwood, che quando non sa a chi far fare il cattivo, rispolvera fuori i nazisti dalla naftalina.
    Deve essere stato proprio un periodo interessante quello, se l’ossessione perdura ancora.

    • Luca ha detto:

      Figlio mio, se ti riferisci a me io nè antifa, nè antiqì nè antiquò, nè antiquà.

      A me non me ne frega una fava delle vostre beghe tra fratellastri.
      Comunisti, fascisti e liberisti (soprattutto quelli della scuola austriaca) provengono tutti dallo stesso seme: l’idealismo tedesco, una cloaca di sublimi stronzate intrise di aerofagia culturale.
      Insomma, comunisti fascisti e liberisti sono tutti figli dello stesso padre ma di diversa e ignota madre.
      E a me non me ne può fregare una fava!
      L’umanità è vissuta per XV secoli senza idealisti tedeschi, potrà continuare in futuro a viverne senza!
      Continuassero pure a raccontare fregnacce dandosi una tintarella di presunta immortalità (Gesù Cristo era il primo comunista, bla bla bla SBROC SBROC, Giulio Cesare era il primo fascista bla bla bla SBROC SBROC,) e poi lamentarsi di essere discriminati e fanculizzati dai “benpensanti” (quelli che con l’idealismo ci si puliscono il deretano) e fare il broncio come Calimero, che era piccolo e nero (o rosso, o rosso-bruno, o giallo-nero).

  10. Matteo ha detto:

    Sempre meglio: Smith e Ricardo figli di Fichte ed Hegel.
    SE fossi realmente suo figlio inizierei a pensare all’ereditarietà della follia.

    • Luca ha detto:

      E io se fossi in tè penserei a tornare a scuola che mi sa che quando ti hanno insegnato a leggere eri assente per influenza.
      Io ho specificato liberismo della scuola austriaca, no liberismo e basta. Mises Hayek, Rothbard e Hoppe. Hoppe lo conosci? Come non andare d’accordo con zio Hoppe? Lui e le sue fregnacce.

  11. Matteo ha detto:

    Ha scritto SOPRATTUTTO, e se scrive soprattutto io leggo IN PARTICOLAR MODO MA NON ESCLUSIVAMENTE.
    Per il resto, anche volendo limitarci alla scuola austriaca, il paragone non regge ed in effetti è la prima volta che leggo una simile idiozia.
    Basti pensare che, laddove l’idealismo presuppone che l’oggetto (il divenire storico) discenda dal soggetto (l’Uomo storicamente determinato), Hayek fa viceversa una critica serrata di ogni “costruttivismo”, come lo chiama lui, cioè dell’idea di poter cambiare con la volontà la storia.
    Praticamente, dice l’esatto opposto di Fichte o Hegel, o se è per questo Marx.

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