Il movimento francese del '95 e quello attuale, tra sinistra ultraliberista e post-fascisti che mostrano il volto di sempre

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8 risposte

  1. Matteo ha detto:

    Signora mia, dove andremo a finire con articoli del genere.
    A parte che, se proprio, Marine le Pen non è stata l’unica “fascista” (parola che immagino l’articolista usi per designare chiunque, da Trump ad Orban passando per Berlusconi) a porsi in netta contrapposizione al liberismo.
    Ma va beh, sottigliezze dialettiche di fronte alla nuova Signora Beccaris.

  2. Riccardo Paccosi ha detto:

    Ho utilizzato l’espressione “storia e formazione culturale fascista” proprio per intendere, appunto, la storia e la formazione culturale, il portato biografico e il retaggio. Lo so bene che la Marine Le Pen di oggi – che pure qui critico decisamente – non è più riassumibile soltanto con quel termine.

  3. stefano.dandrea ha detto:

    Caro Matteo,
    a parte che hai volutamente travisato un nostro articolo attribuendo a Riccardo una opinione che non ha espresso e che è assurda, resta il fatto che il problema era proprio di vedere come si sarebbe comportata la Le Pen in occasioni come questa, quando la critica al liberismo da astratta doveva divenire concreta.
    Io comprendo che la Le Pen, per la sua cultura politica, ci tenga a criticare coloro che hanno compiuto atti vandalici. Non è questo che le rimprovero. Però il pieno sostegno della Le Pen allo sciopero, con la precisazione che se non si esce dall’Unione europea certi provvedimenti diventeranno, prima o poi, inevitabili, non l’ho trovato, pur avendo fatto ricerche. Tu non disprezzi o almeno non diffidi di chi a chiacchiere fa la critica del liberismo e poi non appoggia lo sciopero che si oppone al Jobs act francese? Allora non servi a niente. Resti quel militante o ex militante della destra radicale che se sente nominare il nome di Togliatti impazzisce e pur condividendo la dichiarazione citata è costretto, da un impulso che viene dal sangue, a commentare enunciando altre colpe e limiti di Togliatti; e che se legge una critica alla Le Pen contesta la critica (falsificandola) omettendo ogni considerazione sull’antiliberismo a chiacchiere di chi non sostiene lo sciopero francese.
    Tu non solo sei ancora di estrema destra, anche se dici e credi di non essere più di destra; tu non solo sei ancora visceralmente anticomunista, quando il comunismo è finito da un pezzo – e poco coerentemente critichi gli antifascisti senza fascismo -; sei anche disposto a falsificazioni e a silenzi ipocriti, pur di non criticare una esponente della destra francese, praticando una forma di solidarietà internazionale che fa orrore (la Le Pen 3 giorni fa ha tenuto una conferenza stampa sulla immigrazione; avendone fatte decine, poteva farla, questa volta, sullo sciopero).

    • Matteo ha detto:

      Non è che non sono più di destra: non lo sono mai stato, ma per uno di sinistra ammettere che il fascismo non è di destra (ed al suo interno aveva in effetti una destra, una sinistra e persino un centro) immagino sia troppo.
      Il tono livoroso al limite dell’isteria di questa risposta (molto diversa da quella pacata del diretto interessato che a quanto pare non abbisogna di avvocaticchi) non mi sorprende più di tanto, visto che oramai sei entrato in un loop che ricorda…i leaderini della destra radicale su internet.
      Io diffido a prescindere della Le Pen che ha così barbaramente messo da parte quel leone di suo padre usando come scusa un paio di battute sui circoncisi, e se è per questo diffido anche dell’ultraeuropeista Jospin, che però essendo di sinistra viene in qualche modo graziato.
      E, per dirla tutta, diffido ancor di più di pretesi “antieuropeisti” che alla morte di Ida Magli non le dedicano nemmeno un post-ino, immagino per il fatto che non amava la teppaglia terzomondista.
      Per il resto, e sorvolando sulla supercazzola togliattiana, probabilmente hai ragione: non servo a nulla, e non avevo bisogno che a dirmelo fosse il lider maximo del futuro FSI.
      Un consiglio da amico (o compagno): l’attacco personale diretto non solo è abbastanza sgradevole, ma è sinonimo di paranoia.
      Non cercarti finti nemici “rossobruni” laddove avrai viceversa tantissimi nemici reali “rossorosati”.
      Io non sono tuo nemico, e non lo sono dell’ARS.

  4. Paolo Di Remigio ha detto:

    Concordo in generale con l’analisi di Riccardo, ma non con la sua valutazione della Le Pen. Sapir parla di un sostegno ‘tiepido’ alla protesta. In effetti la Le Pen guarda con preoccupazione il salire della tensione e accusa il governo e certi sindacalisti. Nondimeno è precisa nell’eziologia: la ‘loi Travail’ è dovuta alla ‘crainte de facher (scusate la grafia) Bruxelles’, cioè al timore di far arrabbiare Bruxelles. La richiesta finale non mi sembra la repressione contro il movimento, come scrive Riccardo, ma: “Je demande au gouvernement de retirer immédiatement la loi Travail, de permettre le déblocage de la France, et de revenir devant les urnes s’il ne se sent pas capable de cet acte d’indépendance face à l’Union Européenne” “Chiedo al governo di ritirare immediatamente la legge sul lavoro, di permettere lo sblocco della Francia e di tornare alle urne se non si sente capace di questo atto di indipendenza davanti all’Unione Europea” – che mi sembra un modo per traquillizzare i moderati e per capitalizzare la protesta.
    Rimando a questo indirizzo per l’intero intervento della Le Pen:
    http://carnetsdesperances.fr/2016/05/25/la-france-exasperee/

  5. Matteo ha detto:

    Grazie Paolo, grazie.
    Ora capisco perchè leggo sempre con piacere i tuoi articoli: non c’è livore identitario di parte.

  6. Riccardo Paccosi ha detto:

    Siccome non c’è livore identitario neanche da parte mia, prendo atto con piacere di quanto riportato da Paolo Di Remigio giacché l’integrazione di citazioni da lui riportata offre un quadro un po’ meno catastrofico.
    Ciò detto, la frase sulla repressione la Le Pen l’ha detta e ritengo sia sbagliata. Se i lavoratori in carne e ossa si mobilitano, questo dato sociale e di classe ritengo debba avere prevalenza su qualsiasi giudizio intorno a sindacati e avanguardie varie che provano a cavalcare la situazione. Criticavo due anni fa le persone di sinistra che – per motivi opposti e speculari – esprimevano giudizi liquidatori sul movimento dei forconi; quindi e coerentemente, non posso fare altro in questa circostanza che criticare in egual modo la Le Pen.

  7. stefano.dandrea ha detto:

    Grazie Paolo per la citazione.
    Io avevo cercato, forse e anzi certamente con fretta, ma non avevo trovato né questa dichiarazione né dichiarazioni simili e perciò ero rimasto deluso.
    A differenza di Riccardo, capisco la Le Pen, che deve cercare di vincere le prossime elezioni e non può assumere una posizione radicale, come invece possiamo fare noi. La Le Pen non può conquistare tutti gli scioperanti: deve mantenere quelli che già la votano e strappare altri voti alla “sinistra”. Perciò la sua mi sembra una posizione razionale, che, come ha scritto Paolo, “sembra un modo per traquillizzare i moderati e per capitalizzare la protesta”.
    A Matteo dico che, se va a ripassarsi altreitre o quattro scontri che abbiamo avuto, verificherà che il tono livoroso è sempre il suo. Io mi limito a replicare. In questo caso Matteo aveva scritto: “Signora mia, dove andremo a finire con articoli del genere…..“fascista” (parola che immagino l’articolista usi per designare chiunque, da Trump ad Orban passando per Berlusconi) a porsi in netta contrapposizione al liberismo”. Questo è lo stile che usi Matteo. E’ questo stile, il sarcasmo frequente, che genera le mie repliche.
    Se ti fossi messo anche tu a fare la ricerca che ho fatto male io e bene Paolo e avessi citato l’intervista linkata da Paolo, avrei ringraziato anche te. Io ho pubblicato qua su Appello al Popolo un discorso della Le Pen del I maggio 2011 nel 2012 e ho sempre asserito che ogni rivoluzione nazionale, qualsiasi siano le caratteristiche, aiuta le altre perché concorre a disintegrare la UE (senza che ci inventiamo alleanze che non stanno né in cielo né in terra: ogni popolo farà la lotta della quale sarà capace). Insomma non n condanno, non cerco alleanze, e apprezzo l’intelligenza e lo stile di questa donna; so che il suo partito la smentisce su tutta la linea ma la utilizza; ed ero rimasto deluso per non aver trovato una posizione di sostegno e antiunionista.

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