Più Stato meno mercato

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  1. Tonguessy ha detto:

    Ecco un'ottimo articolo su cosa sia in realtà l'etica protestante cui accenno ogni tanto: l'individuo diventa responsabile del proprio benessere e  di quello della società. Una specie di furor sanandi di matrice economico/religosa cui fa da contraltare una responsabilità dello Stato nei confronti del benessere del cittadino invece assolutamente assente.

    "Non chiedete cosa possa fare la nazione per voi; chiedete invece cosa potete fare voi per la nazione" -JFK

    In questo ottimo articolo restano un paio di punti da sottolineare:

    Ecco perché il Capitalismo si è potuto formare: gli imprenditori hanno preso il sopravvento politico.. Hanno cominciato a prendere questo sopravvento nel Cinquecento, in Europa settentrionale, in modo concomitante con la Riforma Protestante.

    A dire il vero i Medici di Firenze (il più potente principato democratico dell'epoca) non erano protestanti.

    In un mio recente articolo ho descritto l'ascesa al potere (poi troncata sul nascere dalla nobiltà) ella borghesia cinese di quel periodo. Che erano tutto tranne che protestanti, religiosamente parlando.

    Ma cambia poi qualcosa? Banchieri e commercianti che si impossessano del potere con fortune alterne, questo è il XV secolo ed il nostro Rinascimento.

    L'attuazione è avvenuta per gradi col sistema di governo detto della "Democrazia parlamentare": ci sono le elezioni, che sono influenzate dai media, che a loro volta sono potentemente influenzati dal danaro, e quindi il gioco è fatto…. la gente – è scientificamente dimostrato – non riesce a discriminare bene fra quello che dicono i media e il suo reale interesse

    A dirla tutta, se la gente non sa distinguere tra propaganda e reali interessi, non si capisce com'è che "le dittature classiche, che conosciamo, sono state o sono tutte popolari, tese a fare l'interesse circa di tutti, come lo vedevano o lo vedono".
    Ma poi non ne farei una questione di regime o stato politico.

    La vera questione resta la propaganda. Che funziona allo stesso modo indipendentemente dal contesto sociopolitico.

  2. Andrea.Mensa ha detto:

    Basterebbe al limite l'obbligo forzoso del voto: se in una qualunque società la percentuale dei votanti è vicina al 100% – come democrazia vuole, non è vero? – il Capitalismo sparisce.

    come ho già sottolineato su CdC questa del voto, è condizione necessaria ma non sufficiente alla democrazia.

    abbiamo dimostrazione recente del come, salvo forse rare eccezioni, ogni persona abbia un prezzo, e quindi una lobby sufficientemente ricca possa comprarsi anche non solo i voti ma le persone stesse.

    quanto ci vuole , almeno , per rendere una democrazia tale , occorre la revoca immediata del mandato, unico mezzo per impedire che, una volta eletti sulla base di certe promesse, i delegati non cambino idea e soprattutto comportamento.

    una revoca del mandato ad un numero sufficiente di delegati tale da cambiare l'esito del voto di una legge, invaliderebbe anche tale votazione, costringendo l'assemblea, con i nuovi rappresentanti, a rivotarla.

    essendo un delegato espressione di una circoscrizione, l'eventuale richiesta di revoca e relativa votazione, interesserebbe solo le circoscrizioni che lo richiedessero, quindi non una votazione generale.

  3. Tonguessy ha detto:

    Scrive Andrea: "per rendere una democrazia tale , occorre la revoca immediata del mandato".

    Questo è il meccanismo di feedback che rende gradevole qualsiasi strumento politico di governo. La gente dissente su un'azione e quell'azione (o quel dissentire) vengono modificati finchè non si trova un nuovo punto di equilibrio.

    Ogni sistema ha nel suo interno un meccanismo di feedback che riporti le tensioni all'interno della linearità di funzionamento. Quando tali tensioni crescono oltre il dovuto si innesca un processo di crescita non-lineare che presenta improvvise ed imprevedibili biforcazioni. Il battito d'ali di farfalla che scatena l'uragano dall'altra parte del mondo è appunto l'esempio di come eventi semplici all'interno di dinamiche non-lineari possano portare ad esiti imprevedibili.

    In campo politico resta esemplare la decapitazione di Luigi XVI. Un contadino peruviano scorreggia e le masse francesi, esauste dalla fame, ghigliottinano il loro Re.

    Insomma…spero mi abbiate capito.

  4. a.mensa ha detto:

    nei servomeccanismi, si ha un blocco per sovraccarico se il coefficiente di correzione è superiore a 1.
    in altre parole, se la correzione è superiore alla causa che la ha generata.
    se uguale a 1 si ha correziuone infinita ( nel tempo oscillante tra un più e un meno il valore di correzione.
    se il fattore di correzione è inferiore a 1 la corrrezione sarà tanto più efficace e rapida quanto sarà più vicina a 1.
    questo in meccanica ed elettronica.
    nella società penso sia simile, per questo ho detto che una legge avrebbe dovuto esser rivotata solo se il numero dei "sostituiti" fosse stato tale da poter cambiare l'esito della votazione.
    in tal modo , dopo un giro di "sostituzioni" non avrebbe più avuto ragione di essercene un altro, a meno di votazione diversa da parte di quelli confermati.
    pertanto non comprendo l'obiezione. il rischio di un fattore di correzione superiore a 1 non esisterebbe.

  5. Tonguessy ha detto:

    Il mio discorso era generico. La revoca del mandato è quel meccanismo (feedback) che vuole riportare l'azione all'interno dei parametri concordati (il programma politico elettorale, ed es).

    Viceversa quando il feedback è ignorato o quando assume valori troppo elevati succede l'imprevedibile, ovvero si registrano risultati assolutamente differenti da quanto normalmente ci si aspetta. 

    Il Re di Francia ignora tutti i segnali che i sudditi gli mandano? I sudditi spostano pesantemente l'asse ideale su cui si basa il rapporto governatori-governati e lo rovesciano. Ghigliottina.

    Proprio per non dovere arrivare a tali eccessi sarebbe bene che il feedback fosse adeguatamente riconosciuto ed utilizzato. Si assisterebbe così ad un fruttuoso dialogo tra le parti con continui rimestamenti che tentano di mantenere in equilibrio l'assetto.

    Tali rimestamenti non sono esattamente la fotografia dell'attuale situazione, proprio perchè il feedback non viene minimamente considerato. Questo porta necessariamente all'aumento del conflitto sociale che può degenerare localmente in episodi di violenza. Gli esempi si sprecano. 

  6. Andrea.Mensa ha detto:

    @  Tonguessy

    quanto dici è perfettamente condivisibile, anche perchè il potere è abbastanza nornale che ottenebri un pò chi lo detiene, portandolo ad ascoltare solo quanto vuole sentire.

    il discorsodella "revoca immediata" però credo che avrebbe anch eun effetto molto benefico sulle opposizioni, in quanto avrebbero delle armi a disposizione di valore effettivo nel caso di leggi decisamente abominevoli.

    riportare il discorso sulla bontà o meno di una legge sarebbe quindi molto interesse sia delle opposizioni, che avrebbero delle chances per cambiare la situazione, e molto interesse da parte della maggioranza ad illustrarne gli effetti benefici.

    sicuramente porterebbe ad evitare inciuci o accordi non trasparenti, coinvolgendo molto di più la popolazione nelle scelte.

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