Nazismo e mercantilismo

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Una risposta

  1. Stefano D'Andrea ha detto:

    IL MERCANTILISMO SECONDO BAGNAI E UN MIO DUBBIO
    Alberto Bagnai ha scritto un buon articolo sul “mercantilismo”. Accettato il regime di libero scambio, accettata la concorrenza internazionale, il mecantilismo è esattamente ciò che Bagnai descrive.
    Resta tuttavia un dubbio: che per uno stato che rifiuti il liberoscambismo e ricorra alle bardature per tutelare l’economia nazionale, in particolare alla possiblità di non autorizzare importazioni di merci servizi o capitali da uno stato nei confronti del quale il paese sarebbe in deficit, il mercantilismo altrui sia totalmente innocuo.
    Insomma, il mercantilismo è di fatto il fine che uno Stato ha convenienza di porsi in regime di libero scambio, quando gli Stati nei quali esporta sono senza controlli sulla libera circolazione delle merci, dei capitali, dei sevizi e delle persone, un fine che, all’interno dello Stato mercantilista, può essere socialmente accettato soltanto se lo stato sociale, come segnala Bagnai, supplisce i salari non pagati dalle imprese.
    Al contrario, in un sistema in cui gli Stati non hanno rinunciato al potere di adottare le bardature contro paesi nei contronti dei quali essi sarebbero in deficit, il mercantilismo di uno Stato non può far male a nessuno, se non per colpa o scelta politica della classe dirigente dello Stato in deficit.
    Se le cose stessero così, la critica del mercantilismo sarebbe una critica che implica l’accettazione del libero scambio e che forse dovrebbe essere rimossa suggerendo il recupero del controllo sulla circolazione che attraversa i confini. Quando mi capiterà l’occasione, vorrei parlarne con lo stesso Bagnai, per verificare se la mia ipotesi è fondata.

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