Bolognina, Lingotto, Leopolda, capolinea

Potrebbero interessarti anche...

2 risposte

  1. Paolo Di Remigio ha detto:

    L’articolo accredita al Pd una nobiltà inesistente. A parte il fatto che ‘ideologia’ non è una visione pietrificata del mondo, ma è un discorso di copertura di interessi inconfessati, lo scivolamento nel liberalismo del ‘serpentone metamorfico’ non è affatto iniziato con Occhetto, ma con l’euro-comunismo di Berlinguer, tanto che già Moro, avvertendo con preoccupazione la disponibilità di una parte delle oligarchie politiche statunitensi a fare del PCI, non più della DC, il loro partito di riferimento in Italia, non ha saputo dissimulare abbastanza la sua contrarietà al compromesso storico, ed è stato perciò abbandonato al suo destino anche da Berlinguer, mentre il migliorista Napolitano veleggiava negli Stati Uniti a intrecciare alleanze. Così alla Bolognina non c’è stato nessuno choc, se non per i babbei: si è solo colto il momento propizio per rendere pubblica una svolta che c’era già stata da un decennio e che ha consentito al ‘serpentone’ di strisciare illeso per tangentopoli. Una svolta di schieramento, non di ideologia: l’ideologia economica del PCI è sempre stata liberale e negli anni ’80 il PCI era il partito dell’austerità. Pier Carlo Padoan, colui che da giovane comunista criticava Keynes perché procrastinava la rivoluzione e da vecchio demolisce l’Italia con l’euro e l’austerità, ne è la manifestazione più vistosa.

  2. Paolo Di Remigio ha detto:

    Nell’ultima scena del ‘Don Giovanni’, sprofondato il protagonista direttamente all’inferno, il suo servo, Leporello, canta: ‘Ed io vado all’osteria a trovar padron miglior’. Questo è il significato della scissione: il ceto politico peggiore della storia d’Italia (vi includo anche i repubblichini) intorbida la acque con la speranza di poter rinascere a nuove stagioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *