La crisi libica e i suoi sciacalli

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  1. Andrea.Mensa ha detto:

    bellissimo articolo e bellissima presentazione della situazione.

    l'unica cosa che mi lascia perplesso è l'assordante silenzio di un altro player mondiale, la Cina, i cui appetiti in medio oriente dovrebbero essere notevoli.

    a meno che , come si può rilevare di qui:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8040&mode=&order=0&thold=0

    che si stiano accontentando di uccidere il re dollaro. e pare non sia uno scherzo.

  2. Tonguessy ha detto:

    Concordo con Andrea. La Cina è capillarmente presente in Africa, seppure invisibile ai media nostrani. Per motivi energetici, guarda caso. Non facciamoci quindi prendere da strani entusiasmi o depressioni: il gioco è ancora lungo e difficile e le carte sono ancora ben coperte. Sappiamo in partenza chi sta barando, tra l'altro. E non lo sappiamo solo noi.
    Ho il sospetto che la lenta ma inesorabile prassi confuciana comincerà a dare dei frutti, anche se per il momento sta solo "osservando in disparte". Seduti sulla sponda del fiume, attendono che il cadavere del nemico passi, trascinato dalla corrente.
    E allora…..

  3. Claudio Martini ha detto:

    Povera Libia! Ha conosciuto sempre e solo la stato d'eccezione. Soffermatevi su questa successione cronologica: 1968, rivoluzione; 1977, rottura traumatica con l'Egitto e conseguente guerra; anni '80, guerra col Chad; 1986, bombardamento USA; 1996, insurrezione sanussita…  tutto questo nel quadro di un medio oriente straziato. Poi mi vengono a parlare di libertà d'espressione. Noi, in Italia, abbiamo sospeso diritti umani, civili e politici per due settimane a Genova, nel 2001, per un vertice internazionale. Figuriamoci cosa sarebbe accaduto in caso di conflitto bellico…
    Qaddafi ha commesso molti errori: ha sostenuto personaggi inpresentabili, come Adi Amin, e ha combattuto brave persone, come Saddam Hussein e Omar Bashir. Tuttavia, non sta a noi giudicare. Soltanto i libici possono decidere della rivoluzione libica. Gli europei non si sono ancora liberati del pregiudizio pedagogico per cui noi avremmo qualcosa da insegnare a loro. Temo ci sarà bisogno che qualcuno ci rompa di denti, prima di intendere che non è così.

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