Il reddito universale è un atto di resa

Potrebbero interessarti anche...

Una risposta

  1. Erno Ferri ha detto:

    Ottima analisi di un argomento di cui tanti discutono. Evidenzia come i sostenitori del modello neoliberista siano riusciti con un linguaggio accattivante a conquistare consensi anche tra chi dice di battersi per le persone svantaggiate. Dalla favola dell’equilibrio perfetto tra domanda e offerta a quella del ” Buon cuore” che dice di aiutare gli esclusi dal mondo del lavoro. Non si ricorda mai che la concorrenza perfetta è in ogni caso un modello teorico impossibile perché richiederebbe un’infinità di operatori con eguali opportunità, cosa impossibile in una società dominata da ristretti oligopoli. Ne deriva non solo la resa dello Stato e degli impegni costituzionali di garantire il lavoro e il danno per l’inattività, in modo particolare dei giovani, ma una forte compressione delle possibilità di operare dei sindacati e delle possibilità organizzative dei diseredati in genere. Un unico appunto : non credo sia corretto affermare che se l’Unione Europea garantisse la possibilità di spendere a deficit il reddito universale avrebbe ragione di esistere, sia per la contraddizione con le riflessioni precedentemente svolte dall’autore che per il fatto che con l’attuale organizzazione UE incrementerebbe il debito dello Stato e lo renderebbe sempre più soggetto a ricatti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *