Ma mi

Potrebbero interessarti anche...

Nessuna risposta

  1. Andrea.Mensa ha detto:

    sai tonguessy, il tuo punto di vista ricavato dall'evoluzione di una cantante, mostra lo stesso aspetto dell'animo umano che ho sottolineato più volte…. la solidarietà è una pianta che nasce nei terreni poveri.

    come l'individuo comincia ad avere qualcosa da difendere diventa individualista, si isola, ha qualcosa da perdere, ed allora la solidarietà è un lusso che non può più permettersi preso com'è a difendere il suo orticello.

    è lo stesso spirito della scimmietta….. per catturarle prendono una noce di cocco, praticano un buco e la fissano con una corda.

    poi vanno sotto la pianta su cui stanno le scimmie e riempiono la noce di riso, di cui le scimmie sono ghiotte.

    si allontanano, le scimmie scendono infilano la mano nel foro e stringendo il riso non riescono più a farla uscire, e si fanno catturare piuttosto che mollare il riso.

    questa è un'ulteriore prova che discendiamo dalle scimmie.

  2. Tonguessy ha detto:

    Caro Andrea, esiste anche un'altra storia interessante sugli animali esotici. E' il metodo usato per addomesticare un elefante. Per avere successo bisogna che l'esemplare da addomesticare sia molto giovane. Gli si mettono delle grosse catene alle zampe. Il piccolino tenta disperatamente di fuggire da quel posto di prigionia, ma le catene sono troppo robuste per le sue giovani forze. Passano i mesi e alla fine, esausto si rende conto che non riuscirà mai a spezzarle. La realtà è che un elefante adulto quelle catene le potrebbe spezzare in qualsiasi momento, ma le sua consapevolezza di non esserci riuscito una volta lo porta a pensare di  non poterci riuscire mai.

    Ecco, noi siamo come quell'elefante: possiamo spezzare le nostre catene in qualsiasi momento, ma crediamo di non poterlo fare. Pertanto neanche ci proviamo. Forse discendiamo anche dagli elefanti? ;)

     

    PS: la storia della scimmietta la conoscevo, ma invece del cocco sapevo che i cacciatori facevano un buco in un albero sufficentemente grande da fare passare la mano del quadrumane, ma sufficientemente piccolo da impedire che il suo pugno potesse uscirne

Rispondi a Tonguessy Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *