Capitalismo, sussunzione, nuove forme della personalità

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  1. Daniela ha detto:

    Mi complimento con quest'uomo che ha saputo cogliere l'essenza dello sviluppismo, che ha capito che per opporsi al sistema che stritola occorre cambiare stile di vita, che ha compreso che cambiare lo stile di vita non sarebbe un sacrificio o un semplice rigurgito ideologico di reazionari che vogliono un ritorno al buon tempo antico, ma un modo per stare meglio. Non so valutare se le conclusioni che trae rientrano o meno nel discorso marxiano ma sen'altro è un discorso antagonista che scardina dall'interno i pilastri del capitalismo.
    Sono soddisfatta perciò che D'Andrea abbia voluto fare confronti fra lo stile di vita dei suoi genitori e i suoi, per misurarne le differenze,  per capire ciò che vale e ciò che non vale. Tutto questo coglie aspetti della vita reale delle persone, che non sono principalmente e unicamente di natura economica.
    Spingere su questo versante ha un significato duraturo, molto più che pensare che facendo leva su variabili monetarie, per ricostituire un benessere economico ormai perduto, con la presunzione di saper volgere a proprio favore meccanismi complicatissimi che al contrario potrebbero travolgerci.

  2. Daniela ha detto:

    Correggo
    Spingere su questo versante ha un significato duraturo, molto più che pensare di far leva su variabili monetarie…..

  3. stefano.dandrea ha detto:

    Cara Daniela, intanto devo difendermi. Io non ho proposto un confronto tra lo stile di vita dei miei genitori e il mio. Bensì tra quello dei miei genitori e in realtà la generazione dei settantenni e quello della generazione dei quarantenni, alla quale appartengo. Anzi devo dire che, seppure, sotto due profili, io sono stato e sono un consumatore persino cronico (pranzi e cene fuori; e birra, restando agli esempi che ho recato), sotto ogni altro punto di vista io sono un decrescista nato. Proprio per l'educazione che ho ricevuto non ho bisogno di mutare stile di vita. E le uniche ragoni di dissenso con la mia meravigliosa moglie riguardano i consumi. Avendo avuto quattro figli, ripeto sempre che non intendo migliorare il mio tenore di vita (del quale, tra laltro, non mi lamento). Voglio, invece, riapasrmiare una somma che consenta ai miei figli di concludere gli studi anche se io e mia moglie moriremo troppo giovani. Questo è l'obiettivo economico che ho. Fino a quando le scarpe non sono bucate non le cambio. Fino a quando una maglia non è completamente distrutta non la getto e la indosso. Amo magliette monocolore e senza marchi. Ho cominciato ad andare spesso dal calzolaio, perché ho constatato che si risparmia (si comprano meno scarpe). Sarei favorevole anche a far indossare a mio figlio maschio esclusivamente i vestiti dei cugini; ma purtroppo non trovo il consenso di mia moglie. Ho acquistato la mia prima autovettura di proprietà a trentacinque anni..Mi fermo perché certamente avrai capito il mio stile di vita 

    Concordo invece sul fatto che l'articolo di Bontempelli contiene alcune proposizioni sulla decrescita che rendono la mprospettiva più interessante e realistica rispetto ad altre "costruzioni" (in realtà spesso non si tratta di costruzioni ma di pii desideri.

    Infine concordo anche sulla superiorità di questi discorsi rispetto a quelli monetari. Tuttavia oreciso: l'abbandono dei principi di libera circolazione delle merci, dei capitali e del lavoro non è puramente una questione monetaria. L'attribuzione all'organo competente del compito di tutelare l'equilibrio marcoeconomoci generale (compresa l'occupazione) e di non pensare esclusivamente alla inflazione non è una questione semplicemente monetaria. Prendere atto che uno stato ha dei fini sanciti nella costituzione e che non pu&ograve rinunciare a realizzarli; una questione puramente monetaria.

  4. Daniela ha detto:

    Il problema del fallimento dello Stato va pensato molto bene. Metà dei creditori dello Stato tramite i BTP sono proprio le famiglie dei settantenni e dei sessantenni che hanno risparmiato e che hanno scelto i titoli pubblici perché più sicuri di quelli privati. Un'altra quota consistente è detenuta da risparmiatori tedeschi, francesi, ecc. che potrebbero trovarsi in situazioni analoghe. Individuare igli speculatori che potrebbero essere lasciati con un palmo di naso non è facile. Dichiarare poi che i titoli sono carta straccia vorrebbe dire per che per il futuro lo Stato non potrebbe contare altro che sulle tasse per pagare i servizi. Questi si ridurrebbero drasticamente e si dovrebbe pensare ancor di più a soluzioni decresciste.
    Non avremmo bisogno di uscire dall'Europa perchél'Europa ci caccerebbe a calci nel sedere, se situazioni più complesse non la costringessero a disintegrarsi.
    La crisi economica potrebbe continuare in questo settembre e cambiare le carte in tavola. Staremo a vedere.
    Per le soluzioni nel micro che tu adotti non posso che dare la mia approvazione. Anch'io cerco di fare come te e dato che ho due figli grandi laureati posso dirti che mi sembra siano cresciuti meglio di tanti altri. Con la moglie meglio essere gradualisti, non troppo rigidi.

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