Rossobruni? No, rivoluzionari!

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21 risposte

  1. Claudio.Martini ha detto:

    Смерть фашизму!

  2. Claudio.Martini ha detto:

    Già, ma orma da vent'anni l'Unione non c'é più e ne stiamo ancora pagando il prezzo. In compenso, ci sono ancora i fascisti.

    Posso farti alcune domande, Simone?

    1) perchè ammiri Bombacci?

    2) "Nell’area antagonista, infatti, da sempre divisa tra estremisti di destra e sinistra, si sta profilando con sempre maggior forza la tendenza a unire le forze e i pensieri…"

    mi sai indicare delle manifestazioni di questa "tendenza"?

    3) Tu credi al decisivo valore di civiltà che ha avuto la lotta antifascista negli anni Trenta e Quaranta?

    4) più in generale, perché qualcuno dovrebbe avere difficoltà a riconoscere quel valore?

    5) si può essere, oggi, contro l’imperialismo americano, la globalizzazione capitalistica, il sionismo, o il modello di democrazia rappresentativa di stampo anglosassone, e contemporaneamente denunciare gli errori e gli orrori di Iran, Siria, Sudan, Corea del Nord,  Russia?

    6) "“Superamento” di destra e sinistra significa esattamente questo (..), andare oltre, (..) mantenendo alcuni valori condivisi e in qualche modo universali, sviluppandoli e arricchendoli secondo le necessità che le inedite crisi epocali che stiamo affrontando impongono." Mi sai indicare i valori universali propri di chi ha un origine di estrema destra?

    7) Tu dici che l'antifascismo  "può risultare fuorviante e sterile". Esattamente, perché?

    Grazie

     

     

     

    • simone.santini ha detto:

      Rispondo alle domande di Claudio.
      1) Perché fu un rivoluzionario autentico, coerente fino alla morte rispetto al suo ideale di socialismo rivoluzionario, mai opportunista, che anzi si buttò in alcune battaglie che sapeva già perse, consapevolmente e mettendo in gioco la vita, solo per la speranza di rappresentare un esempio da consegnare alla storia.
      2) Cardini, Tarchi, il gruppo di Eurasia, il gruppo della Sinistra nazionale.
      3) Sì. E soprattutto la fase della lotta di liberazione nazionale. Ma ritengo che tale lotta fu sostanzialmente tradita dalla dirigenza politica, soprattutto da quella comunista e socialista (per gli azionisti e i cattolici non si può parlare di tradimento visto che furono perfettamente coerenti coi loro intenti). Non a caso il tradimento generò quel frutto malatissimo che fu il brigatismo rosso degli anni ’70, che voleva appunto rinverdire quella Resistenza-Rivoluzione tradita.
      4) Intendi a “sinistra”, immagino. Appunto, per il tradimento di cui sopra.
      5) Certo (ma non ho ben capito il retro-pensiero, se c’è, della domanda).
      6) Riferendosi al fascismo rivoluzionario (che sarebbe arduo definire propriamente di “destra”, benché radicale): la supremazia del lavoro sul capitale, la concezione di identità di popolo.
      7) Ovviamente mi riferisco all’antifascismo come valore fondante un movimento politico oggi. Perché non è più utile, come dicevo il fascismo non c’è più, è morto da settant’anni. Oggi esiste il totalitarismo, sotto altre forme rispetto quelle storiche del XX secolo, non il fascismo. Esistono i “fascisti”, ma vogliamo mettere come valore fondante di un movimento politico l’antifascismo per fronteggiare quattro coglioni che ancora fanno il saluto romano? E in questo modo escludere pregiudizialmente altri che invece vengono da quella storia ma possono essere nostri compagni di strada, oggi?
      Grazie a te

  3. Luciano Fuschini ha detto:

    Approvo incondizionatamente il ragionatissimo testo di Santini. Fra tanti azzurrini e rosé, e fra gli ormai pochi rossi e neri arroccati su posizioni vecchie di 70 lunghissimi anni, ben vengano i rosso-bruni.

  4. Piero Pagliani ha detto:

    Sarò telegrafico.
    a) "Questo non significa confusione di valori" va inteso come "I nostri valori comunque provengono dall'antifascismo", come è spiegato dal capoverso seguente. Quindi non significa che tutti i valori e disvalori facciano brodo.
    b) Sono assolutamente contrario a mettere sullo stesso piano nazismo e comunismo, per il fatto evidentissimo che sono stati due progetti opposti e a me quello che non piaceva era il primo.
    c) In quanto agli esiti di questi progetti, la categoria di "totalitarismo" è un buco nero o una fomula magica che nulla spiega perché nulla ha di analitico e di scientifico.
    Nell'attesa che si trovi uno strumento più adatto per capire cosa è successo nel Novecento (io qualche idea ce l'ho ma non posso discuterla qui), ricordo che da una parte c'era Auschwitz  e dall'altra partigiani che combattevano per la libertà.
    Mio padre era partigiano. Mio cugino Franco a 18 anni fu arrestato dalla Gestapo e morì l'anno dopo in campo di concentramento in Germania. Personalmente, come potete capire, non ho dubbi da che parte stare.
    Piero Pagliani

  5. Luciano Fuschini ha detto:

    Complimenti a Santini e Martini per il livello e il tono del loro dibattito. Sottoscrivo anche le risposte di Santini alle 7 domande. Aggiungerei solo all'elenco di quelli che cercano di abbattere gli antichi steccati Alain de Benoist, di cui Tarchi è un divulgatore in Italia. Mi appello a un fronte ampio fra tutti gli anticapitalisti e antimperialisti: è quanto dà significato al tentativo di creare Uniti e Diversi.

    • simone.santini ha detto:

      Grazie Fuschini. Infatti ho citato Tarchi per voler rimanere in ambito italiano, ma anche io ovviamente pensavo a De Benoist. E poi non ho citato appunto a chi già si trova nell’alveo di Uniti e Diversi, perché Movimento Zero sicuramente rientra in questa prospettiva e mi pare che anche Per il Bene Comune vi si stia posizionando sempre più.

  6. Paola ha detto:

    Un ottimo articolo che condivido in toto. 
    Guardare avanti e uscire dall' impasse di una dicotomia, che torna utile solo a quel Sistema che non piace a nessuno di noi, è diventato un dovere di tutti coloro che per davvero  ambiscono al cambiamento. Assurdo che, in nome di quelle etichette che il Nemico comune ci ha appiccicato, ,  continui lo scontro sul nulla e ci si rifiuti di  confrontarsi sui programmi che per lo più sono sovrapponibili.
    Un caro saluto, Simone.

  7. Paolo B. ha detto:

    Caro Simone,
    sono certo che il giudizio storico sul passato debbe rimanere fermo. Nessun tentativo, quindi, di equiparare nazi-fascismo e comunismo.  Il superamento di destra e sinistra va comunque effettuato consapevolmente nel presente e per il futuro. Il discrimine per appartenere ad un movimento democratico e anticapitalista lo individuo nell'adesione fiera e convinta ai principi della Costituzione Italiana (nata dalla Resistenza) e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Chi non accetta queste premesse, fascista o comunista che sia (o sia stato), è un inutile compagno di viaggio, subalterno all'ideologia violenta del sistema capitalistico. I nomi che tu fai, da Cardini a Tarchi, fino a De Benoist, sono di tutto rispetto. E dubito che anche solo uno di loro sarebbe così stupido da definirsi, oggi, fascista. Se lo ha fatto in passato non mi riguarda.
     Le vie per giungere ad un cammino comune di pace e di liberazione sono infinite.
    Paolo Bartolini

    • simone.santini ha detto:

      Caro Paolo, sono d’accordo con te. E mi offri la possibilità di chiarire un punto. Col mio intervento non intendevo assolutamente porre la questione di una equiparazione tra nazi-fascimo e comunismo, equiparazione politica, storica, o culturale che sia, sarebbe a dir poco operazione miope e stupida, anzi, per molti versi aberrante. Semmai su questo punto ponevo una questione metodologica: cioè, nazismo, fascismo, comunismo, sono categorie storico-politiche sulle quali il giudizio dovrebbe essere appunto di ordine storico, politico-culturale. Su altro piano, quello valoriale, non ha senso per me fondare oggi un movimento politico che si richiami esplicitamente al comunismo. Non a caso aderisco ad Alternativa e non ai tanti partiti e partitini comunisti o neocomunisti che pur ci sono (e dico così riconoscendomi un passato “comunista”).
      Il punto controverso, e mi rendo conto che lo sia, è altro. Cioè, l’antifascismo è come fascismo e comunismo una categoria ormai solo storico-politica o un valore politico attuale su cui fondare un movimento politico? Io mi pongo nella prima opzione, e si badi, così facendo non rinnego i valori dell’antifascismo, né invito nessuno a rinnegarli. Se non altro per un semplice motivo: quei valori fondanti che han dato vita all’antifascismo, che valgono anche oggi, non sono nati con l’antifascismo, ma venivano da ben più lontano. E alcuni di essi erano condivisi addirittura dal fascismo (!) o almeno da alcune sue compenenti e in alcuni momenti. Per questo l’analisi sul fascismo va fatta sul piano storico perché altrimenti è chiaro come si possa far fatica a comprendere che oggi ci sono persone che si trovano sul nostro stesso cammino, che potremmo incontrare, ma che rischiamo di non incontrare se poniamo apertamente una pregiudiziale antifascista. Non perché queste persone non abbiano superato gli steccati ma perché possono pensare, in maniera giustificata, che siamo noi che quegli steccati non li abbiamo ancora superati.
      Un forte abbraccio.

  8. tania ha detto:

    Simone Santini
    Qualsiasi movimento che voglia definirsi anticapitalista ha come mototre la lotta di classe . Ora , dal momento che definisci il fascismo "anticapitalista" , mi sapresti indicare , durante il ventennio , cos'è che è andato storto ? Quale sfortunata circostanza ha impedito a questa lotta di classe di emergere con tutto il suo bagliore ? Perchè per me c'è stata per tutto il ventennio una lotta di classe , solo che la classe protagonista non era certo quella che avrei voluto io ..
    ciao , e grazie per l'eventuale risposta 

    • simone.santini ha detto:

      @ Tania. Non sono un esegeta del fascismo ma credo che un punto di svolta fondamentale per la storia di quel movimento, dell’Italia, e probabilmente dell’Europa, sia da ricercare nel delitto Matteotti. Non so se la storiografia ufficiale abbia sufficientemente sviscerato la possibilità, molto concreta, di mandanti “occulti” (del resto i “poteri forti” in grado di condizionare il potere politico non sono invenzione recente). Se ti va di approfondire l’argomento prova a fare una ricerca online con le parole chiave “Carlo Silvestri” e “delitto Matteotti”. Ti consiglierei di leggere “Mussolini e Matteotti e il dramma italiano” dello stesso Silvestri, se non fosse praticamente introvabile.
      Ciò detto, non mi pare di aver scritto da nessuna parte che il fascismo del ventennio (cioè quello al potere) sia stato, tout court, anticapitalista. Anzi, non lo penso. Ho scritto altro. E anche la tua affermazione che la lotta di classe è sempre e comunque il motore dell’anticapitalismo non mi pare così lapalissiana.
      Ringrazio te per il tuo intervento.

  9. Rodolfo ha detto:

    Non confondiamo i piani e le questioni. Il comunismo è stato un tentativo rivoluzionario, con i suoi sogni, le sue speranze, le sue idealità, le sue realizzazioni (la decolonizzazione per fare un esempio).
    Il fascismo è stato una rivolta delle classi medio-borghesi di reazione al comunismo e con al suo interno posizioni "anticapitalistiche" populistiche tipiche della piccola borghesia. A dimostrazione di ciò vi è l'appoggio della grande industria al fascismo e la sua pratica imperialistica (altro che le demoplutocrazie!!!!) come la guerra in Libia, in Eritrea e Somalia, e la partecipazione alla II guerra mondiale insieme con la Germania nazista.
    Altro discorso, ovviamente, è il percorso di chi, da destra, giunge a posizioni realmente anticapitalistiche ed emancipatrici ma che questi discorsi non fanno altro che rendere molto più problematico, più di quanto già non sia.

  10. buzz ha detto:

    Io sono disposto a superare qualsiasi steccato ideologico, nella mia vita ho riconosciuto a me più vicine persone nate e cresciute a destra, piuttosto che, come me, a sinistra. Questo perché, di fondo, c'è un grande confusione su quelli che sono valori di destra e di sinistra.
    Tanto che, credo, sarebbero queste due parole, prima di tutto, da abolire. Perchè ormai generano solo confusione, essendo contenitori in cui troppi, per troppo tempo, hanno messo dentro di tutto.

    Il problema, cari amici, non sono le ideologie. Il problema è l'uomo. E noi forse dovremmo sforzarci di individuare quei valori che rendano possibile la sopravvivenza della specie e del pianeta in cui vive.
     
    Il problema non è ideologico, è etico.
    E questa etica, a mio parere, deve essere costruita sul principio del primato della ragione sulla cieca forza evoluzionistica in cui il diritto è del più forte, il più astuto, il più adattato, sia esso individuo o popolo, nelle relazioni sociali o economiche.
    Lo spartiacque è Etico. Da cui discendono poi le scelte politiche ed economiche.
    Altrimenti non ha senso parlare di alcun superamento, perché rimarremo sempre e comunque invischiati nello stesso errore di fondo.

    • simone.santini ha detto:

      “Il problema, cari amici, non sono le ideologie. Il problema è l’uomo. E noi forse dovremmo sforzarci di individuare quei valori che rendano possibile la sopravvivenza della specie e del pianeta in cui si vive. Il problema non è ideologico, è etico”.
      Ben detto buzz, secondo me hai centrato il cuore della questione.

  11. flavio ha detto:

    Il problema è la configurazione di un terreno di reale critica-pratica, offensiva, per uscire dalla difensiva e cominciare ad opporre resistenza concreta alla depredazione neoliberista. E' indispensabile assodare che è una questione che ha già travalicato i meandri ridotti e deserti della "politica", e che si tratta di afferrare ed esprimere gli interessi dell'immensa maggioranza sociale, ora sotto attacco.
    Non è l'inveterata trappola che riverbera la contrapposizione fittizia destra-sinistra, nè gli echi di ideologismi oggi, qui ed ora,  improponibili. Stiamo per essere scaraventati negli anni 30, perdendo conquiste civili e sociali conseguite da tre generazioni di italiani. Ci vuole pragmatismo, senso pratico: farla finita con il narcisismo settario ed impotente di "seguo solo quelli che hanno la mia bandiera, della stessa tonalità di colore e con l'asta con dentica lunghezza e diametro" !!!
    Ci vuole pragmatismo, senso pratico, volontà di lottare, in primo luogo per arginare la grande offensiva dell'elite finanziaria. Leticare sulla politica non è proprio il caso, quando siamo in presenza di una equivalenza: neoliberismo di sinistra-neoliberismo di destra; oppure liberismo con due ali interscambiabili e complici.
    Sono proprio costoro, ad aver messo in circolazione questa etichetta del rosso-brunismo! Sono le medesime canaglie che nel passato coniarono gli "opposti estremismi si toccano" per arginare la grande offensiva dei cetisubalterni negli anni 70.  Si tratta di ciamare a raccolta coloro che sono disponibili a un movimento reale capace di modificare lo statodi cose esistente, qui ed ora.

  12. Eva ha detto:

    "Mio padre era partigiano. Mio cugino Franco a 18 anni fu arrestato dalla Gestapo e morì l'anno dopo in campo di concentramento in Germania. Personalmente, come potete capire, non ho dubbi da che parte stare."

    Ecco un altro ritardato che segnala avvenimenti presunti.Punto primo bisognerebbe anche che l'idiota segnalasse dove stava la gestapo quando gli arrestavano il presunto cugino.Secondo dovremmo capire la differenza tra comunismo e nazionalsocialismo perchè a conti fatti il comunismo non aveva la gestapo,ma la ceka poi kgb ed anche in fatto di campi di concentramento si è dato più da fare di tutti.Quindi non si capisce come mai si nomini solo ed esclusivamente il nazionalsocialismo,quando negli anni 30' in comunisti in Ucraina (e non solo) praticavano selezione assoluta cioè ammazzavano milioni di persone e così hanno continuato per decenni.

    • Anto ha detto:

      “Trovate l’intruso”, ecco un commento che stona completamente con la pacatezza e la civilta che gli altri hanno avuto nell’esprimere opinioni differenti.
      In base a cosa ti permetteresti, con tutto rispetto, di dare del ritardato alla persona in questione, suppongo che non avresti problemi a credergli se avesse detto che l’hanno deportato i sovietici, come non ne avrei io, sarà perchè purtroppo tutti sappiamo quanto i sovietici siano stati dispotici o anche, e qui me ne duolerebbe di più, se un altro affermasse che un parente è stato fucilato ingiustamente dai partigiani.
      Mentre scrivevo però ho riflettuto e posso avanzare solo un’ipotesi plausibile per questo energico diniego nei confronti di tale possibilità, idee negazioniste, forse.
      Questa mia precisazione non sminuisce in alcun modo gli orrori delle persecuzioni sovietiche e si limita ad affermare che queste ultime erano su basi politiche più che etniche, ma è una sottigliezza in quanto i due piani si sovrappongono, rimane sempre l’esaltazione dei capi nell’identificare la loro stabilità e benessere con quello del popolo.
      A proposito di popolo sulla concezioni di “identità del popolo” come valore universale ci sarebbe da discutere, niente da dire in linea di principio, ma bisogna vedere come questa si delinea, se intenda negare che etnie e origini diverse non siano necessariamente motivo di divisione, in certe situazioni. Saranno frutto in parte di una globalizzazione voluta dai poteri economici dominanti, della dispersione della lotta di classe con l’arrivo di nuovi poveri da paesi impoveriti, ma non possiamo negare il valore di un’amicizia tra compagni di classe di etnie diverse, non possiamo certo dividerli. Semmai la lotta deve essere unita.

  13. stefano.dandrea ha detto:

    Non intervenni a quel tempo a commentare l’articolo che non condividevo di Simone, il quale non volle entrare nell’ARS e cessò di pubblicare su Appello al Popolo.
    Ho sempre creduto che la qualifica di rossobruni, quando non indichi, come sarebbe storicamente appropriato, una specie, minoritaria, di fascisti, e dunque pur sempre fascisti, sia erronea.
    Credo che oggi non vi sia bisogno né di rosso-bruni né di rosso-rossi né di nero-neri, bensì di rosso-rosa, di rosa-bianchi e di bianco-neri, uniti in un fronte. Ma in realtà non vi è nessun bisogno di ricorrere ai colori. Basta dire che vi è bisogno di sovranisti che vogliono ricollocare la Costituzione del 1948 al vertice del nostro ordinamento, distruggere l’Unione europea, e ripercorrere un cammino di attuazione della Costituzione che fu abbandonato tra la seconda metà degli anni settanta e i primi anni ottanta.

  14. Manulele ha detto:

    Il problema è che o fascismi (anche comunista) sono nati come superamenti di destra e sinistra storiche. Giustamente contrari allo squalo del Capitale internazionale hanno dato il popolo in pasto ai barracuda dei capitalisti nazionali. Queste cose accadono con sinistre deboli e sedotte dalla finanza internazionale, con destre che si socializzano o socialisti che si nazional-socializzano senza portare a pieno impiego, redistribuzione etc. che dovrebbe essere l’interesse vero di un controllo nazionale e democratico sugli strumenti finanziari (dazi, moneta, intervento pubblico in economia etc.). Quando poi il popolo non capisce ancora perché non c’è stato un intervento a favore delle masse e i ricchi continuano a magnare, ecco che è colpa dell’Ebbreo errante, degli zingari ladri, dei culattoni antinatalisti ecc.

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