Comunisti italiani, smettetela di essere idioti, vili e ipocriti!

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  1. Giuseppe ha detto:

    Rivolgendomi ipoteticamente al professor Montes: ma perchè dopo ogni critica del sistema attuale bisogna sempre precisare che comunque vogliamo e dobbiamo essere europei? Ma dove sta scritto che, anche una volta raso giustamente al suolo questo super-stato europeo, l'unica via percorribile sarebbe quella di una "nuova" unione eurosovietica? Ma dove sta scritto che i popoli e le nazioni d'europa non debbano più esistere per il loro bene?? Questi sono raggiri di neo-lingua belli e buoni! Ne riporto un esempio: "Per la futura grandezza d'Italia è necessario che essa scompaia dalla faccia della terra". Andassero al diavolo gli euronazionalisti e tutti gli eurofanatici di questo pianeta.
    Nazioni come Argentina, Islanda, Svezia tengono benissimo il passo della competizione globale contro i colossi cinesi e brasiliani, eppure non mi sembra che per raggiungere questo scopo abbiano dovuto cessare di esistere in quanto entità nazionali e identitarie, anzi l'opposto. Allora diciamolo chiaramente una volta per tutte, senza farci affliggere dall'archeo-riflesso inculcatoci fin da bambini che parlare di Patria e Nazione sia cosa da nazisti cattivi e sterminatori di ebrei: noi crediamo in un grande progetto chiamato Italia, che possa affermare il suo diritto ad esistere e ad (auto)governarsi  nel rispetto reciproco ed in rapporto con tutte le altre identità statuali e nazionali.  
    Riportando la citazione contenuta nell'ultimo articolo della dottoressa Magli: “Non riconosco a nessuno il potere di cambiare la cittadinanza di un popolo” (G. Garibaldi)

    Concludo ormai con il mio motto preferito:
    Sovranità, Identità, Democrazia!

  2. Lorenzo ha detto:

    Francamente ci vuole il coraggio di Montes per dire che la sinistra – almeno quella parlamentare in tutte le sue (finte) varianti – "non ha generato la crisi" dando il suo appoggio entusiastico all'euro e all'unificazione europea. Il governo Prodi in Italia, quello SPD-verdi in Germania, sono stati i battistrada della UE.
     
    Qui comunque non si tratta di prediligere l'Europa o gli stati-nazione, i Grossraeume o le piccole patrie. Qui si tratta di opporsi al neoliberismo ed ai mostri che ha partorito e che stanno divorando tutto: il nostro benessere, il tessuto sociale, gli spazi comunicativi, la stessa civiltà. Fra i principali e più perniciosi di questi mostri ci sono l'euro e la UE. E quindi ben vengano le più ampie convergenze fra le poche persone abbastanza oneste con se stesse e cogli altri per dire ad alta voce che il re è nudo.
     
    Credo che un'idea ci accomuni: la politica deve riacquistare il predominio su un'economia impazzita. Qualunque siano le forme statali che prevarranno a neoliberismo defunto, saranno migliori delle attuali.  Personalmente, sottoscriverei tranquillamente la prospettiva dirigista e statalista (in buona sostanza: collettivista) avanzata da Stefano.

  3. Giovanni Greco ha detto:

    Per una analisi sulla crisi dell'euro citerei Il Più Grande Crimine di P. Barnard, disponibile su http://www.paolobarnard.info.

  4. stefano.dandrea ha detto:

    Giovanni,

    conosco, più o meno gli articoli di Barnard, che hanno il difetto di essere troppo lunghi e soprattutto di tener conto soltanto di specifici profili del problema (anche se la tesi di fondo di uscire da euro e ue la sostengo da sempre e quindi c'è accordo).

    Barnard non tiene conto del cuore del problema, che sono i deficit commerciali e le crisi di bilancio causate dall'euro nei paesi del sud Europa. Se la BCE acquistasse i titoli, forse fermebbe la speculazione; ma non porrebbe fine ai deficit commerciali e agli squilibri generati dall'euro. Poi in realtà ci sono molte altre ragioni per uscire dalla UE a prescindere dal problema euro. Per queste ultime puoi vedere il video del il mio intervento a Chianciano (pubblicato su appello al popolo con il mtitolo O la costituzione della repubblica italliana o la'Unione europea). Sugli squilibri generati dall'euro, che sono il vero problema, a prescindere dalla speculazione, puoi vedere questo saggio di Brancaccio, davvero premonitore di ciò che sarebbe accaduto http://www.emilianobrancaccio.it/wp-content/uploads/2010/04/brancaccio-studi-economici-preliminare.pdf nonché gli articoli di Alberto Bagnai, professore di politica economica, che ha aperto un bllog che troverai nell'elenco dei blog segnalati.

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