In quel Manifesto c’era già tanto del futuro partito sovranista, nato poi nel 2016 dall’esperienza e dal lavoro dell’ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità col supporto dell’attività di divulgazione, ricerca e formazione dei militanti, effettuata attraverso la Rivista.
Ovviamente alcune posizioni del Manifesto si sono evolute o meglio delineate, altre sono state sviluppate, soprattutto grazie all’incontro con gli altri militanti che hanno contribuito in maniera decisiva alla formazione dell’intellettuale collettivo socialista e sovranista, il partito popolare che un giorno dovrà portare l’Italia fuori dai Trattati Europei: il Partito del Recesso.
Tantissime analisi svolte su Appello al Popolo si sono rivelate in questi 10 anni esatte e molte previsioni e prese di posizione coraggiose sono state confermate dall’evoluzione storica.
Ringraziamo tutte le persone che in questi 10 anni hanno contribuito a far crescere la Rivista (e con essa il Fronte Sovranista Italiano) e invitiamo alla lettura di quel Manifesto di Stefano D’Andrea (qui il link), che così iniziava:
“Quello che segue non è il Manifesto di un partito che esiste e nemmeno di un partito che intendiamo fondare. Non siamo ingenui. E’ il manifesto del partito che vorremmo, del quale gli italiani e l’Italia avrebbero bisogno. Ma gli italiani sono stati “bipolarizzati”, credono che la libertà consista nel votare lo schieramento di qua o quello di là e non si accorgono che i due schieramenti sono al più due correnti del medesimo partito. Anche i partiti minori, che pure si dichiarano radicali, si alleano o aspirano ad allearsi con l’uno o con l’altro schieramento. Soltanto una elite di italiani che formi un partito alternativo al partito unico delle due coalizioni (è questa la libertà politica; è questa la democrazia, altrimenti libertà politica e democrazia non sono nulla) potrebbe, forse, salvare la Repubblica. Intanto il tempo trascorre e la soluzione jugoslava alla crisi della Repubblica comincia a intravedersi all’orizzonte, non certo come necessità ma comunque come possibilità. Servirebbe un Fronte. Un Fronte Popolare. Una unione di diversi. Il Manifesto enuncia quelli che dovrebbero essere i principi unificanti.
Intanto, la funzione che il Manifesto svolge è quella di prendere posizione, tracciare i confini, segnalare temi e in questo modo rendere organici i contributi che verranno pubblicati. La nostra è una rivista organica al partito che non c’è…”
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