Dal pubblico alla bontà: come la sinistra è divenuta la peggior destra liberista

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4 risposte

  1. barbaranotav ha detto:

    pienamente d'accordo. Pensa a Cacciari, tanto promoter del bene comune come del'acqua pubblica come per la decrescita e per una sinistra alternativa….approda a Monti!
    http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=171555
    cosa non si fà per la poltrona….penso che la sinistra sia qualcosa che sia esistita solo nell'immaginario collettivo..insomma un esperimento da PNL

  2. Credo si stia confondendo il fratello Paolo Cacciari con Massimo. Il primo, ex rifondazione forse ora in ALBA, è un decrescista.
    Massimo, sostiene posizioni come quella qui linkata da molto tempo e sono ormai molto ben conosciute, e coerenti con le posizioni da egli assunte fin da quando era giovane ricercatore e filosofo dei gruppi extra-parlamentari. Infatti, era un nuclearista, e continua ad esserlo. 

  3. Eugenio Orso ha detto:

    La sostituzione del pubblico con il comune è stata teorizzata da Antonio Negri nel suo Commonwealth, scritto con il solito Michael Hardt e pubblicato in traduzione italiana con il titolo di Comune. Oltre il privato e il pubblico (se non erro da Bompiani).
    L'escamotage di un non meglio definito bene comune rende possibile attaccare non tanto il privato e la proprietà privata (come sarebbe auspicabile), ma proprio le sopravvivenze del pubblico (proprietà pubblica e iniziativa economica), in linea con la difesa della globalizzazione neoliberista, che dovrebbe essere corretta dalle fantomatiche moltitudini all'attacco dell'impero, fino a trasformarsi in una futura, meravigliosa "democrazia globale", orizzonte destinale umano.
    Le invenzioni negriane che hanno alimentato la fantasia degli studenti nei campus universitari americani, e di una certa sinistra apostata del comunismo, del solidarismo di classe e della giustizia sociale, sono dunque tre: l’impero, le moltitudini e il comune (il bene comune). La critica di Negri è rivolta contro la Repubblica della proprietà oggi trionfante, ma sotto sotto, ribadisco, è rivolta in modo particolare contro la proprietà pubblica.
    Sotto questa furberia c'è l'accettazione del neoliberismo, l'attacco agli stati nazionali e alla loro (necessaria, vitale) sovranità, nonché il tentativo di sostituire all'internazionalismo proletario dei vecchi marxisti – per altro mai realizzatosi nel corso della storia pregressa – la globalizzazione di matrice neoliberista. Sono in perfetta sintonia con chi afferma che la "teoria dei beni comuni" è aria fritta.
    La sinistra succube del neoliberismo, suo affidabile agente politico e ingannatrice delle masse, va da Antonio Negri fino a Matteo Renzo (Adesso! Sì, appunto, che vada Adesso affanculo!) e al furbo poetastro prestato alla politica Nicola Vendola.
    Saluti
    Eugenio Orso

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