Senza nuovi partiti politici siamo condannati ad essere servi

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2 risposte

  1. Lorenzo ha detto:

    Il "partito" della Seconda Repubblica era (ed è) nient'altro che un gruppo di potere affaristico-imprenditoriale; anzi un coordinamento nazionale di gruppi di potere affaristico-imprenditoriali…

     

    Un articolo da incorniciare.

     

    Manca solo la presa d'atto che la media della popolazione è ormai perfetamente integrata alla media dei partiti politici della II repubblica, e che le due dimensioni si integrano a vicenda.

     

    E manca un riferimento al peso preponderante dei rapporti internazionali. Caduta l'URSS l'Italia ha cessato di avere anche la parvenza di stato semisovrano ed è diventata un pezzettino della plutocrazia statunitense, di cui ha mutuato pedissequamente i caratteri. Negli altri satelliti europeo-occidentali non è accaduto nulla di diverso. Fortunatamente gli USA sono al tramonto e ci stanno trascinando verso il comune precipizio.

  2. Lorenzo ha detto:

    Mi permetto di segnalare un'intervista che la Pravda – quotidiano vicino a Putin che condivide quasi perfettamente le posizioni di ARS – ha recentemente concesso a Marion Le Pen, figlia della più nota segretaria del Front national. Vi viene sviluppato un concetto fondamentale per comprendere la situazione descritta nell'articolo, quello di "élites ostili" ai propri elettori:

     

    in Francia, in Europa e nell'intero Occidente ci troviamo dinanzi a un problema nuovo e sorprendente: le élites ostili. I parlamentari non amano le masse che dovrebbero rappresentare, i burocrati non si sentono tenuti a servire i loro interessi, i giornalisti e i media di opinione le disprezzano […]. L'ostilità delle élites deriva dal fatto che esse non condividono più i fini e le speranze della gente comune. Al contrario, nella misura in cui queste desiderino conservare il proprio stile di vita, le radici nazionali diventano un ostacolo alle loro brame di potere, legate alla follia globalizzatrice…

     

     

    http://english.pravda.ru/opinion/columnists/23-07-2013/125235-marion_le_pen_interview-0/

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