Taggato: Antonio Gramsci

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Candidarci alle elezioni del 2023. Ad ogni epoca la sua rivoluzione

di Simone Garilli (RI Mantova) Per un partito popolare che stia tentando di emergere e di incidere nella vita della nazione le elezioni politiche sono l’appuntamento in assoluto più importante. È quasi banale ricordare il perché: prima di riuscire a candidare su base nazionale il proprio simbolo, il proprio programma, i propri candidati e il proprio stile, ma direi persino il proprio metodo, la propria organizzazione e il carattere dei propri militanti, il partito, semplicemente,...

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Le radici socialiste del sovranismo costituzionale

“In ogni epoca bisogna tentare di strappare nuovamente la trasmissione del passato al conformismo che è sul punto di soggiogarla” (Tesi XVIIa – A). […] Lo storicismo si accontenta di stabilire un nesso causale fra momenti diversi della storia. Ma nessuno stato di fatto è, in qualità di causa, già perciò storico. Lo diventa solo successivamente attraverso circostanze che possono essere distanti migliaia di anni da esso. Lo storico che muove da qui cessa di lasciarsi...

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La provincia dell’impero

Negli anni del “miracolo economico” l’Italia supera lo storico ritardo che la divideva dai maggiori paesi industrializzati. Arriva a questo appuntamento con un’identità nazionale e culturale assai meno forte di quella delle maggiori nazioni europee (Francia, Inghilterra, Germania), e quindi più sensibile all’influenza del paese-guida dell’Occidente, gli Stati Uniti. Beninteso, il fenomeno dell’”americanismo” (come lo chiamava Gramsci) era diffuso già a partire dagli anni Trenta e riguarda tutto il mondo. Tuttavia è dal dopoguerra che...

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‘Für ewig’: gli intellettuali, la democrazia, il popolo

di LUCA RUSSI (FSI Arezzo) In questi giorni bui per la democrazia e per la nostra Repubblica mi sono imbattuto nella ennesima giravolta di uno degli intellettuali più confusi della storia recente del nostro Paese, quell’Alberto Asor Rosa il quale ancora nel 2011 auspicava (contro Berlusconi) che “la democrazia si salvasse “forzando le sue stesse regole”, e che in un articolo su “Micromega”, a proposito della clamorosa esondazione di Mattarella dall’alveo di quelle che sarebbero le...

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“Nietzsche a Wall Street” è un libro che parla a Noi

di JACOPO D’ALESSIO (FSI Siena) Può essere interessante a questo punto porsi una serie di domande. Che tipo di contiguità si può stabilire fra l’enigmatica realtà simbolica che chiamiamo Italia – e che si presenta nel mondo soprattutto in una forma godibilmente fisica, materiale e sensibile – e la storia moderna del suo Stato? In che modo queste due realtà si influenzano tuttora reciprocamente?  Daniele Balicco   Nietzsche a Wall Street, di Daniele Balicco, si inserisce all’interno...

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Sulla “Teoria della classe disagiata”: una recensione e una critica sociale (2a parte)

di FRANCESCO BERNI In Italia manca una classe come quella di Ibn Khaldun, che sappia fare un discorso serio sul perché ormai sia saltata la asabiyya ed ogni sua ricerca: la asabiyya è definita a pagina 61 come “la capacità di autorganizzarsi, di operare collettivamente, di cooperare invece di bruciare ingenti risorse nella lotta per il prestigio”. Le risposte che fornisce Ventura non mi soddisfano appieno, perché non è affatto vero che i posti sono...

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Che fine ha fatto la scuola pubblica?

di ROBERTO RENZETTI I marxisti, me compreso, avevano sopravvalutato il capitalismo (l’unico che non aveva fatto un tale errore era Gramsci). Credevano fosse penetrato dovunque e pervaso con la sua ideologia ogni struttura, corrompendola. Sbagliavamo. La scuola era rimasta fuori ed era forse l’unico luogo dove non era potuta penetrare la società dei consumi e del facile successo. Inconsciamente tutte le forze politiche fino al 1968 avevano spinto per una scuola sempre più selettiva. La...

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Politica e tempo

di JACOPO D’ALESSIO (FSI Siena) Ancora oggi molti attivisti considerano il tempo una sorta di mostro mitologico: una categoria priva di controllo di fronte alla quale rimangono terrorizzati e si arrendono. Oppure vediamo altri che per lo stesso motivo decidono di scendere verso inutili compromessi che rischiano di mettere a repentaglio i loro obiettivi e la fatica di anni. Perciò, invece di utilizzare il tempo in qualità di soggetti capaci di costruire un progetto grazie...

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L’assalto all’Unità – Propaganda anti-risorgimentale e decostruzione nazionale: una replica a Diego Fusaro

di BRUNO FARINELLI (FSI Torino) Il Risorgimento è uno svolgimento storico complesso e contraddittorio, che risulta integrale da tutti i suoi elementi antitetici, dai suoi protagonisti e dai suoi antagonisti, dalle loro lotte, dalle modificazioni reciproche che le lotte stesse determinano e anche dalla funzione delle forze passive e latenti come le grandi masse agricole, oltre, naturalmente, la funzione eminente dei rapporti internazionali. A. Gramsci, Il Risorgimento[1] La definizione di Risorgimento data da Antonio Gramsci...

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Michéa e la sinistra sedotta dal capitale

di MARCO GATTO [Università della  Calabria] Jean-Claude Michéa ha il merito di riportare le questioni che affronta alla radice, senza mai dissimulare il rischio di ridurre all’osso i problemi, e anzi insistendo sull’aperta complessità delle sue argomentazioni. Ne viene fuori una forma di saggismo militante che il nostro paese ha da molto tempo accantonato per rifugiarsi in una pamphlettistica di mercato spesso vacua quanto politicamente innocua. Si può forse riassumere in una duplice argomentazione il...

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O governabile o sovrano

di LUCIANO DEL VECCHIO (FSI Bologna) Nel secondo dopoguerra studiosi di varia ispirazione ideale e politica proposero interpretazioni del Risorgimento volte a rilevare le insufficienze della classe dirigente post-unitaria la quale, costituita da una ristretta élite liberale, è parsa insensibile verso i problemi sociali. Lo stato unitario sarebbe stato contraddistinto – sottolinearono i cattolici – da questa indifferenza sociale che derivava dall’individualismo economico e politico dei liberali, i quali d’altronde, avrebbero diffuso il culto esclusivo...

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Sovranismo, nazionalismo, Patria e Costituzione

di LUCA RUSSI (FSI Arezzo) Dal momento che vedo sovranisti spellarsi le mani per Orban o la Le Pen, e altri sovranisti (molti meno, per la verità) dare ragione a Barnard che dice che per il referendum sarebbe più opportuno fare i seggi negli obitori (anche se in questo caso, la sua è, al solito, una provocazione vòlta più che altro a marcare la distanza con chi invita a votare No senza considerare che la...