Taggato: Merkel

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Cosa fatta capo ha

di LUCIANO DEL VECCHIO (FSI Bologna) L’uscita della Gran Bretagna dall’unione diarchica franco-tedesca apre gli Anni Venti del XXI secolo; la sua importanza è epocale non solo per i Britannici ma anche per gli altri popoli, che potrebbero essere tentati di seguirne l’esempio, specialmente per quegli stati che ne sono contribuenti in perdita, come l’Italia. Dopo una vicenda controversa iniziata con il referendum del 23 giugno 2016, la Brexit diventa effettiva. In quella consultazione si...

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Una élite liberale che ancora ci conduce verso l’abisso

Traduzione a cura di Emilio di Somma (FSI Torino) Un gruppo di 30 rispettati intellettuali, scrittori e storici ha pubblicato un manifesto lamentando l’imminente collasso dell’Europa e dei suoi presunti valori illuministici di liberalismo e razionalismo. L’idea di Europa, avvertono, “sta cadendo a pezzi davanti ai nostri occhi”, mentre la Gran Bretagna si prepara alla Brexit e i partiti “populisti e nazionalisti” sembrano pronti a ottenere ampi successi nelle elezioni in tutto il continente. (nt....

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L’Europa sotto il Merkel IV: un bilancio di impotenza (parte 3)

di WOLFGANG STREECK Traduzione a cura di Massimiliano Sist (FSI Latina)   Rifondare l’Europa? La politica organizzata a livello europeo è sempre stata condotta attraverso due canali, uno sovranazionale e uno intergovernativo. La Germania ha tradizionalmente preferito il sovranazionalismo, visto il suo desiderio di evitare il conflitto e nascondere la sua influenza dietro regole che rendono superflue le trattative. Anche l’Intergovernamentalismo ha resistito perché potrebbe dar vita a un’Europa à la carte, a “geometria variabile” o...

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L’Europa sotto il Merkel IV: un bilancio di impotenza (parte 2)

di WOLFGANG STREECK Traduzione a cura di Massimiliano Sist (FSI Latina)   Passività in scadenza   Tra i lasciti del Merkel III c’è una frammentazione senza precedenti del sistema dei partiti politici tedeschi, con l’AfD che ottiene una presenza consistente nel Bundestag, e l’FDP appena un po’ minore. Entrambi sono arrivati ​​sulla scia dell’apertura dei confini della Merkel nel 2015. Rispetto ad altri paesi, i sei o sette partiti parlamentari tedeschi (a seconda di come si...

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L’Europa sotto il Merkel IV: un bilancio di impotenza (parte 1)

di WOLFGANG STREECK Traduzione a cura di Massimiliano Sist (FSI Latina)   Introduzione L’Europa organizzata, o disorganizzata, nell’Unione europea (UE), è una strana bestia politica. Consiste, in primo luogo, nelle politiche interne dei suoi stati membri che, nel tempo, si sono profondamente intrecciate. In secondo luogo, gli stati membri, che sono ancora Stati sovrani, perseguono interessi definiti a livello di singola nazione attraverso le politiche estere, ancora nazionali, all’interno di relazioni internazionali intraeuropee. Qui, in...

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Il Portogallo è emerso come la prospera “anti-Germania” d’Europa

di PAUL HOCKENOS (Foreign Policy) Traduzione a cura di Antonio Gisoldi (FSI Bologna) La risoluta cancelliera tedesca Angela Merkel non è una che di solito ammette di essersi sbagliata. Ma questo autunno, quando si è trattato della sua fede nell’austerità in Europa, la Merkel, insieme al suo allora ministro delle finanze Wolfgang Schaüble, lo ha fatto – con i fatti, anche se non con le parole. I tedeschi hanno usato la loro notevole influenza per...

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L'incubo del capitale: la libertà dei popoli

di Stefano D’Andrea Articolo pubblicato su Appello al popolo il 19 settembre 2011 e nel quale era già  tutto previsto.   Dice Angela Merkel e con essa tutta la elite politico-finanziaria: se crolla l’euro crolla l’intero ordine giuridico europeo. Rispondiamo: lo sappiamo. E infatti non ci sono altre ragioni per uscire dall’euro se non quella di perseguire la disintegrazione dell’ordine giuridico europeo.   La verità è che faranno di tutto per salvare l’ordine giuridico europeo....

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Comunque vada per i sovranisti finirà bene

Nonostante l’europeismo di Tsipras, si deve riconoscere che la decisione di indire il referendum e la vittoria del NO in ogni caso produrranno un indebolimento dell’Unione europea, sicché i sovranisti possono, anzi devono, comunque festeggiare. Semplificando al massimo, i possibili scenari sono due. La prima ipotesi è che le “istituzioni” mantengano la linea dura, sostenendo che il referendum vincola il governo greco a non accettare le condizioni poste dalle istituzioni sovrannazionali per il rifinanziamento della...

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Se vincono i si e se vincono i no

Se vincono i si, Tsipras dovrà rispettare la promessa solennemente fatta: “E prendo io personalmente l’impegno di rispettare il risultato di questa vostra scelta democratica qualsiasi esso sia”. Dovrà quindi accettare le condizioni dell’Unione europea e non avrà più margini di trattativa, a parte briciole. Quindi, continuando a governare dovrà attuare una politica economica nell’ambito dei vincoli assunti e, se non sarà più primo ministro o al governo, perché il suo governo sarà stato sostituito...

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La soluzione del caso greco: il rinvio

Nell’analizzare la situazione greca, i sovranisti, e tra essi chi scrive, nonché coloro che auspicano la scomparsa dell’euro per “salvare l’Europa”, hanno dato forse troppa rilevanza a Syriza, partito iper-europeista, e in generale al governo greco, mentre una valutazione realistica della situazione deve prendere le mosse dalla premessa che, alla fine, la decisione la prenderà comunque il terzetto. Con la parola terzetto non alludo alla troika , altrimenti detta, ipocritamente, “istituzioni”, meri organi di servizio, bensì alla potenza imperiale, gli Stati Uniti, e alle due potenze...

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Syriza, la Merkel e Alba Dorata

Secondo alcuni, se nella classica contrattazione tra debitore e creditore la Merkel non fosse magnanima e lungimirante con Syriza, questo partito fallirebbe e perderebbe il consenso dei cittadini greci, essendo costretto ad  accontentarsi delle classiche dilazioni concesse dai creditori, senza nemmeno riuscire a interrompere le “riforme” imposte dalle “istituzioni” per la concessione di nuovi finanziamenti. La (asserita) conseguente vittoria di Alba Dorata sarebbe da imputare tutta alla Merkel o alle “istituzioni”. Un modo davvero singolare...

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La stampa russa e ucraina sugli accordi di Minsk

ringrazio Natalia Kovalenko per le traduzioni (SD’A) Ria Novosti http://ria.ru/radio_brief/20150212/1047324411.html#ixzz3RZExb2л A seguito dei colloqui di Minsk, durati per più di 16 ore, “il format di Normandia” è riuscito a concordare il ritiro delle armi pesanti dalla linea attuale di contatto per le truppe ucraine e la linea di contatto designata dagli accordi di Minsk del settembre 2014. “L’intoppo “. Tutte le insidie sorgono a causa di una visione diversa della situazione da parte di Kiev....