Il tendone
Il tendone
di Luciano Del Vecchio
Il politologo americano Matt Browne, membro anziano del pensatoio democratico del Washington Center for American Progress, già incaricato da Tony Blair di trasformare il partito laburista inglese, viene ora chiamato da Renzi per trasformare il Pd in una sezione periferica del Partito democratico americano. È un esperto che va ad aggiungersi al gruppo degli “amici americani” di Renzi, che annovera Yoram Gutgeld, consigliere economico ex socio anziano della multinazionale McKinsey, e Michael Ledeen, teorico neocon di estrema destra e co-autore del “Progetto per il nuovo secolo americano” (PNAC). Per elaborare le strategie di trasformazione, il partito democratico americano e la sua prossima sezione italiana (Pd) il 9 e 10 dicembre terranno in Italia un apposito convegno, il cui programma si svolgerà intorno a tre punti. 1) l`evoluzione ideologica del PD verso un partito moderno (di centrosinistra?); 2) l`alleggerimento della struttura; 3) la comunicazione e l`uso dei nuovi media per diffondere il messaggio e per coinvolgere più persone e spingerle a mobilitarsi nella pratica». (http://www.partitodemocratico.it/doc/272833/Pd-democratici-usa-a-dicembre-in-italia-uniniziativa-comune.htm).
Non sappiamo quanta importanza i cronisti politici daranno al convegno, ma sul piano storico, ideologico e culturale esso sancirà la definitiva metamorfosi del Pd, che lo vide partito comunista in passato e ora soltanto party. Infatti, sarà sempre più arduo definirlo democratico nell’accezione europea del termine, quella che l’Enciclopedia Treccani così descrive alla voce “Democratici, partiti”: «Qualifica assunta nell’Ottocento in varie nazioni dai partiti propugnanti la realizzazione degli ideali propri della democrazia di tipo rousseauiano e rifacentesi alla Rivoluzione francese. Loro programma erano: allargamento del sistema rappresentativo (suffragio universale), eguaglianza di fatto dei diritti politici, possibilità per tutti di accedere alla vita politica, senza distinzione di ceti, privilegi, cultura ecc. Il motivo egualitario e il culto del ‘popolo’ prevalevano sui principi liberali, specie attraverso l’elaborazione e la propagazione della dottrina della sovranità popolare». Ci si chiede se l’attuale Pd possa ancora riconoscersi in questa voce, dal momento che ha perso qualsiasi traccia, non che di egualitarismo residuale, ma di una sia pur limitata attenzione per lo stato sociale o di una sia pur minima dedizione per il popolo, meno che mai di un sia pur tenue rispetto costituzionale di sovranità popolare. Nulla conserva degli ideali propri della democrazia russoiana e tutto, in questi anni, ha assorbito dei principi del liberismo individualista. La lunga marcia che iniziò nel 2000 con l’ ”I care” dell’americano Veltroni al congresso della Quercia sta per concludersi con il convegno di dicembre in cui trionferà l’anima liberista degli angloloquenti democratici italiani.
La pluridecennale evoluzione ideologica approda oggi alla riforma sul mercato del lavoro, campo in cui il PD “si sta spostando dalle posizioni ormai sterili del passato, a quelle più moderne ed efficaci” gongola il consulente Matt Browne. In vista e allo scopo di far evolvere ideologicamente il party verso l’instabilità e la schiavizzazione del lavoro, Renzi avrebbe dato un altro importante segnale invitando Andrea Romano, deputato di Scelta Civica, ad aderire al Pd, cioè ad andare con lui. (1) Puntuale e adempiente, il parlamentare di Scelta Civica lascia il suo gruppo, aderisce fugacemente a quello Misto “per far decantare la situazione” e nel contempo dichiara: “Voglio entrare nel Pd, che ha cambiato pelle rispetto al passato, ora è un Pd 2.0”. (Ansa, 21 ottobre)
Il Pd si sta muovendo in questa direzione e si avvia a diventare una formazione moderata che intende parlare non a cittadini, non al popolo ma a un pubblico. Alla platea di un indistinto pubblico di spettatori e utenti il partito si offrirà per un confronto politico maggiormente spettacolarizzato. A imitazione di Blair e dei costumi elettorali americani, Renzi intende piantare anche in Italia il Tendone, immagine di un partito che raccoglie e include, ma che allude comunque a un pubblico desideroso più di spettacolo che di militanza. Della big tent (rassegnamoci al prossimo dilagare, dopo il convegno, dell’ennesima fraudolenta espressione inglisce) era solito parlarne Blair come l’impianto in cui intruppare quante più persone possibili. Il tendone dovrebbe alleggerire la struttura del PD 2.0, cioè risolvere il problema del finanziamento «… l`era dei grandi finanziamenti pubblici è finita, e quindi i partiti devono trovare nuove forme per sostenersi» Occorre dunque finanziarsi tramite le donazioni dei privati, puntando ad avere non pochi grandi patrocinatori come in America, ma molti piccoli donatori «perché questo è un sistema più democratico che incoraggia la partecipazione di tutti». In questa prospettiva il precedente dei due euri di contributo raccolto alle primarie potrebbe considerarsi una prova tecnica di donazione che lascia ben sperare il giovane rottamatore, intenzionato da tempo a cambiare la struttura del partito in senso yankee.
Alleggerita la struttura e “cambiata pelle rispetto al passato”, non più dunque partito stabile di iscritti e tesserati, il tendone dei donatori partecipanti dovrà privilegiare le elezioni primarie, che esprimono una concezione della politica sempre più ispirata alla personalizzazione spinta e alla più spregiudicata spettacolarizzazione, e in cui si cresce non in base all’abilità di diffondere un messaggio credibile agli elettori, ma alla capacità di parlare direttamente al pubblico acquirente. E in questo campo Renzi è insuperabile, perfino più bravo del maestro Berlusconi. Matt l’americano glielo riconosce: “forse è il politico italiano più brillante sui social media”.
Il tendone col pubblico, le primarie con le donazioni, i social media con le sceno-coreografie diventeranno gli strumenti per prolungare il mascheramento della deriva liberista e per ampliare quello che molto probabilmente non sarà un partito, ma un comitato elettorale di marca statunitense da ricostituire a ridosso di ogni scadenza elettorale. «Il Pd e il premier hanno moltissimi seguaci sui social media e su internet, […]. Bisogna trasformare questi simpatizzanti in attivisti, contattandoli e chiedendo loro di diventare attori della strategia del partito. […] spingerli a donare o raccogliere fondi, scrivere lettere a chi ostacola l`azione del governo, partecipare all`organizzazione. […] trasformali da utenti del messaggio in messaggeri, scavalcando così i media tradizionali per arrivare sempre più direttamente al pubblico. Sono tutte strategie su cui il Pd sta lavorando». Buon lavoro, majorettes.
(1) direttore dal 2005 al 2009 della fondazione Italianieuropei presieduta da M. D0Alema , e dal 2009 fino al 2013 direttore dell’associazione Italia futura , pensatoio presieduto da L.C. di Montezemolo. Alle elezioni politiche del 2013 da capolista in Toscana per la lista Scelta Civica con Monti alla Camera viene eletto deputato. Dal 10 dicembre 2013 al 4 giugno 2014 è stato capogruppo di Scelta Civica (Wikipedia)
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