CCCTB ovvero il metodo Juncker applicato alla tassazione delle multinazionali.
Risale al 2001 l’interessamento della Commissione Europea al tema della “tassazione diretta del reddito d’impresa”. E’ infatti con questa comunicazione della Commissione europea al Consiglio che Frits Bolkestein – allora “Commissario Europeo per il Mercato Interno, la Tassazione e l’Unione Doganale” nella “Commissione Prodi” – inizia a interessare la complessa burocrazia dell’Unione Europea all’anzidetto tema fiscale.
Si inaugura così il percorso che porterà dieci anni dopo, nel marzo del 2011, al varo della “Proposta di DIRETTIVA DEL CONSIGLIO relativa a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società”
Leggendo le 87 pagine della proposta di direttiva si può facilmente dedurre che essa sia stata predisposta con il noto ed ormai collaudato “metodo Juncker”. Tale metodo prende il nome dell’attuale Presidente della Commissione Europea che il 27/12/1999 rilasciò la seguente dichiarazione al giornale tedesco DER SPIEGEL:
“Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”.
Il varo di questa proposta di direttiva è stato accompagnato nel corso del tempo da endorsement di alcuni politici italiani di nostra conoscenza, che all’epoca ricoprivano il ruolo di Europarlamentari.
Sto parlando di Benedetto della Vedova e Pierluigi Bersani i quali sono stati entrambi relatori nelle 2 occasioni in cui il Parlamento Europeo è stato interessato dalla Commissione Europea nel merito della questione. La relazione di Benedetto della Vedova si può trovare a questo link, mentre quella di Pierluigi Bersani la ritroviamo a quest’altro link.
Questo tanto per chiarire che gli europeisti nostrani hanno dirette responsabilità delle quali un giorno dovranno rispondere, se non altro, politicamente.
Nel 2011 il progetto della CCCTB (Common Consolidated Corporate Tax Base) venne arenato nel Consiglio Europeo per motivi apparentemente strategici.
E’ notizia del 17 giugno scorso il rilancio in pompa magna del progetto della CCCTB. Sono scesi in campo con tutta la forza della propaganda europea sia il Presidente della Commissione Juncker che il commissario Moscovici.
Sin qui la cronistoria dei fatti, che finora abbraccia un arco temporale di 15 anni.
Passiamo ora a far emergere il nocciolo della questione.
L’Unione Europea instaura un mercato unico che abbatte le frontiere nella circolazione dei capitali, delle merci, dei servizi e dei fattori produttivi dati dalle risorse umane. In questo scenario le imprese multinazionali possono decidere dove produrre in base alla convenienza del costo del lavoro e possono decidere dove pagare le tasse in base alla convenienza delle aliquote fiscali. Si crea così una duplice concorrenza che vede Popoli in competizione nell’abbattimento del costo del lavoro e quindi del proprio reddito e Stati in competizione nell’abbattimento delle aliquote fiscali che determineranno il gettito delle entrate e che serviranno a finanziare i servizi pubblici essenziali i cui destinatari sono le popolazioni sempre più impoverite dalla sopra citata competizione dei salari.
Le multinazionali attraverso la libera circolazione delle merci potranno far arrivare in tutto il territorio dell’Unione Europea le merci prodotte con il costo del lavoro più basso e le aliquote fiscali più convenienti.
Gli standard qualitativi delle merci prodotte saranno ovviamente rivisti progressivamente al ribasso, considerato il naturale impoverimento delle popolazioni europee che, o accetteranno salari più bassi e carichi fiscali pro capite più elevati, oppure saranno destinati alla disoccupazione e alla deindustrializzazione.
Signore e signori questa è l’Unione Europea ed è stata fatta così perché era esattamente così che la volevano i proprietari delle multinazionali. Chi afferma il contrario o è un imbecille ignorante o è un servo del capitale internazionale.
Possiamo tranquillamente affermare, senza essere smentiti, che oggi le multinazionali operanti nell’Unione Europea non pagano le tasse nell’UE o le pagano nei paesi che si sono inginocchiati al tavolo delle multinazionali concedendogli aliquote simboliche che vanno dall’1% al 2%.
A questo punto viene il bello. Chi si fa portatore della (finta) campagna fiscale contro le multinazionali? Ovviamente chi più di tutti ha favorito le multinazionali: il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker.
Alla luce di quanto sopra e cercando di sintetizzare il contenuto della proposta della CCCTB, senza cadere nell’errore dei giornaletti nazionali che non hanno capito niente della sua portata legislativa e titolano corbellerie come questa: Evasione, piano Ue contro multinazionali che eludono il fisco: “SI A TASSA UNICA”, possiamo dire che oggi il carico fiscale delle multinazionali è nullo e che quando verrà approvata – se mai verrà approvata – una normativa comunitaria di tassazione del reddito d’impresa relativo alle multinazionali, questo carico fiscale sarà bassissimo e ovviamente contrario ai principi contenuti nell’articolo 53 della Costituzione della Repubblica italiana.
Andrea Franceschelli – ARS Abruzzo
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