Le vie del mercato sono finite
di STEFANO ROSATI (FSI Riconquistare l’Italia Rieti)
Si parla oggi di “Recovery Fund per diverse migliaia di miliardi” per salvare l’Eurozona. Tutte le misure annunciate prevedono il ricorso al mercato del debito pubblico.
Durante la crisi del 2011, preso atto che i prestiti bilaterali e del FMI concessi alla Grecia (per 110 miliardi) non erano sufficienti per salvare l’euro, si annunciò un piano di potenziamento dell’ESFS (il papà del MES) che sarebbe stato portato a 1000 miliardi.
Poiché gli Stati Uniti d’Europa non bastavano a raccogliere i pochi soldi da mettere in comune per poi finanziarsi “a leva” sul mercato tramite l’ESFS, si organizzò il G20 di Cannes per convincere la Cina o almeno il Brasile a metterci i soldi che, ovviamente, si guardarono bene dall’investire in una zona monetaria pensata per essere in crisi.
E lì si trattava di un intervento limitato.
Ora, io una cosa vorrei sapere: tutti questi nuovi mila miliardi di titoli di debito pubblico, che si vanno ad aggiungere allo stock di debito già detenuto dagli investitori, chi li dovrebbe comprare?
Nel 2012 il credito dalle banche dell’area euro nei confronti degli Stati (per aver acquistato i titoli del loro debito) ammontava a circa il 130% del capitale e delle riserve (da allora è addirittura cresciuto). La BCE con il QE compra dalle banche una parte del vecchio debito da loro detenuto, consentendo alle banche di comprare un’altra parte dei nuovi titoli emessi.
Ma qui si parla di cifre astronomiche. Chi dovrebbe comprare tutta questa montagna di debito?
Se anche le vie del mercato fossero infinite (e non lo sono, come visto sopra) perché fondi pensione e altri investitori americani russi cinesi o arabi dovrebbero compare ulteriori titoli di debito “europeo” con un rendimento tenuto basso dal QE?
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