Il governo cinese interviene e compra sviluppatore fallito. Pechino vuole stabilizzare il mercato
di SCENARIECONOMICI (Leoniero Dertona)
Il parziale salvataggio di fatto da parte dello Stato della Central China Real Estate è certamente un segnale che fa ben sperare per il futuro gli sviluppatori cinesi di piccole e medie dimensioni, oltre a indicare che Pechino vuole una stabilizzazione a livello profondo del mercato. Qual è il costo di queste scelte?
Il presidente del costruttore di Henan, il 37° più grande della Cina, venderà una quota del 29% dell’azienda a una società immobiliare di proprietà del governo provinciale. La proposta ha fatto seguito a quella di China South City Holdings, che a dicembre ha venduto una quota identica a un’azienda statale. In Cina queste non sono coincidenze, ma il segno di un interesse del governo centrale che ha creato un preciso piano di intervento. Il governo non vuole che le aziende secondarie possano generare una crisi di liquidità.
Il governo, magari, non applicherà questo tipo di politica in modo generale e approfondito, ma riteniamo, implementerà un approccio caso per caso, dando la precedenza alle regioni e alle situazioni più complesse. In questo caso è intervenuto nello Henan, che è una regione non ricca, ma centrale. Molto probabilmente questo intervento è poi temporaneo, e non segno di una nazionalizzazione del settore. Da quello che si capisce l’intenzione è quella di risanare le aziende, fornendo loro delle risorse finanziarie, non di nazionalizzarle completamente,
Il settore immobiliare cinese però dovrà trasformarsi profondamente in futuro. La popolazione non cresce e invecchia piuttosto rapidamente. La distinzione fra “Appartamenti nuovi”, mai abitati, e usati, diventa sempre meno giustificabile sul mercato quando la domanda è in calo. Le aziende di sviluppo immobiliare dovranno trasformarsi e dedicarsi maggiormente alle grandi ristrutturazioni piuttosto che allo sviluppo di nuove città che, spesso,, diventano città fantasma.
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