In 3 sorsi – Tra promesse di bilancio in pareggio, nuovo debito e un deficit in crescita, prosegue l’attività del Department of Government Efficiency (DOGE) guidato da Elon Musk per ridimensionare la spesa federale.
1. IL “DOGE”
L’obiettivo del nuovo Department of Government Efficiency (DOGE) creato da Donald Trump e gestito da Elon Musk è quello di “porre fine allo spreco di denaro dei contribuenti”, che, insieme al costo dell’energia, rappresentano strumenti per combattere l’inflazione, un “incubo”, secondo loro, ereditato dall’ultima Amministrazione.
L’idea del DOGE è molto popolare: un recente sondaggio pubblicato dal Centro di Studi Politici Americani di Harvard e dall’Harris Poll ha rilevato che il 72% degli elettori statunitensi registrati intervistati è favorevole all’esistenza di un’agenzia federale incentrata sull’efficienza. E proprio il dipartimento in questione ha pubblicato un elenco aggiornato di quasi 2.300 contratti che sono stati rescissi nelle ultime settimane: i dati, pubblicati sul “Wall of Receipts” evidenziano tuttavia che oltre un terzo delle cancellazioni di contratti (794 complessivamente) non dovrebbero produrre alcun risparmio in quanto, come dimostrano i dati dell’Amministrazione stessa, il valore totale è già stato completamente impegnato tra obblighi di spesa e beni o servizi già acquistati.
2. IL PAREGGIO DI BILANCIO È REALIZZABILE?
L’obiettivo del pareggio di bilancio resta tuttavia estremamente complicato da raggiungere senza effettuare tagli ai programmi più popolari come quelli della previdenza sociale. Secondo gli esperti, infatti, anche qualora Trump riuscisse a ridurre le spese che il DOGE sta prendendo di mira, l’attuazione delle sue politiche aumenterebbe comunque in modo sostanziale il deficit.
Durante la campagna elettorale Trump aveva infatti promesso di voler rendere permanenti le riduzioni delle aliquote che gravano sul reddito delle persone fisiche, oltre a dichiarare di voler ridurre ulteriormente l’aliquota d’imposta sulle società al 15% per le aziende che producono beni negli Stati Uniti. Le principali disposizioni del Tax Cuts and Jobs Act (TCJA) che venne approvato nel 2017 durante il primo mandato scadranno a fine 2025. Il 25 febbraio la Camera ha approvato un aumento di 4mila miliardi di dollari al limite del debito e autorizzato 4.500 miliardi di dollari in tagli fiscali fino al 2034, prevedendo però un aumento di 100 miliardi di dollari nella spesa per la difesa nel prossimo decennio e altri 90 miliardi di dollari per il Dipartimento per la Sicurezza interna.
Nel mirino ci sono poi gli aiuti all’estero, che secondo il Pew Research Center hanno rappresentato tra lo 0,7% e l’1,4% del bilancio annuale degli Stati Uniti nel corso del XXI secolo. Dopo aver smantellato la U.S. Agency for International Development (USAID), Trump ha chiesto di sciogliere anche il Dipartimento dell’Istruzione, che supervisiona i finanziamenti alle scuole pubbliche, amministra i prestiti agli studenti e gestisce programmi che aiutano gli studenti a basso reddito e che lo scorso anno ha ricevuto circa 238 miliardi di dollari (meno del 2% del budget federale complessivo).
3. SPESA PUBBLICA E DEFICIT: QUALE SCENARIO POSSIBILE
“La previdenza sociale non sarà toccata”, aveva recentemente detto Trump a Sean Hannity di Fox News. Secondo le stime del Department of the Treasury and the Bureau of the Fiscal Serviceil deficit accumulato nel corso del 2024 ammonterebbe a 1.830 miliardi di dollari per effetto di entrate pari a poco meno di 5mila miliardi di dollari. La spesa pubblica, però, sarebbe pari a quasi 7mila miliardi di dollari, la maggior parte della quale impegnata in programmi sanitari quali Medicare, il programma federale di assicurazione sanitaria per le persone con oltre 65 anni di età, o Medicaid, che fornisce copertura sanitaria alle persone a basso reddito. A questi devono essere aggiunti i sussidi per i veterani, l’assicurazione contro la disoccupazione e lo SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program), che hanno complessivamente costituito oltre il 60% della spesa federale in aggiunta a quelle inerenti alla difesa e al pagamento degli interessi sul debito, che hanno pesato per il 13% ciascuno.
L’elevata spesa pubblica, le imposte e il deficit di bilancio rimarranno quindi tematiche cruciali nell’ambito di un debito federale di oltre 36mila miliardi di dollari e di interessi sul debito che si accumulano per circa tre miliardi di dollari al giorno, oltre a un saldo negativo tra entrate e uscite dal 2002 che, dopo i due anni legati all’emergenza Covid-19, evidenzia un nuovo incremento rispetto al 2023 e al 2022.
Commenti recenti