L'ARS e le altre associazioni sovraniste
L’ARS è stata invitata dal Coordinamento della sinistra contro l’euro a partecipare ad un incontro tra associazioni sovraniste che si svolgerà il 6 dicembre a Firenze. Impossibilitato a partecipare direttamente, ho scritto una brevissima relazione, che sarà letta, durante la riunione, dal socio e membro del Comitato Direttivo dell’ARS Luciano Del Vecchio.
Pubblico la relazione e la lettera di convocazione.
L’ARS E LE ALTRE ASSOCIAZIONI SOVRANISTE
1. CHE COSA E’ L’ARS E COSA VUOLE FARE
L’Ars è un’associazione che oggi conta oltre 380 soci. Qualche decina sono probabilmente virtuali ma gli altri sono reali e attivi o molto attivi.
Per illustrare la capacità di mobilitazione dell’ARS offro un dato: tra settembre e novembre 2014 abbiamo svolto 23 iniziative pubbliche: 17 presentazioni dell’ARS in diverse città d’Italia e 6 banchetti svolti per piu’ giorni i sei diverse località. Per il trimestre dicembre 2014-febbraio 2015 sono state già organizzate o programmate oltre cinquanta iniziative pubbliche in cinquanta città e cittadine d’Italia.
Lo scopo sociale dell’associazione è quello di dar vita a un soggetto politico, che va chiamato con il suo nome: un partito. Di questo partito abbiamo già proposto e diffuso il simbolo e il nome: FSI – Fronte Sovranista Italiano.
Il FSI sarà creato nell’assemblea nazionale del giugno 2016, quando raduneremo 800-1000 persone e avremo comunque superato i 1000 associati.
2. L’ARS E GLI ALTRI “GRUPPI” SOVRANISTI DI DIVULGAZIONE
Credo – in questa sede si impone la franchezza – che sia estremamente sbagliata l’affermazione, contenuta nella lettera di invito, secondo la quale “Se la costellazione dei gruppi sovranisti non è sin qui riuscita a fare blocco non è soltanto per il prevalere di settarismi e personalismi. E’ dovuto anzitutto a serie divergenze politiche”.
Infatti, i tre gruppi potenzialmente piu’ numerosi, pur avendo talvolta costituito associazioni benemerite, hanno deciso di dedicarsi esclusivamente alla divulgazione. Ciò vale per gli studenti (e divulgatori) della Me-mmt e per i soci finanziatori di a/simmetrie. Questi due gruppi, piuttosto consistenti, hanno deciso di non intraprendere la strada politica. E’ questa decisione il vero ostacolo a una eventuale alleanza, non divergenze politiche. Il terzo gruppo numeroso è quello raccolto attorno al gruppo facebook di economia cinque stelle. I membri sono rimasti un gruppo di iscritti e simpatizzanti pentastellati e si sono adoperati per spostare la posizione del movimento (e un po’ ci sono riusciti). Anche qui la difficoltà sta a monte. Essi non hanno intenzione né di costituire né di concorrere a costituire il partito sovranista o un’alleanza sovranista. Al più, quando tra 18-24 mesi il M5S subirà la scissione da parte dei non fanatici – ossia di coloro che hanno compreso che molti principi organizzatori del M5S erano falsi, sbagliati e forse persino immorali – essi entreranno nel partito che sarà formato dagli scissionisti.
Moltissimi bagnaiani, moltissimi studenti della me-mmt, molti membri del gruppo facebook economia 5 stelle, dal punto di vista delle analisi e delle proposte, potrebbero senza dubbio militare nell’ARS, e infatti qualcuno proveniente dai tre gruppi comincia ad entrare. Se tuttavia ciò accade in misura poco rilevante, è perché per ora non vogliono o non credono si debba costituire il partito sovranista; non per pretese divergenze politiche.
Ma anche gruppi più piccoli, Epic e Riscossa, per esempio, persistono nella scelta di voler limitare lo scopo sociale alla divulgazione. Anche con essi non credo che ci siano divergenze politiche dal punto di vista dell’analisi e delle proposte. La verità è che ci siamo collocati su piani differenti, che non si incontrano, se non in occasione di qualche convegno: divulgazione da un lato, militanza dall’altro.
3. L’ARS E GLI ALTRI GRUPPI SOVRANISTI POLITICI
Nemmeno con i gruppi politici realmente sovranisti, ossia che prendono come punto di riferimento la Costituzione economica (e non solo) esistono grandi divergenze politiche, sotto il profilo delle analisi e delle proposte. Le divergenze riguardano invece il procedimento con il quale raggiungere lo scopo (che sovente è soltanto parzialmente diverso).
Secondo l’ARS altro è fondare un circolo culturale o una rivista, cosa che richiede semplicemente una tendenziale omogeneità di pensiero, altro è costruire un partito o un’alleanza di partiti piccoli.
I tempi per costruire un partito grande sono lunghi. Circa dieci anni ha impiegato la Lega Nord e circa otto anni il M5S (i primi meet up sono del 2005). Dal 1945, non ci sono, nella storia d’Italia, altri grandi partiti che siano sorti dal basso. Avete qualche ragione per argomentare che siamo più bravi di Bossi e Maroni o di Grillo e Casaleggio?
L’ARS è sorta nel 2012. Se fossimo bravi come sono stati bravi Grillo e Casaleggio (ma in realtà hanno costruito qualcosa di assolutamente poco solido:dobbiamo fare molto meglio), riusciremmo nel 2020. Un tempo troppo lungo. E’ per questa ragione che l’ARS, fin dalla sua costituzione, ha sempre sostenuto di voler dar vita soltanto ad una frazione di una futura alleanza sovranista. Ma ogni frazione deve essere già un soggetto politico, deve avere una consistenza, una storia, deve aver dimostrato capacità di azione, di radicamento, di mobilitazione, deve aver dimostrato di essere solida, di non subire scissioni, di saper crescere, di sapersi diffondere almeno in alcune zone del paese. Senza questi requisiti non esiste alcun soggetto politico, esistono collettivi, gruppi informali, coordinamenti, spesso assembramenti di teorici ineffettuali, comunque velleitarismo.
Noi nel 2016 ci saremo. Per la consistenza che avremo, serviranno altre quattro o cinque frazioni come l’ARS o un paio più grandi dell’ARS (servono 6000 uomini organizzati, disciplinati e che si muovano all’unisono per svolgere una buona campagna elettorale). Prima di allora il nostro soggetto politico, il FSI, non esisterà e dunque non potrà coordinarsi, perché sarebbe debolezza e presunzione: si coordina chi esiste. Fino alla costituzione del FSI, le nostre forze devono soltanto andare ad aumentare la capacità di mobilitazione: 50 azioni pubbliche nei prossimi tre mesi; 70 in quelli successivi; poi l’assemblea; poi 90 tra settembre e novembre prossimo e così via.
D’altra parte amici, se dobbiamo costruire il partito della rivoluzione italiana, che un giorno prenda il potere e lo tenga per quaranta anni con il consenso del popolo, vincendo sistematicamente le elezioni e ri-dando finalmente al paese una vera grande classe dirigente, non esiste altra strada che quella della pazienza, della tenacia, dell’intelligenza, della generosità, della lungimiranza, della costruzione di una organizzazione che promuova i migliori e faccia crescere tutti, dello studio della teoria della prassi. L’Italia è piena di persone di grande valore. Non serve un partito qualsiasi, serve un partito il cui nucleo duro e durevole sia costituito da quelle persone (parlo di alcune migliaia di persone).
4. LA PROPOSTA DELL’ARS
La proposta dell’ARS, perciò, è: abbandoniamo l’ingenua idea di costruire reti e coordinamenti, reti e coordinamenti che, mancando i soggetti collettivi da coordinare, sono assurdità logiche, pratiche ingenue e azioni ineffettuali.
Il coordinamento della sinistra contro l’euro, che ha proposto questa riunione, crei finalmente un’associazione che promuova una frazione sovranista e, se crede di avere già i numeri e gli altri requisiti, crei immediatamente la frazione. Lo stesso facciano gli altri gruppi.
I gruppi che credono di non essere capaci si sciolgano e militino disciplinatamente nell’associazione che reputano piu’ affine, per proposte ma anche e soprattutto per struttura organizzativa. In politica, infatti, l’organizzazione è tutto e il M5S lo sta dimostrando.
Ogni associazione metta la bandierina nel maggior numero di città e dimostri di saper attirare persone che fanno lievitare quella bandierina in un gruppo o sezione. Chiunque è socio di una associazione deve presentare l’associazione nel suo paese, nella sua contrada, nel suo rione, altrimenti è un socio-non socio, un militante non militante, un militante virtuale, un tastierista, un chiacchierone: in una comunità bisogna fare ciò che si deve fare, non ciò che si vuole fare.
Se sceglierete questa strada, che è la strada che noi perseguiamo da oltre due anni, l’anno prossimo ogni associazione avrà fatto piccoli o grandi passi avanti e l’alleanza sovranista apparirà più vicina. Se non percorrerete la strada da noi suggerita, l’alleanza sovranista sarà lontana esattamente come lo è adesso, sebbene, questo possiamo assicurarvelo, l’ARS si sarà raddoppiata come numero di associati e triplicata come capacità di mobilitazione.
LETTERA DI CONVOCAZIONE
Cari tutti,
Con la presente riconfermiamo che sabato 6 dicembre, ore 10:00, a Firenze, in Via Alamanni 4. (adiacente alla stazione di S.Maria Novella) si svolgerà il previsto incontro dei movimenti sovranisti.
Lo scopo lo abbiamo indicato nella Lettera aperta che abbiamo diffuso il 7 novembre [http://www.
Non ci facciamo facili illusioni. Se la costellazione dei gruppi sovranisti non è sin qui riuscita a fare blocco non è soltanto per il prevalere di settarismi e personalismi. E’ dovuto anzitutto a serie divergenze politiche. Cosa deve intendersi per sovranità? Come la si conquista? Chi sono i nemici e chi gli amici? Su quali basi programmatiche dare vita ad un’alleanza? Si deve entrare nell’agone politico in modo indipendente o si deve sostenere dall’esterno partiti e movimenti che hanno già un forte seguito?
Promuovendo l’incontro noi abbiamo sottolineato come l’idea che sia necessario uscire dall’euro, da minoritaria, sta diventando maggioritaria nel Paese. Ciò spiega certe conversioni anti-euro dell’ultimo momento. Questi riposizionamenti, in sé positivi, sono gravidi di rischi. Si va diffondendo la tesi che l’uscita dall’euro sia una specie di bacchetta magica, l’evento che tutto risolverà, che dunque va sostenuto chiunque ci porti fuori da questa gabbia.
E’ una tesi non solo semplicistica ma sbagliata.
Dall’euro si può infatti uscire imboccando due strade opposte, che per semplificare indichiamo come la neoliberista e l’anti-neoliberista.
La prima, fondata sul dogma di “meno Stato più mercato”, sui tagli alla spesa pubblica, sulla flessibilità selvaggia del mercato del lavoro, sulla soppressione dei diritti dei lavoratori e dei cittadini, quindi sul definitivo scardinamento della Costituzione.
La seconda si fonda sul paradigma opposto “più Stato e meno mercato”, sul primato della politica sull’economia, sull’aumento della spesa e degli investimenti pubblici, sulla salvaguardia dei diritti dei lavoratori, sulla difesa e l’applicazione della Costituzione.
Si tratta di due soluzioni inconciliabili, di due strade che portano evidentemente in direzioni opposte. L’illusione di tenere assieme il diavolo e l’acqua santa è una delle ragioni che ha sin qui paralizzato il movimento sovranista e fatto perdere tempo prezioso.
Di questo vorremmo si discuta a Firenze, a viso aperto, con spirito costruttivo ma senza nascondere la polvere sotto il tappeto.
Vorremmo farlo evitando il chiacciericcio inconcludente.
Per questo proporremo che i lavori dell’incontro procedano:
(1) iniziando l’incontro censendo le associazioni presenti;
(2) dopo la nostra introduzione la parola sarà consegnata ai portavoce delle associazioni e solo dopo ai singoli cittadini;
(3) le associazioni, se possibile, portino i loro contributi scritti;
(4) ove i fattori unitari dovessero prevalere l’incontro potrebbe concludersi con l’approvazione una dichiarazione politica comune.
Ci si vede a Firenze.
Per il
Coordinamento della sinistra contro l’euro
Moreno Pasquinelli
Ciao, leggo spesso con interesse gli scritti dell’ARS, che mi trovano generalmente concorde. Anche la lettera di Stefano Dandrea in questo post è ineccepibile, concreta e lungimirante.
Una delle cose che secondo me, come ripeto spesso quando ne ho l’occasione, sono controproducenti a livello di coinvolgimento delle persone, è l’appellarsi e il richiamarsi a schemi-slogan-parole d’ordine appartenenti alle ideologie che hanno caratterizzato il 900 e che hanno prodotto, evidentemente, l’ipocrisia/disaffezione della e verso la politica. Il giusto e corretto auspicio nella lettera di convocazione per l’ipotesi “più stato meno mercato” non ha, secondo me, necessità di essere invocata da vecchi “prefissi ideologici” che tagliano fuori chi ancora, e sono molti, si colloca in una precisa area politica, ma che potrebbe essere di fatto in accordo con gli auspici sovranisti. Ciò che dico è fra l’altro confermato dall’eterogeneità dell’elettorato 5 stelle, ad esempio, fatto da gente proveniente da varie appartenenze e che di fatto è diventato prevalentemente post-ideologico. Scrivo sempre auspicando un partito dei diritti umani, la grande ipocrisia irrealizzata dell’occidente, e penso che il movimento sovranista che fa riferimento alla costituzione si avvicini ai miei auspici, non perdiamo l’occasione di creare una vera ipotesi politica “dalla parte dell’uomo” e dei diritti civili, ancorandoci a vecchi cascami ideologici e terminologici. La politica del futuro dovrà per forza essere concreta e razionale, o lo sarà in modo totalitario, o lo sarà con esiti ecumenici, umanisti, civili e auspicabilmente universali.