Bimbi svegli, adulti molto meno
da LIBERO PENSARE (Piero Cammerinesi)
Il maestro Monaca prima premiato poi licenziato dal MIUR
Il maestro Giampiero Monaca di Asti è un insegnante di scuola primaria noto per aver sviluppato la metodologia “Bimbisvegli”, un progetto di didattica outdoor, un modello di scuola aperta e diffusa, cooperativa, finalizzata alla maturazione di una coscienza critica e di cittadinanza attiva, frutto di diversi anni di studio che ha ricevuto molti riconoscimenti e premi, che è stata oggetto di studi pedagogici da parte dell’Università di Macerata, la cui relazione è stata presentata al convegno nazionale “L’educazione è fuori” alla presenza, tra gli altri, della ministra Lucia Azzolina, che è stata inserita tra le 25 esperienze più innovative del panorama didattico italiano, nella cornice del Festival Nazionale dell’innovazione Scolastica di Valdobbiadene, alla presenza del ministro Patrizio Bianchi e alla quale fu conferito, da parte della Regione Piemonte, il premio “Dopo l’UNESCO io agisco” per due anni consecutivi.
Ebbene il maestro Monaca, prima premiato, oggi viene licenziato dallo stesso ministero per “grave insubordinazione”. E qual è stata questa insubordinazione? Mettere in atto una disobbedienza civile quando gli fu ordinato di lasciare la scuola dove da anni insegnava attraverso la sua metodologia, per venire assegnato ad una scuola che non lo voleva.
Monaca inizialmente prestava servizio presso la scuola Rio Crosio di Asti, parte della Direzione Didattica Quinto Circolo, ma il suo metodo didattico e, soprattutto i risultati che stava ottenendo, lì non erano i benvenuti. Quindi chiese il trasferimento alla scuola primaria Piero Donna di Serravalle d’Asti, sempre parte del Quinto Circolo didattico. In questa scuola ha insegnato per 4 anni e, grazie al suo progetto, ha fatto crescere il numero degli studenti da 21 a 63 e, fattore importante, era sostenuto dalle famiglie dei suoi bimbi, che erano disposte a percorrere diversi chilometri per portare i loro figli da Asti a Serravalle proprio perché fosse Monaca il loro maestro.
Inspiegabilmente lo scorso settembre Monaca si è visto trasferire da Serravalle alla sua vecchia scuola di Asti, ambiente a lui ostile e dal quale era fuggito e, in tutta coscienza, non si è sentito di poter svolgere un lavoro sereno, in quell’ambiente, e soprattutto, non ha voluto coinvolgere in questa situazione difficile i suoi alunni e le loro famiglie.
Pertanto ha scelto di disobbedire a questo ordine arbitrario, passando le sue ore di servizio seduto di fianco la fotocopiatrice nel corridoio della scuola Rio Crosio per 20 giorni. Non ottenendo nulla ha spostato la sua protesta rimanendo un mese, tra novembre e dicembre 2022, seduto davanti alla sede del MIUR a Roma, chiedendo che venisse accolta la sua richiesta. Ma anche a Roma nessuno si è degnato di ascoltarlo. Anzi, per tutta risposta lo hanno licenziato ed è stato segnalato all’autorità giudiziaria dal dirigente reggente per interruzione di pubblico servizio, che è stato immediatamente sanzionato con un decreto penale di condanna ad un mese di reclusione, trasmutato in pena pecuniaria di 1500 euro.
Il caso di Giampiero Monaca riporta alla nostra attenzione la situazione difficile in cui versa la scuola italiana e, soprattutto, il senso stesso dell’insegnamento.
Come dice Umberto Galimberti:
”Ci sono certi professori che sono l’imago mortis, vanno a scuola solo per deprimere i ragazzi, per demotivarli. Oggi uno studente deve ritenersi fortunato se, in una squadra di nove professori, ne trova uno o due che sono maestri.”
E Giampiero Monaca è uno di questi maestri…ma non per il ministero.
Per saperne di più sul caso Monaca cliccate qui sotto:
Danilo D’Angelo
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