Due tipi di critiche al governo: l’una sensata, l’altra insensata
di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI – Fronte Sovranista Italiano)
Quelli “di sinistra” che criticano questo governo e avrebbero preferito un Governo PD-M5S o addirittura un Governo di solo PD proprio non li capisco.
È evidente, infatti, che questo governo, sotto il profilo socio-economico, sia un po’ meno di destra (un po’ meno liberale) di un ipotetico governo monocolore PD o PD-M5S.
Delle due l’una: o per queste persone il profilo economico sociale non conta, oppure esso deve essere di destra (ossia liberale), anche se, chi sa perché, amano continuare a dirsi di sinistra o di centrosinistra; oppure, stranamente, il dissenso sulla politica contro i clandestini, sull’atteggiamento di sfida nei confronti dell’Unione Europea e sullo stile comunicativo (invero non troppo diverso da quello di Renzi) prevale sulla constatazione di una impostazione un po’ meno liberale (ossia di destra).
Questo governo può essere coerentemente criticato soltanto da chi, come noi, disprezza lo stile comunicativo non istituzionale, vorrebbe il recesso dall’Unione Europea e non il semplice scontro volto a cambiare l’Unione Europea, preferirebbe che la critica alla Costituzione economica europea fosse largamente predominante rispetto alla specifica critica della disciplina dei respingimenti e della gestione dei clandestini e nel frattempo vorrebbe vedere più radicali riforme economico sociali; insomma il governo può essere criticato, con coerenza, soltanto da chi vuole che l’Italia torni a essere indipendente – e quindi uno Stato anche nella disciplina dei rapporti economici – e a introdurre discipline stataliste e socialiste.
La nostra critica è sensata. La critica degli elettori piddini è incomprensibile.
Commenti recenti