Taggato: PD

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Perché Draghi? (parte prima)

di L’ANTIEUROPEISTA La tragica Seconda Repubblica, iniziata con la firma del Trattato di Maastricht, è una spirale, un cerchio che si chiude e si riapre senza soluzione di continuità. Ogni nuovo giro inizia con un governo tecnico, che dovrebbe mondare le colpe dei precedenti esecutivi politici troppo attenti al consenso popolare per implementare con rapidità ed efficacia le necessarie riforme strutturali indicate con solerzia dalle istituzioni europee. Il governo Ciampi, insediatosi nel 1993, ha lavato...

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Elezioni regionali in Umbria, un appello

di LUCA PIEMONTESE (FSI Milano)   Il Partito Democratico, investito dallo scandalo sulla sanità umbra, decide di far dimettere la giunta regionale per salvare la faccia, non prima però di avere tentato di far rientrare il caso. Lo scandalo è emerso anche grazie al lavoro dei consiglieri regionali pentastellati, che giustamente, nell’aprile 2016, denunciarono la situazione in cui riversava la sanità in Umbria. Con il voto sulla piattaforma Rousseau la base pentastellata ha deciso di...

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Il PD e la patria europea

di SIMONE GARILLI (FSI Mantova)   Quella nell’immagine sotto è la sede del Pd milanese. Ormai lo riconoscono esplicitamente: non è che la Patria non conti più nulla, come hanno sostenuto per molto tempo, è che non vogliono più la Patria italiana. Intendiamoci: il problema non è allargare i confini della Patria. Gran parte degli Stati nazionali moderni originano da espansioni territoriali e da una conseguente unificazione giurisdizionale su domini prima separati. I problemi in...

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Uolter is back

di ANDREA ZHOK (FSI Trieste) Oggi grande articolo di battaglia di Veltroni l’Africano su Repubblica. Come un novello Cincinnato anche Uolter poggia l’aratro e ritorna sui campi di Marte quando la Patria chiama. In un singolo articolo WV riesce a: 1) citare a sproposito il povero Luciano Gallino, approfittandosi della prematura dipartita del medesimo; 2) dire che “non-si-tratta-di-fare-parallelismi-col-Nazismo-figuriamoci”, e poi infilare uno dopo l’altro: a) il successo nazista nelle elezioni dello Hannover nel 1933, b)...

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Due tipi di critiche al governo: l’una sensata, l’altra insensata

di STEFANO D’ANDREA (Presidente del FSI – Fronte Sovranista Italiano) Quelli “di sinistra” che criticano questo governo e avrebbero preferito un Governo PD-M5S o addirittura un Governo di solo PD proprio non li capisco. È evidente, infatti, che questo governo, sotto il profilo socio-economico, sia un po’ meno di destra (un po’ meno liberale) di un ipotetico governo monocolore PD o PD-M5S. Delle due l’una: o per queste persone il profilo economico sociale non conta,...

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Il quadro parlamentare e quello sociale: le destre e la scomparsa della sinistra

di STEFANO D’ANDREA Siccome il M5S è un partito diretto dall’alto, è stato facile farne ideologicamente un altro PD, “onesto” per carità, ma ideologicamente un altro PD. Insomma, in Parlamento abbiamo una destra liberal per il grande capitalismo cosmopolita, per 3/5 “onesta” (M5S) e per 2/5% “corrotta” (il PD), parti destinate ad allearsi, perché con il proporzionale partiti che hanno le stesse idee devono stare per forza assieme. Appena appena diversa Forza Italia, composta per...

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La ‘pars destruens’ va alla grande, ma non basta

di SIMONE GARILLI (FSI Mantova) Scrivevo tempo fa che, dal punto di vista di un sovranismo costituzionale e degli interessi delle classi popolari, la priorità politica in Italia è la morte del Partito Democratico, vero cancro sistemico di cui il centro-destra liberale è un appendice senza futuro (i risultati delle amministrative non ingannino, il centro-destra le ha vinte in termini relativi perchè è caduto meno velocemente del Pd, ma la dinamica dell’astensione parla chiaro). Per...

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Il Pd liberale e la scissione che seduce gli ingenui

di SIMONE GARILLI (FSI Mantova) Il Partito Democratico nasce nel 2007 dall’unione di due filoni principali: i Democratici di Sinistra (Ds) e la Margherita, quest’ultima federazione dei vari rivoli politici che si erano accumulati in seguito alla disgregazione della Democrazia Cristiana. I Ds, invece, nascono 9 anni prima, nel 1998, abbandonando definitivamente il simbolo del Partito Comunista Italiano  che era già stato ridimensionato nel logo del Partito Democratico di Sinistra (Pds), nato a sua volta...

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È utile comprendere una fase storica con cinque anni di ritardo?

di RICCARDO PACCOSI (FSI Emilia-Romagna) Maurizio Landini afferma che “il più grande errore” della sinistra italiana fu commesso durante la caduta di Berlusconi, allorché venne appoggiato Mario Monti e le sue politiche criminali nei confronti dei diritti del lavoro ed eversive nei confronti dei fondamenti della Costituzione. Ovviamente io sono d’accordo. Anzi, ci aggiungo che quel sostegno può forse essere considerato il più grande errore compiuto dalla sinistra italiana dal Dopoguerra a oggi. Fu quell’appoggio...

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Gli insegnanti e il Partito Democratico

di DOMENICO DI RUSSO (ARS Abruzzo) Durante una prima analisi degli effetti della controriforma della “Buona scuola”, un pensiero mi ha attraversato la mente chiaro come il cristallo. Il presentimento, per non dire la consapevolezza, che la gran parte degli insegnanti, che nelle adesioni agli scioperi, nelle assemblee sindacali, nei collegi docenti, nelle riunioni improvvisate, nei corridoi delle scuole, sui social network e nei rapporti con le famiglie hanno mostrato almeno al 70% di non...

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Riforma costituzionale e Italicum: un combinato disposto potenzialmente letale

L’attuale classe politica alla guida di questo Paese non è soltanto in larga parte palesemente inadeguata, è anche pericolosa. Inadeguati e senza spessore sono coloro di cui si circonda il Premier, il quale, dal canto suo, è invece un uomo politico abile, infido e senza scrupoli, che non esiterebbe a tradire chiunque pur di realizzare i suoi fini. Per utilizzare una metafora calcistica, il buon Matteo si appresta a mettere a segno una doppietta che...

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L'urlo del castrato (Fassina)

Come scrissi quando Renzi prese il potere, il PD è morto. Fassina sa bene che Renzi non vuole andare al voto come chiunque, in ogni luogo del mondo e in ogni tempo, ha il potere. Se mai volesse, Renzi andrebbe alle elezioni soltanto dopo che Fassina, Civati, D’Alema e Cuperlo avranno abbandonato il partito. Fassina sta già preparando lo strappo della minoranza cercando di imputarlo a Renzi (del tutto legittimamente, sia chiaro). Fassina sa che...