La politica nobile

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8 risposte

  1. MD ha detto:

    Pensare come popolo e nazione e non come persone libere e uguali è da fascisti .
    Pensare invece alla libertà e uguaglianza di tutte le persone ( indipendentemente dalla loro origine ) , è di sinistra .

  2. Stefano D'Andrea ha detto:

    Il mondo è fatto di popoli e di nazioni e di stati nazionali e dentro gli stati stanno le classi, che sono un po’ più di due, e i ceti, che sono un po’ più di 4-5. Al di fuori di questa premessa di fatto indiscutibile stanno i chiacchieroni, di destra di sinistra o di centro. Sinistra poi è un concetto relativo che assume significati diversi nelle varie fasi della storia di un popolo. Scelta la democrazia, da un lato stanno i liberali, sia pure con varie possibili articolazioni e declinazioni, e dall’altro stanno i socialisti, nelle varie articolazioni e declinazioni.

  3. MD ha detto:

    La classe è una categoria a-nazionale e globale . Gli stati nazionali sono un prodotto storico ( dell’economia mondo capitalista e di matrice europea ) , iniziato duecento anni fa e che ha iniziato a finire con la Prima Guerra Mondiale . I socialismi reazionari e fascisti sono un ossimoro ; il socialismo marxiano ( la famosa fase intermedia che apre la via al comunismo ) voleva abbattere gli stati nazionali , era internazionalista e oggi non ha più senso ( non essendoci più gli stati nazionali ) ; ha senso invece il comunismo marxiano ( come prospettiva ) . Di Sinistre ce ne sono state tante a partire dal 1789 , ma tutte le sinistre hanno sempre avuto come denominatore comune e fine ultimo i diritti di uguaglianza , libertà ed emancipazione dell’essere umano in quanto tale . Chi ragiona in termini di popolo , nazione , etnia etc , ragiona in termini reazionari come DeMaistre ( secondo il quale non esiste l’essere umano , ma il francese , l’inglese , il tedesco etc ) , come Mussolini ( “Primo pilastro fondamentale dell’azione fascista è l’italianità” ) . Il socialismo marxiano pensa invece questo : “Il marxismo sostituisce a ogni nazionalismo l’internazionalismo, la fusione di tutte le nazioni in una unità superiore. (…) Il proletariato non può appoggiare nessun consolidamento del nazionalismo, anzi, esso appoggia tutto ciò che favorisce la scomparsa delle differenze nazionali, il crollo delle barriere nazionali, tutto ciò che rende sempre più stretto il legame fra le nazionalità, tutto ciò che conduce alla fusione delle nazioni”( Lenin )

  4. Stefano D'Andrea ha detto:

    Ripeti a pappardella una serie di falsità e assurdità.
    Il programma era questo:
    1. Espropriazione della proprietà fondiaria e impiego della rendita fondiaria per le spese dello STATO.
    2. Imposta fortemente progressiva (chi la mette e fa applicare l’imposta? Il mondo?.
    3. Abolizione del diritto di eredità (quale codice disciplina il diritto di eredità? Il codice mondiale?.
    4. Confisca dei beni degli emigrati e dei ribelli.
    5. Accentramento del credito nelle mani dello STATO attraverso una banca nazionale con capitale di STATO e con monopolio esclusivo.
    6. Accentramento dei mezzi di trasporto nelle mani dello STATO.
    7. Aumento delle fabbriche NAZIONALI e degli strumenti di produzione, dissodamento e miglioramento dei terreni secondo un piano generale (chi lo fa il piano? Il mondo?.
    8. Uguale OBBLIGO di lavoro per tutti, organizzazione di eserciti industriali specialmente per l’agricoltura (obbligo non diritto).
    9. Unificazione dell’esercizio dell’agricoltura e dell’industria e misure atte a preparare la progressiva eliminazione della differenza fra città e campagna”.

    Poi c’erano quelle 5-6 righe in cui prevedeva che un giorno lo stato sarebbe stato abolito, diciamo tra 1000 o 2000 anni.
    Lenin che si è dimostrato superiore a Marx, ha dimostrato – invocando “proletari, soldati…” (soldati di che? dello stato), mantenendo la burocrazia zarista e combattendo (contro stalin in quella occasione) l’ultima battaglia per il controllo della circolazione dei capitali, ossia per i confini dello stato (gli agricoltori potevano produrre ma il monopolio dell’esportazione lo avrebbe dovuto tenere lo stato) e con la sua lode per la cultura nazionale e borghese (non esisteva disse una cultura proletaria: de che stamo a parla? disse più o meno) , e alla fine prendendo atto che non si scatenava nessuna rivoluzione altrove (pochi ma buoni, meglio soli), che lo Stato è il campo di battaglia. I comunisti non l’hanno capito e perciò sono scomparsi. Dove l’hanno capito, come in Cina, non sono scomparsi.

  5. MD ha detto:

    “Qui è espressa, in modo perfettamente chiaro, l’idea fondamentale del marxismo sulla funzione storica e sul significato dello Stato. Lo Stato è il prodotto e la manifestazione degli antagonismi inconciliabili fra le classi. Lo Stato appare là, nel momento , in quanto, dove, quando e nella misura in cui gli antagonismi di classe non possono essere oggettivamente conciliati. E, per converso, l’esistenza dello Stato prova che gli antagonismi di classe sono inconciliabili.
    È precisamente su questo punto di capitale e fondamentale importanza che comincia la deformazione del marxismo, deformazione che segue due linee principali.
    Da un lato gli ideologi borghesi, e soprattutto piccolo-borghesi, costretti a riconoscere, sotto la pressione di fatti storici incontestabili, che lo Stato esiste soltanto dove esistono antagonismi di classe e la lotta di classe, “correggono” Marx in modo tale che lo Stato appare come l’organo della conciliazione delle classi. Per Marx, se la conciliazione delle classi fosse possibile, lo Stato non potrebbe né sorgere né sussistere. Secondo i professori e pubblicisti piccolo-borghesi e filistei – che molto spesso si riferiscono compiacentemente a Marx – lo Stato concilia precisamente le classi. Per Marx lo Stato è l’organo del dominio di classe, un organo di oppressione di una classe da parte di un’altra; è la creazione di un “ordine” che legalizza e consolida questa oppressione, moderando il conflitto fra le classi. Per gli uomini politici piccolo-borghesi l’ordine è precisamente la conciliazione delle classi e non l’oppressione di una classe da parte di un’altra; moderare il conflitto vuol dire conciliare e non già togliere alle classi oppresse gli strumenti e i mezzi di lotta determinati per rovesciare gli oppressori.
    Cosí nella rivoluzione del 1917, quando la questione del significato e della funzione dello Stato si pose in tutta la sua ampiezza, si pose praticamente come un problema di azione immediata, e, per di piú, di azione di massa, tutti i socialisti-rivoluzionari e i menscevichi caddero subito e appieno nella teoria piccolo-borghese della “conciliazione” delle classi “per opera dello Stato.” Innumerevoli risoluzioni e articoli di uomini politici di quei due partiti sono profondamente impregnati di questa teoria piccolo-borghese e filistea della “conciliazione.” Che lo Stato sia l’organo di dominio di una classe determinata, che non può essere conciliata col suo antipode (la classe che è al polo opposto), la democrazia piccolo-borghese non sarà mai in grado di capirlo. L’atteggiamento dei nostri socialisti-rivoluzionari e dei nostri menscevichi verso lo Stato è una delle prove piú evidenti che essi non sono affatto dei socialisti (ciò che noi, bolscevichi, abbiamo sempre dimostrato), ma dei democratici piccolo-borghesi che usano una fraseologia quasi socialista.
    D’altra parte, la deformazione “kautskiana” del marxismo è molto piú sottile. “Teoricamente” non si contesta che lo Stato sia l’organo del dominio di classe, né che gli antagonismi di classe siano inconciliabili. Ma si trascura o attenua quanto segue: se lo Stato è un prodotto dell’inconciliabilità degli antagonismi di classe, se esso è una forza che sta al di sopra della società e che “si allontana sempre piú dalla società,” è evidente che la liberazione della classe oppressa è impossibile non soltanto senza una rivoluzione violenta, ma anche senza la distruzione dell’apparato del potere statale che è stato creato dalla classe dominante e nel quale questo “allontanamento” si è materializzato. Questa conclusione, teoricamente di per sé chiara, è stata tratta da Marx con perfetta precisione, come vedremo piú tardi, dall’analisi storica concreta dei compiti della rivoluzione. Kautsky ha… “dimenticato” e travisato appunto questa conclusione, come dimostreremo particolareggiatamente nel seguito del nostro assunto.”

    Lenin, Stato e rivoluzione, Feltrinelli, Milano, 1968, pagg. 52-54

  6. MD ha detto:

    Visto che pare che ti piaccia Lenin , tornando al tema iniziale della tua politica nobile ( tu sei la tua nazione ) :

    “Il capitalismo ha creato un tipo particolare di migrazione di popoli. I paesi che si sviluppano industrialmente in fretta, introducendo più macchine e soppiantando i paesi arretrati nel mercato mondiale, elevano il salario al di sopra della media e attirano gli operai salariati di quei paesi.
    Il capitalismo avanzato li assorbe violentemente nel suo vortice, li strappa dalle località sperdute, li fa partecipare al movimento storico mondiale, li mette faccia a faccia con la possente, unita classe internazionale degli industriali.
    Non c’è dubbio che solo l’estrema povertà costringe gli uomini ad abbandonare la patria e che i capitalisti sfruttano nella maniera più disonesta gli operai immigrati , ma SOLO I REAZIONARI possono chiudere gli occhi sul significato PROGRESSIVO di questa migrazione moderna dei popoli. la liberazione dall’oppressione del capitale non avviene e non può avvenire senza un ulteriore sviluppo del capitalismo, senza la lotta di classe sul terreno del capitalismo stesso. E proprio a questa lotta il capitalismo trascina le masse lavoratrici di TUTTO il mondo, spezzando il ristagno e l’arretratezza della vita locale, distruggendo le barriere e i pregiudizi nazionali, unendo gli operai di tutti i paesi nelle più grandi fabbriche e miniere dell’America, della Germania, ecc.(..) La borghesia aizza gli operai di una nazione contro gli operai di un’altra, cercando di dividerli. Gli operai coscienti, comprendendo l’inevitabilità e il CARATTERE PROGRESSIVO DELLA DISTRUZIONE DI TUTTE LE BARRIERE NAZIONALI operata dal capitalismo, cercano di aiutare a illuminare e a organizzare i loro compagni dei paesi arretrati” .

    (Lenin, Il capitalismo e l’immigrazione operaia , 1913 )

    • Jacopo D'Alessio ha detto:

      Una cosa è certa: grazie a voi il marxismo, che è una nobile filosofia, è diventato invece una ‘religione’ positivista basata su un materialismo assoluto, mero rispecchiamento della realtà, alla stregua della biologia o la chimica. Questo anche il difetto del Lenin filosofo, non certo del Lenin della prassi politica.

      Ma il problema non è ovviamente di Marx ma appunto dei marxisti che hanno ridotto a feticcio la dialettica idealista. Comunque, pace all’anima vostra, e alle vostre sette finalmente in estinzione.

      “La giusta critica che si fa alla connotazione che in un determinato periodo storico la forma Stato assume viene generalizzata in una critica assoluta che identificando Stato, potere, dominio e violenza sfocia in toni anarcoidi.

      Toni che evidenziano la carente comprensione della lotta che i popoli coloniali iniziavano a rivendicare non solo per liberarsi dallo sfruttamento economico, ma anche per il riconoscimento della loro capacità di autogovernarsi:

      «a ispirare la rivoluzione dei popoli coloniali è la parola d’ordine non di “uno Stato in via di estinzione”, bensì di uno Stato in via di formazione» (p. 10).

      È ancora una volta la parola d’ordine del marxismo-leninismo ereditata alla luce della concreta situazione di oppressione e di disprezzo in cui si trovano i popoli colonizzati, si pensi soprattutto alla Cina di Mao, ad esigere la formazione di Stati nazionali indipendenti tanto necessari per liberarsi dall’oppressione del colonialismo e dell’imperialismo”. http://www.marxismo-oggi.it/…/205-il-marxismo…

  7. Ugo Mussi ha detto:

    L’uomo che non combatte è già morto!!!
    Essere un sovranista, vuol dire delegare un sovrano che impone”regole” per cui, una volta attuate ti garantisco LIBERTÀ
    Essere liberista, vuol dire che deleghi il primo a fare ciò che gli pare, pure di opprimerti o opprimere chi è più debole di te, senza avere una comunità(lo stato) che ti possa difendere….
    Mi sa che tornerò a fare la tessera con FSI

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