Il vocabolario indipendentista – parte II
di REDAZIONE
[Questa è la seconda parte di un articolo il cui primo pezzo si trova sotto il titolo “Il vocabolario indipendentista”]
Se un bambino prende una banale insufficienza a scuola e il genitore gli dice: “Sei un incapace, sei un inetto, non avrai mai buoni risultati, puoi mettertici di impegno ma tanto non otterrai mai nulla”, il bambino molto probabilmente si demotiverà e diventerà un asino. Smetterà di studiare, semplicemente perché il genitore gli ha detto di farlo e lo ha convinto. Il più delle volte, quello che diciamo viene capito per quello che è. Se l’intenzione del genitore era spronare il figlio usando frasi mortificanti e offensive, il genitore è un povero cretino. Non c’è bisogno di frequentare corsi di psicologia per capirlo, basta un minimo di buonsenso che si trovava già nella cassetta degli attrezzi dei nostri bisnonni.
Bisogna considerare che questa banale regola vale anche quando si parla con adulti da pari a pari: spesso le nostre parole vengono intese per quello che sono e per il significato esplicito di ciò che dicono. E, per estensione, anche in ambito politico.
Fare informazione antieuropeista in Italia oggi implica convincere i propri concittadini ad abbracciare un ideale indipendentista: questo a sua volta comporta mantenere, anzi rafforzare il più possibile, il senso culturale dell’appartenenza nazionale tra i cittadini. Quindi rafforzare il patriottismo italiano. Il patriota non può permettersi di affermare frasi in pubblico quali “gli Italiani sono un popolo di buoni a nulla”, “popolo che fa schifo”, “paese che fa schifo”. Affermazioni del genere vanno lasciate ai nemici dell’Italia, siano essi secessionisti di ogni tipo e colore, a europeisti, atlantisti e occidentalisti. Chi formula frasi di quel tono, banalmente non è un patriota.
E va detto che “Italiani popolo di inetti” non è nemmeno vero: se noi Italiani fossimo davvero un popolo di incapaci, come abbiamo fatto a diventare la quinta potenzia industriale nella seconda metà del novecento, lasciando dietro di noi tutto il terzo mondo, tutto il blocco orientale [scusate se è niente, eeh…] e buona parte dell’occidente inclusi paesi ad antica industrializzazione come la Gran Bretagna? Ci aveva fatto visita Babbo Natale o semplicemente l’Italia era popolata da milioni di operai, ingegneri, ricercatori, impiegati ed esercenti che si davano da fare? La seconda spiegazione è un pochino più logica.
Similmente, occorre evitare la profezia che si autoavvera, del genere “Siamo talmente debosciati che qualsiasi popolo che passa ci domina”; affermazioni del genere o vengono dette con l’intenzione di spronare il pubblico, e allora ritorniamo all’esempio del genitore che ottiene il risultato di essere preso alla lettera dal figlio, o vengono dette perché chi le afferma ci crede davvero, allora questi non è un patriota e non lo è mai stato.
Sembrano considerazioni banali ed elementari, ma vanno puntualizzate. Perché un’altra legge del vocabolario indipendentista è che le banalità vanno dette, visto che c’è sempre chi non le capisce o finge di non conoscerle.
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