“Desidero ricordare come tutto ebbe inizio”. Vladimir Putin nella consueta conferenza di fine anno (AGGIORNAMENTO)
di L’ANTIDIPLOMATICO (Redazione)

Il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, interviene come di consueto con i giornalisti nel contesto della tradizionale “linea diretta” combinata con la conferenza stampa annuale del Presidente. Secondo il Cremlino, per l’edizione di quest’anno, caratterizzata da una forte componente tecnologica e dalla pre-selezione delle domande tramite l’intelligenza artificiale GigaChat di Sberbank, sono pervenute oltre due milioni di richieste. Il portavoce presidenziale Dmitry Peskov ha evidenziato come le questioni relative all’operazione militare speciale siano state prioritarie e come sia stato garantito spazio anche ai media stranieri, “per dare loro l’opportunità di vedere e ascoltare il nostro Presidente”.
Nelle sue prime risposte, Putin ha riaffermato la posizione di Mosca riguardo alla risoluzione del conflitto in Ucraina, attribuendo le origini della crisi agli eventi del 2014 e al successivo fallimento degli accordi di Minsk. “Desidero ricordare come tutto ebbe inizio: con il colpo di Stato in Ucraina nel 2014 e l’inganno circa una possibile soluzione pacifica a tutti i problemi dopo gli accordi di Minsk”, ha dichiarato il leader russo. Ha poi aggiunto che nel 2022, quando le tensioni raggiunsero l’apice e il regime di Kiev scatenò la guerra nel sud-est del paese, la Russia si trovò costretta a riconoscere le repubbliche separatiste. “Fu detto loro: sarebbe stato meglio permettere semplicemente alle persone di vivere in pace come desiderano, senza colpi di Stato e senza russofobia. Allora non lo vollero”, ha affermato Putin.
Il Presidente ha sottolineato che, in seguito ai negoziati di Istanbul, l’Ucraina avrebbe inizialmente accettato una roadmap negoziale, per poi rifiutarsi e respingere tutti gli accordi. “Al momento – ha osservato Putin – non vi è alcun segno della volontà di Kiev di porre fine al conflitto”. Tuttavia, ha ribadito la disponibilità di Mosca: “Siamo pronti e disposti a terminare questo conflitto con mezzi pacifici, sulla base dei principi che ho esposto lo scorso giugno al Ministero degli Esteri russo, affrontando le cause profonde che hanno portato a questa crisi”.
La Situazione sul Fronte Militare
Sul piano operativo, il Presidente ha fornito un’analisi dettagliata della situazione sul campo, dichiarando che le truppe russe continuano ad avanzare lungo l’intera linea del fronte. “Le nostre truppe stanno avanzando su tutta la linea del combattimento. In alcuni settori più rapidamente, in altri più lentamente, ma in tutte le direzioni il nemico si sta ritirando”, ha detto.
Putin ha attribuito un significato strategico particolare alla liberazione della provincia russa di Kursk, affermando che essa ha segnato il passaggio completo dell’iniziativa strategica nelle mani delle Forze Armate Russe. Nel contempo, ha riferito che circa 3.500 soldati ucraini risulterebbero accerchiati nell’area di Kupiansk.
Parallelamente, il leader russo ha commentato lo stato delle riserve strategiche ucraine, sostenendo che subirebbero perdite gravissime a causa delle azioni russe. “Sembra che il nemico abbia subito perdite molto serie nelle sue riserve strategiche. Praticamente non ne sono rimaste”, ha dichiarato.
Sulle Risorse Congelate: “Non è Furto, è Rapina”
In merito ai piani dell’Unione Europea di confiscare le attività russe congelate, Putin ha risposto a una domanda definendo l’eventuale atto non come “furto”, bensì come “rapina”. “Il furto è la sottrazione segreta della proprietà, mentre qui si cerca di farlo apertamente. È rapina”, ha chiarito. Ha quindi avvertito che tale azione potrebbe avere “conseguenze serie per i ladri”, colpendo i bilanci dei paesi coinvolti e infliggendo “un colpo alla loro immagine, minando la fiducia”. “Ma, soprattutto – ha concluso – qualsiasi cosa rubino e in qualsiasi modo, un giorno dovranno restituirla”, assicurando che la Russia difenderà i propri interessi in sede giudiziaria.





Commenti recenti