Cronaca di una recessione
di Marco Trombino
A Ottobre l’Italia ha avuto il 21° mese consecutivo di calo della produzione industriale. Nello specifico, ha registrato il -3,6% rispetto a ottobre 2023.
Tra gennaio 2024 e ottobre 2024 il calo è stato del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. La flessione più significativa si è osservata nei settori dell’industria tessile (-7.6%), estrattiva (-12,4%), fabbricazione prodotti petroliferi (-12,4%) e produzione mezzi di trasporto (-16,4%).
Le politiche economiche, ormai totalmente privatizzate e regolate esclusivamente dai capricci dei mercati, stanno realizzando un’ulteriore ondata di deindustrializzazioni, fenomeno in essere dai primi anni 2000. Il problema non è che il governo, o i governi precedenti, non hanno agito per arginare questo fenomeno: il punto è che i governi di centrodestra e centrosinistra condividono l’impostazione generale di un’economia che deve essere realizzata esclusivamente dagli andamenti di mercato.
I trattati europei hanno privato l’Italia dell’unico strumento che avrebbe potuto arginare il crollo cui stiamo assistendo: l’intervento dello Stato in economia.
L’assenza di sovranità monetaria, risultata dalla privatizzazione di Bankitalia dei primissimi anni ’80, ha accresciuto “a bomba” il debito pubblico rendendo complicata qualsiasi reazione del governo, che deve fare i conti col debito stesso e coi suoi interessi passivi; la parità di bilancio, nata con un debito già a livelli insostenibili, ha fatto il resto.
Le conseguenze di questo collasso vengono fatte ricadere sulle classi medie e basse del popolo.
L’unica possibile soluzione è rivoluzionare il modello economico, introducendo la gestione statale della moneta, delle industrie, dell’agricoltura e dei servizi essenziali per i cittadini: scuola, sanità, acqua, energia, trasporti, difesa.
Fuori dall’Unione Europea e dai suoi trattati, su cui ricade interamente la colpa della recessione.
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