Il futuro del nazionalismo
di Mirko Melis
Trump, Milei e la Meloni sono lontani anni luce dall’essere espressione di un nuovo nazionalismo. Vent’anni fa il nazionalismo sembrava morto e sepolto, a causa della Rete (internet), dell’imposizione della lingua franca inglese, della vittoria dei mercati sulla democrazia, insomma del globalismo.
Nessuno immaginava che il nazionalismo avrebbe avuto così tanto futuro.
Nell’800 si era nazionalisti perché la Nazione insorgeva contro gli imperi, il popolo chiedeva le Costituzioni per avere dei diritti che fino ad allora erano concessi esclusivamente al sovrano assoluto. Adesso i popoli si affidano agli pseudo nazionalisti chiedendo meno Stato: un paradosso! Allo stesso tempo i cittadini chiedono protezione da questo capitalismo frenetico indotto dall’ideologia neoliberale, che fa sì che un dirigente fallito vada a casa con 100 milioni di euro mentre gli operai sono in cassa integrazione. Di fronte a questa enorme ingiustizia dilagante la gente si aggrappa allo Stato anche se lo Stato, non dà le risposte, perché, nel caso italiano e di altri Paesi comunitari, non le può dare essendo vincolato dagli obblighi europei.
Per evitare che il nazionalismo si esprima come “egoismo di massa”, va ucciso il germe del neoliberismo ossia le idee anarco-liberali travestite da nazionalismo. Un nazionalismo di cartapesta come quello propugnato da Trump, Milei e Meloni che seguono esclusivamente i dettami dei grandi mercati finanziari. Mentre i ricchi guadagnano sempre di più e le multinazionali pagano sempre meno tasse, l’Italia raggiunge nuovi record di povertà: è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui, negli ultimi trent’anni, i salari sono diminuiti. È il colmo vista la grande capacità manifatturiera e i 4 milioni circa tra disoccupati e inattivi (alla faccia della denatalità!).
Il vero nazionalismo sarebbe un nazionalismo mediterraneo, forse, pan-latino, tra paesi con una stessa matrice culturale e una visione politica, a lungo termine, comune. Un blocco che abbia la forza economica necessaria per mettersi al riparo dagli speculatori e che possa determinare in modo autonomo la propria vita politica e quella del suo bacino d’influenza naturale, in poche parole un blocco geopoliticamente sovrano.
Cosa che invece uno pseudo nazionalismo paneuropeo, per mille motivi, non consente di fare. La nuova nazione è la nazione romana.
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