Caffè Lungo – Il 1° gennaio 2024 i BRICS hanno ampliato le proprie fila acconsentendo all’ingresso di quattro nuovi Paesi membri: Emirati Arabi Uniti, Egitto, Iran ed Etiopia. Già diversi mesi prima, nell’agosto del 2023, durante l’incontro di Johannesburg era stata espressa una chiara volontà di espandersi nel Medio Oriente e nell’Africa subsahariana.
L’ESPANSIONE DEI BRICS
Concetto già diffuso nei primi anni Duemila come raggruppamento delle economie emergenti, la partnership di Brasile, Russia, India e Cina è stata istituzionalizzata ufficialmente nel 2009, con l’aggiunta del Sudafrica nel 2010. La direttrice lungo la quale si è sviluppata la coalizione è essenzialmente quella economica. Sin dall’inizio i Paesi fondatori hanno avuto come obiettivo creare una cooperazione tra le economie emergenti in opposizione alle Istituzioni nate a seguito degli accordi di Bretton Woods, come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, considerate tradizionalmente favorevoli ai Paesi occidentali.
Negli ultimi anni il prestigio dell’organizzazione si è accresciuto a seguito di un boom di richieste di adesione da parte di vari Stati. Dei quattro in lizza, tutti hanno ottenuto riscontro positivo, tranne l’Argentina che a seguito del cambio di Governo ha declinato l’invito.
L’Etiopia, nuova roccaforte dei BRICS, rappresenta senza dubbio un buon punto d’approdo nell’area subsahariana. Addis Abeba ha visto infatti crescere la propria economia e nutre grandi aspettative da questa nuova cooperazione.
Fig. 1 – La foto di gruppo del nuovo gruppo dei BRICS, al termine del summit di Johannesburg, 22-24 agosto 2023
LE POSSIBILITÀ FUTURE DELL’ETIOPIA
La posizione strategica dell’Etiopia nel Corno d’Africa garantisce l’accesso alle rotte commerciali del Mar Rosso, oltre a fungere da “ponte” con gli Stati della Penisola arabica. Ciò permetterebbe a Addis Abeba di assumerebbe così un ruolo prominente nella cooperazione regionale.
Tale sviluppo andrebbe a incidere fortemente a favore del percorso di indipendenza dalle potenze occidentali che il Paese sta intraprendendo da tempo. Questo cambiamento non è esente da potenziali conseguenze: il rischio che l’Etiopia veda diminuire la quota di investimenti diretti esteri c’è, così come la possibilità che diventi più difficile ottenere prestiti dagli attori occidentali. D’altronde le relazioni con l’Occidente hanno cominciato a deteriorarsi negli ultimi tempi anche a causa della brutalità del conflitto del Tigrai: il Governo di Abiy Ahmed è stato accusato di violazioni dei diritti umani, ricevendo numerose critiche a livello internazionale, anche per i rapporti con l’Eritrea di Isaias Afewerki. Scontri etnici e insurrezioni contro lo Stato centrale sono poi in corso in altre aree del Paese. A fronte di questo la ricerca di nuovi alleati diventa vitale.
L’Etiopia potrebbe aver già trovato un sostegno dall’Unione Africana, che sin da subito si è espressa a favore dell’ingresso di Addis Abeba nei BRICS, affermando che costituirà un fattore decisivo nel rafforzare la cooperazione Sud-Sud e nell’aumentare la stabilità generale della regione.
I BRICS contano tra le proprie fila diversi Paesi con i quali l’Etiopia ha già stabilito un forte meccanismo di cooperazione. La Cina è il più grande investitore nel Paese, con diversi complessi industriali e il ben noto collegamento ferroviario Addis Abeba-Gibouti. Anche la cooperazione con l’India migliorerebbe, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’educazione, che da anni lega i due Stati in una relazione di scambio reciproco di conoscenze e studi accademici.
Un importante tassello che va a completare il quadro economico dell’Etiopia è la possibilità di accedere alla Nuova Banca di Sviluppo, un’Istituzione finanziaria fondata dai BRICS nel 2014 che ha come obiettivo quello di sostenere lo sviluppo di progetti infrastrutturali nei Paesi membri e nelle economie emergenti.
Fig. 2 – Il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed e il Presidente cinese Xi Jinping
LE DINAMICHE DEL PRESENTE E LE PROSPETTIVE
Pochi giorni prima dell’ingresso ufficiale nei BRICS, l’Etiopia ha firmato diversi accordi con gli Emirati Arabi Uniti che mirano a rafforzare la cooperazione in settori strategici come l’agricoltura, l’economia, la sicurezza e lo scambio di tecnologie. Entrambi hanno mostrato un forte interesse per l’area del Corno d’Africa, in particolare per le acque somale, lato Somaliland. La situazione interna di Mogadiscio continua a soffrire di instabilità e ciò potrebbe fornire un’opportunità a Etiopia ed Emirati Arabi Uniti per influenzare le dinamiche, rendendo la Somalia, legata per la propria storia turbolenta alle potenze occidentali, un teatro di tensioni latenti tra questi e i BRICS.
Un’altra incognita sarà poi la compresenza nel gruppo dell’Egitto, con il quale i rapporti, già critici per il progetto etiope della Grand Ethiopian Renaissance Dam sul Nilo Azzurro, sono ulteriormente peggiorati con l’annuncio della partecipazione di 10mila militari del Cairo alla missione di pace dell’Unione Africana in Somalia.
L’obiettivo iniziale dei BRICS, cioè la creazione di un meccanismo di cooperazione economica tra Paesi in via di sviluppo permane, tuttavia si cominciano a intravvedere i segni di un cambiamento di rotta che sta spostando l’influenza esercitata dai fondatori sempre di più verso il piano politico.
BRICS E PROVE DI MONDO MULTIPOLARE
La selezione dei candidati e l’approvazione delle richieste espressa arbitrariamente dai membri disegnano un percorso di scelte strategiche che valutano sia l’aspetto economico che quello politico. Attualmente sono 40 i Paesi che hanno effettuato richieste formali di accesso e molti di questi, in misura diversa, sono mossi da un’insoddisfazione verso gli organismi internazionali.
La creazione di una realtà multipolare trova molti sostenitori, ma gli interessi in gioco sono tanto frammentati quanto le singole aspettative degli Stati. Gli obiettivi dell’Etiopia collimano con quelli dei BRICS sul piano economico, ma tale transizione verso la sfera politica risulta ancora imprevedibile, così come la stabilità di questa organizzazione intergovernativa nel futuro prossimo.
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