Cuba e Siria hanno chiesto di poter entrare a far parte dei BRICS
di L’INDIPENDENTE (Giorgia Audiello)
Due nuovi Paesi oppressi dalle sanzioni occidentali, Cuba e Siria, hanno fatto domanda di adesione per entrare nei BRICS, il gruppo delle economie emergenti fondato nel 2006 da Brasile, Russia, India e Cina a cui si è aggiunto nel 2011 anche il Sudafrica e che si sta ora rapidamente ampliando. Dopo la richiesta a inizio mese dell’ambasciatore siriano in Russia, Bashar Jaafari, è seguita a stretto giro quella del ministro degli Esteri cubano, Carlos Miguel Pereira: «Cuba ha ufficialmente richiesto la sua incorporazione nei BRICS come “Paese partner”, tramite una lettera al presidente della Russia, Vladimir Putin, che detiene la presidenza del gruppo, che si sta consolidando come un attore chiave nella geopolitica globale e una speranza per i paesi del Sud», ha scritto Pereira su X. Da parte sua, l’ambasciatore siriano a margine della conferenza chiamata “Caucaso settentrionale: nuove opportunità geostrategiche” ha affermato che «Siamo molto interessati ad entrare a far parte dei BRICS. Abbiamo inviato richieste scritte per entrare a far parte dell’organizzazione».
I BRICS rappresentano il contraltare all’egemonia senza limiti che hanno esercitato fino a poco tempo fa i Paesi occidentali e in particolare i membri del G7 e risultano particolarmente rilevanti per le prospettive politiche ed economiche future poiché il gruppo comprende alcuni dei maggiori produttori di petrolio al mondo nonché i maggiori Paesi detentori di risorse naturali e materie prime. Inoltre, rappresenta oltre un quarto del Pil mondiale. Per questo, molte Nazioni del cosiddetto “Sud globale”, alcune delle quali bersagliate dalle sanzioni occidentali o ostacolate nello sviluppo economico da decenni di imposizioni neoliberiste, ambiscono a fare parte del gruppo che si sta rapidamente ampliando. Il primo gennaio 2024, infatti, sono entrati a fare parte della coalizione anche Iran, Etiopia, Egitto e Emirati Arabi Uniti, mentre l’Argentina ha ritirato la sua adesione dopo l’elezione dell’anarco-liberista Javier Milei, strettamente schierato dalla parte dell’asse USA-Israele. Anche l’Arabia Saudita aveva temporaneamente sospeso l’ingresso nel gruppo.
La coalizione però non risulta centrale sono a livello economico, ma anche politico, in quanto il gruppo rappresenta le istanze di un cambiamento nell’assetto di potere globale nella direzione del multipolarismo. Esso rappresenta, dunque, una sorta di contro egemonia economica, politica, militare e culturale al modello unipolare instaurato dagli USA all’indomani della fine della Guerra Fredda. Non è un caso, dunque, che molti Paesi eurasiatici e del Sud del mondo stiano facendo richiesta di adesione: l’ultima Nazione a fare domanda prima di Cuba e Siria è stata l’Azerbaigian lo scorso agosto, in concomitanza alla visita del presidente russo Vladimir Putin nel Paese del Caucaso meridionale, volta a rafforzare i legami regionali e proteggere le rotte commerciali di Mosca sotto pressione. I BRICS esercitano una forte attrattiva per le allettanti prospettive economiche e politiche che offre anche in relazione alla possibilità di arginare la supremazia dei Paesi occidentali.
La richiesta di adesione alla coalizione da parte di Aleppo e L’Avana arriva poche settimane prima dell’importante vertice dei BRICS che si svolgerà dal 22 al 24 ottobre nella città di Kazan (Russia) e al quale sono stati invitati numerosi Capi di Stato, tra cui il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, la presidente della New Development Bank, l’ex presidente brasiliana Dilma Rousseff, e il segretario generale delle nazioni Unite Antonio Guterres. Tra i temi centrali che saranno oggetto del vertice ci sarà il processo di de-dollarizzazione e l’introduzione di un sistema di pagamenti alternativo, oltre all’uso delle valute nazionali negli scambi bilaterali. Quest’anno la Russia detiene la presidenza di turno del vertice e, come riferito dall’Istituto Italia BRICS, la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha affermato che il vertice in programma a ottobre fara scalpore a livello globale e che «l’espansione dei BRICS è stata un vero e proprio shock, una doccia fredda per l’Occidente e una conferma eloquente del fatto che non ci sarà alcun ritorno a un mondo unipolare».
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