Roma. Ikea contesta a lavoratrice diritto di sciopero. Poi se la deve rimangiare
di CONTROPIANO
Tre giorni fa (28 ottobre: aggiunta mia), la direzione dell’Ikea di Anagnina (Roma) aveva contestato ad una lavoratrice lo sciopero del 21 ottobre scorso. La lettera, ai sensi dell’art.7 dello Statuto del Lavoratori, rappresenta un gravissimo attacco al diritto di sciopero e all’articolo 40 della Costituzione.
“Eccolo il vero volto della multinazionale svedese – aveva replicato Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB – contestare il diritto di sciopero è un fatto gravissimo che dimostra ancora una volta l’arroganza delle aziende del commercio.” Ma già a occhio appariva evidente come il capo del personale dell’Ikea di Anagnina fosse scivolato (tutto da solo) su una buccia di banana. “Mentre il suadente marketing di Ikea punta sulla famiglia e ne fa il suo punto di forza, – prosegue il sindacalista – nelle relazioni di lavoro, la multinazionale intimidisce una mamma separata con un provvedimento assurdo e immotivato.” Di fronte alla lettera di licenziamento della lavoratrice, era subito partita la solidarietà e la controffensiva sindacale: “Impugneremo questo scempio in ogni sede a difesa del diritto di sciopero e della Costituzione, Giovanna non è sola, ma è forte del sostegno di oltre un milione e trecentomila lavoratori che hanno aderito con lei allo sciopero proclamato dall’Unione Sindacale di Base per il 21 ottobre scorso.” annunciava ieri Jacovone. Poi nella giornata di ieri Ikea ha fatto goffamente marcia indietro. Una telefonata del capo del personale all’Usb comunicava la revoca della contestazione disciplinare
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