L’unica guerra civile europea è quella della Francia contro l’Italia, da 55 anni
di OLTRE LA LINEA (Davide Pellegrino)
Dal suo ruolo nell’uccisione di Enrico Mattei per i suoi buoni rapporti con il Fronte di Liberazione Algerino, la Francia, per l’Italia, è da sempre uno Stato canaglia. Basti pensare al volo di linea IH870 abbattuto sopra i cieli di Ustica, il 27 giugno 1980. Oppure all’incidente di Ramstein il 28 agosto 1988, dove l’Eliseo, probabilmente sotto volere di François Mitterrand, manomesse gli Aermacchi MB-339PAN, pilotati dal Tenente Colonnello Ivo Nutarelli e dal Tenente Colonnello Mario Naldini delle Frecce Tricolori, unici testimoni della strage di cui sopra in quanto seguirono il MIG libico – obiettivo originario dei cacciabombardieri NATO – viaggiando a stretto contatto con il DC9 Itavia, poi “accidentalmente colpito”. A diversi decenni di distanza, se vari aspetti di quella vicenda non sono stati chiariti è proprio a causa di tale decisione.
Arrivando ai tempi nostri, invece, è sufficiente ricordare la nazionalizzazione dei cantieri navali attuata in Libia. Ha ufficialmente mandato a gambe all’aria l’influenza di Fincantieri in favore della Total e distrutto la nostra influenza nel Mediterraneo, resa precaria dopo l’aggressione pianificata di Nicolas Sarkozy a Mu’ammar Gheddafi. O, in alternativa, il Trattato di Caen, con il quale, dal 25 marzo, se non bloccato, il governo Gentiloni avrebbe scandalosamente venduto a Parigi zone molto pescose del Mare di Sardegna e del Mar Ligure dove avrebbe potuto esercitare il diritto di sfruttamento di un importante giacimento di idrocarburi recentemente individuato dall’ENI. L’unica guerra civile europea di cui ha cianciato Emmanuel Macron durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo è quella del suo Paese ai nostri danni. Fine.
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