La lezione di Kim a tutti i Paesi del mondo: se hai l’atomica, l’America tratta con te (altrimenti, sei morto)
di LINKIESTA (Alberto Negri)
Saul LOEB / AFP
L’incontro di Trump con Kim Jong-un, quello di Putin con Netanyahu, sullo sfondo l’abbattimento dei jet indiani in Pakistan. È successo tutto in un giorno. E il denominatore comune è la bomba atomica. La verità? Più che un deterrente, il nucleare è un modo per continuare le guerre fredde del mondo
È accaduto tutto in un giorno, all’insegna del Dottor Stranamore, delle guerre fredde e calde in corso, di una scena internazionale che preoccupa e lascia alquanto perplessi. Trump ieri a Hanoi ha incontrato sorridente e persino rilassato Kim Jong-un, in quel Vietnam una volta scorticato e avvelenato dal napalm americano che oggi ha come uno dei principali partner commerciali proprio gli Usa. Kim è il leader nordcoreano con l’atomica in tasca, che soltanto poco tempo Trump fa voleva distruggere “con fuoco e fiamme”.
Il messaggio è assai chiaro: se hai la bomba (e anche i missili per lanciarla) gli altri ti temono e siedono con te al tavolo a negoziare. Un incoraggiamento alla corsa nucleare e alla deterrenza atomica più che un messaggio di pace e stabilità. L’equilibrio o lo squilibrio del terrore continua a funzionare come ai tempi della guerra fredda Usa-Urss, tornata sulla scena quando Trump ha annunciato il ritiro dal trattato sugli euromissili firmato da Reagan e Gorbaciov bel 1987, l’accordo che aveva segnato la fine della guerra fredda.
Nello stesso giorno a Mosca Putin ieri ha visto Netanyahu, premier di Israele, potenza atomica non dichiarata e che non aderisce al trattato di non proliferazione. Ma Usa e Israele minacciano guerra l’Iran, che, sotto controllo dell’Aiea, nel 2015 ha firmato un trattato di rinuncia all’atomica stracciato poi dallo stesso Trump. Ecco che cos’è il vero doppio standard della politica internazionale. E a Mosca ci è toccato sentire il solito ritornello del premier israeliano Benjiamin Netanyahu che l’Iran e i suoi alleati (Siria e Hezbollah libanesi.n.d.r) è sono la più grande minaccia alla sicurezza della regione“. Tanto è vero che Netanyahu ha scaricato sulla Siria di Assad, che ospita i pasdaran iraniani, più di duemila bombe in un anno. A scopo di prevenzione, ben s’intende.
Avere la bomba atomica non risolve le crisi regionali incancrenite da decenni come quelle in Medio Oriente. Lo dimostra il conflitto tra Iran, Usa, Israele, rimasto finora una guerra per procura con scenari come il Libano e la Siria, ma che può allargarsi all’Iraq e all’Afghanistan. In realtà la bomba è uno strumento per continuare le guerre fredde che circolano nel mondo e trasferirle in altri scenari
Due potenze nucleari, che al contrario dell’Iran la bomba ce l’hanno da decenni, sono il Pakistan e l’India. Da ieri la tensione è altissima perché il Pakistan ha abbattuto due jet indiani (Delhi sostiene uno solo) che sarebbero entrati nello spazio aereo pakistano; l’episodio è soltanto l’ultimo di un braccio di ferro cominciato con gli attacchi di metà febbraio alle truppe indiane di un gruppo estremista basato nel Kashmir pakistano. Dal 1947, anno della partizione della ex colonia britannica e dell’indipendenza, ci sono state quattro guerre indo-pakistane e ogni volta il mondo trattiene il fiato per il potenziale atomico dei duellanti.
Come si vede avere la bomba atomica è un vantaggio perché la deterrenza nucleare serve a non essere attaccati e a trattare da pari a pari con gli Stati Uniti e l’Occidente. Per questo motivo l’Iran in passato ha tentato di fabbricarsene una. E la Corea del Nord tiene al suo arsenale atomico perché Kim Jong-un non vuole fare la fine del Colonnello libico Gheddafi che nel 2003 rinunciò alla sue armi di distruzione di massa. È interessante notare che le centrifughe libiche per l’arricchimento dell’uranio finirono in mano agli Usa e a Israele che le usarono per simulare un cyber attacco a quelle iraniane. Dopo la simulazione si passò alla realtà e con l’operazione Stuxnet, un virus inserito nella centrale nucleare iraniana di Natanz, furono fatte fuori 960 centrifughe.
In realtà con la cyberwar, una guerra informatica, potenze come Usa, Russia e Cina forse sono già in grado oggi di mettere fuori uso un arsenale nucleare, più o meno direttamente.
Avere la bomba atomica però non risolve le crisi regionali incancrenite da decenni come quelle in Medio Oriente. Lo dimostra il conflitto tra Iran, Usa, Israele, rimasto finora una guerra per procura con scenari come il Libano e la Siria, ma che può allargarsi all’Iraq e all’Afghanistan.
In realtà la bomba è uno strumento per continuare le guerre fredde che circolano nel mondo e trasferirle in altri scenari. Oppure come mezzo per avviare trattative diplomatiche concrete come sta avvenendo tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord. Cosa che invece, dopo decenni, non è ancora avvenuta tra Pakistan e India che alternano momenti di distensione ad altri di scontro. Per questo la corsa all’atomica non si ferma e continua a tenere il mondo nelle mani del Dottor Stranamore.
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