Questa è Fontamara
di GIANLUCA BALDINI (FSI Pescara)
L’autonomia voluta da Salvini costerà al Sud dalle quattro alle otto volte di più delle manovre operate dal governo Monti. I 5 stelle lo lasciano fare per evitare la crisi di governo e il PD sta a guardare senza colpo ferire. Del resto hanno aperto proprio loro a questa deriva con la riforma del Titolo V. Se passerà questa riforma nei prossimi anni il Sud verrà letteralmente ridotto alla fame. Dovremo chiudere ospedali, privatizzare i servizi di TPL, accorpare le scuole e tagliare i servizi periferici aggravando lo spopolamento delle aree interne, e sperimenteremo un’emigrazione di massa di giovani verso le regioni ricche.
Stanno portando avanti una secessione democratica con i voti del sud: questa è Fontamara.
“La vera soluzione la presentò don Circostanza: «Queste donne pretendono che la metà del ruscello non basta per irrigare le loro terre. Esse vogliono più della metà, almeno così credo di interpretare i loro desideri. Esiste perciò un solo accomodamento possibile. Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell’acqua del ruscello e i tre quarti dell’acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po’ più della metà. Capisco – aggiunse don Circostanza – che la mia proposta danneggia enormemente il podestà, ma io faccio appello al suo buon cuore di filantropo e di benefattore».
Gli invitati, riavutisi dalla paura, si misero attorno all’Impresario per supplicarlo di sacrificarsi in nostro favore. Dopo essersi fatto pregare, l’Impresario finalmente cedette. Fu in fretta portato un foglio di carta. Io vidi subito il pericolo. «Se c’è da pagare qualche cosa – mi affrettai a dire – badate che non pago». «Non c’è nulla da pagare» spiegò ad alta voce l’Impresario.
«Niente?» mi disse sottovoce la moglie di Zompa.
«Se non costa niente, c’è l’imbroglio.»
«Se ci tieni tanto a pagare», le feci osservare, «puoi benissimo pagare.»
«Neanche se volessero cecarmi» essa mi rispose.
«Però se non costa niente, è certamente un imbroglio.»
«Allora sarebbe meglio se tu pagassi» dissi io.
«Neanche se mi cecano» essa ripeté.
Il notaio scribacchiò sulla carta le parole dell’accomodamento e lo fece firmare all’Impresario, al segretario comunale e a don Circostanza come rappresentante del popolo fontamarese. Dopo di che noi ci rimettemmo in cammino per tornare a casa. (In realtà, nessuna di noi aveva capito in che consistesse quell’accordo.)
«Meno male che è stato gratis», ripeteva Marietta come una litania. «Meno male.»”
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