I migliori anni della nostra vita passati a tagliare deputati e a vivere infelici
di L’INKIESTA
L’inferno sono gli altri, e su questo non ci piove. Eliminare gli altri sarebbe un modo di eliminare l’inferno, ma è una misura un po’ troppo drastica e quindi scegliamo la terza via: riduzione. Di amici, figli, genitori, parlamentari. È tutto un tagliare, prima le spese, poi le spose, poi i vizi, poi i vitalizi. E quanto sia avvilente, e spaventoso (oltre che inutile, ma l’inutilità è il male minore) lo si vede dal terribile lessico che stiamo usando per raccontare questa nuova rivoluzione all’italiana, il taglio dei parlamentari che riforma la Costituzione più bella del mondo, per volere soprattutto di un ex Movimento che l’ha ritenuta, come ha ritenuto tutto, intoccabile a giorni alterni.
“Taglio dei parlamentari”, ma che crudeltà, ma perché, ma che espressione orribile, persino peggiore di “riforma lacrime e sangue”.
Questa non sarà “amputazione della democrazia”, ma di certo è un tentativo avvilente di illuderci che non siamo poveri, ricordandoci però che siamo miseri
Quanto ha ragione. È Zeitgeist puro. Quello là ci ha lasciate perché eravamo esagerate, e non tagliavamo su rabbia, esuberanza, e spiritosaggini; quell’altro perché non tagliavamo sui contatti; quell’altro ancora perché gli costavamo troppa fatica e lui doveva invece concentrarsi sul lavoro e sul mutuo, anche quello col tasso d’interesse tagliato. Alcune nostre amiche sproloquiano del dovere politico di non fare figli (tagliamo sulla prole!) perché siamo troppi, le risorse stanno finendo, il pianeta è spacciato, e grazie al cielo nessuna di loro è (ancora) diventata una di quelle pazze che militano nei gruppi di ricattatori ambientalisti che hanno promesso ai governi dei loro paesi di non riprodursi fintanto che non vedranno iniziative concrete per salvare l’ambiente. Le App che scarichiamo ci servono a tagliare i costi della vita mondana e ci sbattono a cena in periferia in posti di merda dove mangiamo quanto a Natale e però paghiamo dieci euro. Questa non sarà “amputazione della democrazia” (così Emma Bonino ha definito il taglio dei parlamentari – che brivido di orrore scriverlo, tutte le volte), ma di certo è un tentativo avvilente di illuderci che non siamo poveri, ricordandoci però che siamo miseri.
Risparmiamo. Tagliamo i costi della politica tagliando i politici – e metti che non dovesse servire cosa faremo, affitteremo la Camera alla domenica, ci faremo una sala ricevimento per matrimoni di miliardari russi? E se invece funzionasse davvero, tutto questo tagliare, e vivere da poveri, da amputati, vivere restringendoci anziché allargandoci, risparmiando anziché offrendo, alla fine, tra molto tempo, cosa potremo dire di questi anni, dei migliori anni della nostra vita, se non che avremo vissuto infelici perché costava meno?
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