Ha destato sorpresa l’articolo di Vladimir Putin pubblicato sulla rivista americana The National Interest intitolato «Le vere lezioni del 75° anniversario della seconda guerra mondiale». E non certo perché un suo intervento sul tema fosse inatteso visto che tra 5 giorni la Russia celebrerà con una imponente parata militare l’anniversario della sconfitta del nazismo, ma principalmente per modalità, toni e scelta della testata.
LA DECISIONE del presidente russo di scrivere per una rivista di politica estera della destra repubblicana neocon, ha fatto arricciare il naso ai liberal russi e alzare le antenne a chi – negli Usa – ritiene che l’articolo possa essere un nuovo tentativo del leader russo di intervenire nella prossima campagna elettorale. National Interest, infatti, nel 2015 aveva pubblicato un saggio di Maria Butina, presunta primula rossa dell’intelligence della Federazione negli Usa e aperta sostenitrice di Donald Trump.
Era comunque dai tempi della risoluzione del parlamento europeo che equiparava il comunismo al nazismo (e quindi implicitamente l’Urss al Terzo Reich) che Putin voleva togliersi qualche sassolino dalle scarpe e lo ha fatto con il piglio dello storico-statista. Prima di tutto mettendo le mani avanti su possibili accuse di neostalinismo. «Stalin e il suo entourage, meritano molte legittime accuse. Per esempio i crimini commessi dal regime contro il suo stesso popolo e l’orrore delle repressioni di massa» ha esordito il capo del Cremlino chiarendo pure di non voler difendere la parte segreta dei protocolli del Patto di non-aggressione del 1939.
«Ricordo che l’Urss ha dato una valutazione giuridica e morale del patto Molotov-Ribbentrop. Il Soviet Supremo nella risoluzione del 24 dicembre 1989 denunciò i protocolli segreti come “un atto di potere personale” che non rifletteva in alcun modo la volontà del popolo sovietico che non ha alcuna responsabilità per questa collusione».
TUTTAVIA «ci sono molte cose per cui i leader sovietici possono essere rimproverati, ma la scarsa comprensione della natura delle minacce esterne non fu una di queste»; loro al contrario «cercarono di guadagnare tempo prezioso necessario per rafforzare le difese del paese».
Putin accusa invece apertamente le potenze europee dell’epoca e la Polonia di essere primi responsabili – con il Patto di Monaco – della tragedia che si consumò in seguito. Il presidente russo ritiene che «la spartizione della Cecoslovacchia fu brutale e cinica… Fu il tradimento di Monaco a fungere da “innesco” e rese inevitabile la guerra in Europa. Oggi, i politici europei, e in particolare i leader polacchi, desiderano spazzare il tradimento di Monaco sotto il tappeto» ma le loro gravi responsabilità per Putin sono evidenti.
LA STORIA è sempre oggetto di battaglia politica perché è il substrato si cui si formano le ideologie della contemporaneità e Putin, pur non utilizzando la terminologia marxista, sottolinea senza incertezze il carattere imperialista non solo della Germania ma anche di Francia e Inghilterra tra le due guerre.
«La Gran Bretagna così come la Francia, che all’epoca era il principale alleato di cechi e slovacchi, scelsero di ritirare le loro garanzie e abbandonare quel paese al suo destino. In tal modo cercarono di spingere i nazisti a est in modo che la Germania e l’Urss si distruggessero sanguinosamente a vicenda».
Secondo Putin, quindi, sarebbe ora che i paesi europei aprano anche i loro archivi e mostrino quali furono i torbidi rapporti tra nazismo e democrazie europee. «I servizi sovietici riferirono alla loro dirigenza informazioni dettagliate sui contatti dietro le quinte tra Gran Bretagna e Germania nell’estate del 1939» sottolinea il leader russo.
L’articolo di Putin, rovesciando come un calzino l’interpretazione occidentale sulle origini della guerra è destinato inevitabilmente ad aver ricadute politiche e dietro le quinte si iniziano già a fare le prime congetture: quale potrà essere ora il destino di quell’alleanza in fieri che si stava delineando tra Putin e Macron fino a qualche mese fa e che prevedeva prima di Covid-19 la venuta di quest’ultimo a Mosca per i festeggiamenti del 9 maggio?
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