Il 25 aprile, fin dai banchi di scuola, ci hanno insegnato che è la “festa della libertà” educandoci al fatto che è il solenne momento della Sovranità popolare.
A sentire le parole del Presidente Mattarella dei giorni scorsi, durante la sua visita in Slovacchia, ci è sembrato di capire che, qualcosa che per noi è significativo, come appunto la sovranità nazionale, sia per lui invece, contestabile.
Infatti, ha dichiarato: “l’esasperazione del nazionalismo è un virus insidioso che con l’illusione della sovranità azzera la capacità di dare risposte che richiedono un concorde impegno solidale di carattere sovranazionale”.
Tutti noi italiani abbiamo un nonno o bisnonno che ha dato la vita per difendere l’aggressione tedesca della seconda seconda guerra mondiale, difendendo il concetto di Nazione e di Popolo Sovrano.
Ora, che il tutore dei principi costituzionali, qual è il Presidente della Repubblica si ispiri, per la tutela della Carta costituzionale, all’impegno di carattare “sovranazionale”, ci pare quanto meno fuori luogo.
Forse con i suoi discorsi di sostegno all’Ucraina, al Presidente è sfuggito che l’Italia è uno Stato Democratico e Sovrano, con una sua Costituzione e non della UE, che non è nemmeno uno stato.
Quest’anno più che mai, dopo tre anni di norme liberticide e di queste esternazioni presidenziali, ci sembra che questo 25 aprile 2023, sia la festa di una promessa tradita.
Ingannata proprio nel sul concetto principale, quello che deriva dall’Art. 1 della Costituzione, ovvero nella sua sovranità popolare fondata sul lavoro.
Lavoro che dà dignità alla famiglia che è stato mortificato dai lockdwon e dai vari green pass dei governi di Conte e Draghi e che ancor oggi, non solo portano i segni del male che han creato, ma non sono definitivamente scomparsi.
Dopo quel 25 aprile si proseguì nella svendita del Paese, in nome di un’alleanza anticomunista con l’asservimento verso gli Stati Uniti.
E ancor oggi purtroppo sentendo le dichiarazioni del nostro Presidente che dice: “Chiunque chieda di sospendere gli aiuti all’Ucraina di fronte all’aggressione russa, opera nell’interesse della Russia e cerca di far sì che la Russia vinca sull’Ucraina“, si dimentica che, nel 2014 furono gli Stati Uniti a sostenere, se non addirittura a organizzare, un colpo di stato in Ucraina e che la stessa Ucraina a guida Zelensky non ha mai rispettato gli accordi di Minsk.
Forse siamo di fronte ad un nuovo arretramento storico, perché quel 25 aprile di 78 anni fa, non si disputò un derby domenicale tra fascisti e comunisti, ma una resistenza del Popolo italiano con i suoi Figli a sacrificarsi per far nascere la Repubblica e la Costituzione.
Una Costituzione che in questi ultimi tre anni non solo si è cercato di eludere, ma, cosa ben più grave, si è volutamente tentato di distruggere nei suoi principi fondanti attraverso la centralità parlamentare.
Forse dovremmo istituire anche il giorno della memoria italiano, per ricordarci di questi processi evolutivi che rappresentanto il valore di una Comunità quale è il nostro Paese.
Caro Presidente non siamo una filiale degli interessi del nuovo impero voluto dall’Europa dove si antepogono gli interessi lobblistici di pochi e, prendendo in prestito le Sue parole, questi sì sono dei virus insidiosi e letali come putroppo ogni giorno constatiamo.
Il 25 aprile noi italiani dovremmo ricordarci che questo nostro Paese è uno Stato che deve essere governato nell’interesse del suo Popolo Sovrano.
Andrea Caldart
FONTE: https://www.quotidianoweb.it/attualita/25-aprile-una-festa-tradita/
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