Il sensazionalismo macabro di queste ore rischia di impedire un qualsiasi ragionamento lucido. Che è, invece, ciò di cui ci sarebbe bisogno. Un bisogno, oserei dire, disperato. Necessità vitale se si vuole almeno tentare di evitare una deflagrazione di proporzioni difficili da immaginare.
Forse potrà apparire freddo, cinico non lacrimare sui morti dell’una e/o dell’altra parte. Provare, ormai, solo nausea di fronte alle immagini di orrore, rilanciate dai media sino all’ossessione. Quasi un rituale obbligato. Cui ben pochi – Luttwak, Moni Ovadia, pochi altri – si sono, ad ora, sottratti.
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