Il sangue di Rafah che impasta la terra
da PICCOLE NOTE (Davide Malacaria)
Israele attacca Rafah. Riprendiamo, da Haaretz, Gideon Levy: “Ora non ci resta che chiedere, implorare, gridare: non entrate a Rafah. Un’incursione israeliana a Rafah sarebbe l’attacco al più grande campo profughi del mondo. Trascinerà l’esercito israeliano a commettere crimini di guerra di una gravità che nemmeno esso ha ancora commesso. È impossibile invadere Rafah senza commettere crimini di guerra“.
I bambini di Gaza e gli appelli umanitari di Israele…
“Yarden Michaeli e Avi Scharf riferiscono che l’intera popolazione della Striscia di Gaza, 2,3 milioni di abitanti, dovrebbe essere evacuata [ad Al-Mawasi] in un’area di 16 chilometri quadrati (6,2 miglia quadrate), più o meno la dimensione dell’aeroporto internazionale Ben-Gurion. Immaginate tutta Gaza nell’area dell’aeroporto”.
“Amira Hass ha calcolato che, se fossero stipate ad Al-Mawasi anche solo un milione di persone, la densità della popolazione sarebbe di 62.500 persone per chilometro quadrato. Non c’è niente ad Al-Mawasi: nessuna infrastruttura, niente acqua, niente elettricità, nessuna casa. Solo sabbia e ancora sabbia, per assorbire il sangue, i liquami e [i morti per] epidemia. Non è solo un pensiero agghiacciante, mostra anche il livello di disumanizzazione che Israele ha raggiunto nella sua pianificazione”.
“Il sangue sarà versato ad Al-Mawasi, come è stato versato recentemente a Rafah, il penultimo rifugio sicuro offerto da Israele. Il servizio di sicurezza dello Shin Bet individuerà qualche ufficiale affiliato ad Hamas, che sarà eliminato sganciando una bomba da una tonnellata sulla nuova tendopoli”.
Quindi, Levy conclude ricordando la storia di Hind Rajab, la ragazzina di cinque anni rimasta intrappolata con sette parenti sotto la macerie e nell’automobile in fuga mentre “rispondeva all’appello ‘umanitario’ di Israele a evacuare”. La sua storia aveva fatto il giro del mondo perché, intrappolata, aveva contattato la mezzaluna rossa per chiedere aiuto; una telefonata registrata e rilanciata dai media. Da allora, scrive Levy, la sua sorte è rimasta “un mistero”, finché sabato è stata ritrovata, morta dissanguata, “coperta dai corpi dei parenti”.
Un mistero disvelato dal comunicato della mezzaluna rossa, che ha spiegato di aver inviato un’ambulanza. ma che questa “è stata trovata bombardata nella zona Tal al-Hawa di Gaza City, a pochi metri dall’auto in cui Rajab era intrappolata”. Nel comunicato, la mezzaluna rossa ha accusato “le forze israeliane di aver ‘preso di mira deliberatamente l’ambulanza al suo arrivo’, nonostante si fosse coordinata per facilitare la missione di salvataggio” (Middle Eats Eye).
L’invasione di Rafah, conclude Levy, sarà accompagnata da nuovi appelli all’evacuazione e causerà la morte di “altre migliaia di Hind”.
Sempre su Rafah, sempre su Haaretz, Odeh Bisharat: “È impossibile trasportare un milione di persone del tutto indigenti, alcune delle quali sono già state sfollate due o tre volte da un luogo ‘sicuro’ a un altro, tutti trasformati poi in campo di sterminio. È impossibile trasportare milioni di persone come se fossero vitelli destinati alla spedizione. Nemmeno i vitelli possono essere trasportati con tanta crudeltà”.
La “conquista di Rafah e la mani sporche di sangue
“Netanyahu non si accontenta di una vittoria totale, fa un altro passo avanti. Rimprovera quanti lo stanno mettendo in guardia dalla conquista di Rafah, compresi quelli che finora hanno sostenuto Israele, affermando che “fondamentalmente ci stanno dicendo di perdere la guerra”. E questo è tutto! O un massacro o perdere la guerra. O il paradiso o l’inferno. La storia, in tutta la sua ambiguità, pone un popolo che solo di recente è stato vittima di uno sterminio di massa, sulla soglia dello sterminio di massa di un altro popolo”.
“[…] Cosa faranno gli ebrei dopo questa vittoria? Dopo che si sarà consumato il massacro di migliaia di palestinesi? […] Come si comporteranno gli ebrei con il sangue di altri 30.000 o più abitanti di Gaza sulle loro mani? ‘Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno’, ha detto Gesù. Ma gli ebrei lo sanno con certezza. Il mondo intero sta dicendo ‘no’, allora?”
“Eppure, neanche il mondo potrà dire: ‘Non lo sapevamo’. Ora tutti parlano dell’imminente massacro come se si trattasse di un inevitabile disastro naturale. Il mondo è diviso a metà. Da una parte c’è il mondo delle persone semplici, in carne e ossa. L’opinione pubblica è contraria come mai prima al massacro che c’è stato e a quello che ci sarà”.
“Ma c’è un altro mondo, indifferente, che è influenzato dagli interessi dei capitalisti. E il capitale, come si sa, non ha odore né sentimenti. Il mondo, rimasto in silenzio di fronte agli orrori precedenti, sta cambiando il tono della voce, emettendo una condanna esitante qui e un debole avvertimento là. Ma la marcia verso il massacro prosegue verso la sua meta finale”.
“Gli avvertimenti dei leader europei sono destinati alla cronaca, ai libri di storia. Perché si scriva: ‘Non siamo stati noi a causare questo spargimento di sangue’. Ma, mentre lanciano avvertimenti e versano lacrime di coccodrillo, continuano a fornire a Israele armi, denaro e sostegno diplomatico”.
“Non li aiuterà. Già oggi, molto prima che gli storici giungano alle loro conclusioni, è chiaro che le loro mani sono intrise di sangue palestinese fino ai gomiti. Certo, ‘la voce è quella di Giacobbe, ma le mani sono di Esaù’, eppure TikTok, nella sua innocenza giovanile, sta spiegando a tutti che le mani del britannico Rishi Sunak, del tedesco Olaf Scholz e del francese Emmanuel Macron in realtà partecipano del sangue versato”.
Il cronista israeliano ne ha anche per Biden, il leader del Paese occidentale che ha più responsabilità. Quando tutto sarà finito, scrive, “Biden affermerà di non ricordare quale sia stato il suo ruolo nella Striscia di Gaza. Dirà che la sua memoria lo tradisce, la sua età; sai, l’età… Ma noi ricorderemo. E quanti rimarranno in vita a Gaza se ne ricorderanno anche di più”.
In realtà, i leader nominati sono solo burattini. Altri tirano le fila e, consumata la strage, getteranno tranquillamente i burattini nell’angolo più oscuro della storia mettendo altri burattini al loro posto per continuare a regnare. Vedremo.
FONTE: https://www.piccolenote.it/mondo/il-sangue-di-rafah-che-impasta-la-terra
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