Israele continua gli attacchi nel sud del Libano, nonostante il cessate il fuoco
di L’INDIPENDENTE (Valeria Casolaro)
Nonostante Israele ed Hezbollah abbiano siglato un cessate il fuoco da meno di 48 ore, si segnalano numerosi attacchi delle forze armate israeliane (IDF) contro città libanesi situate nel sud del Paese. L’agenzia nazionale d’informazione libanese National News Agency (NNA) ha riferito che un carro armato israeliano ha sparato alcuni colpi di arma da fuoco nella periferia di Kfarshouba. Poco prima, due persone libanesi sono rimasti feriti da alcuni colpi di proiettile esplosi dall’IDF nella città di Markaba e un attacco è stato condotto con un carro armato nel villaggio di Wazzani. Tutte le località si trovano a breve distanza dalla Linea Blu, che segna il confine tra i due Paesi. Con un comunicato pubblicato su X pochi minuti fa, l’esercito israeliano ha dichiarato che vi sono state violazioni del cessate il fuoco (in vigore dalle 4 del mattino di ieri). «Nelle ultime ore è stato rilevato l’arrivo di sospetti, alcuni con veicoli, in diverse zone del sud del Libano, il che costituisce una violazione»: per tale motivo, «le forze dell’IDF hanno sparato contro di loro». Non sono al momento stati forniti ulteriori dettagli in merito alle supposte violazioni.
Alcuni attacchi contro i civili libanesi si erano verificati già nella giornata di ieri, 27 novembre, quando Israele aveva colpitio alcuni giornalisti che documentavano il rientro dei civili nelle loro abitazioni e il ritiro delle truppe israeliane a Khiyam. L’accordo siglato ieri tra Israele ed Hezbollah, della durata iniziale di 60 giorni e il cui testo non è ancora stato reso pubblico, mira a porre fine alla presenza armata del gruppo lungo il confine a sud del fiume Litani e al ritiro delle truppe israeliane dal sud del Libano entro 60 giorni. Tuttavia, come spiegato dal primo ministro israeliano Netanyahu durante un discorso ai media, la sua durata dipenderà dall’agire di Hezbollah. Qualunque iniziativa del gruppo interpretabile da Israele come una minaccia alla propria sicurezza potrà comportare una risposta armata da parte di Tel Aviv. «Hezbollah violerà l’accordo non solo se ci sparerà addosso», ha spiegato Netanyahu, ma anche «se si procurerà armi per sparare contro di noi in futuro». Nonostante l’esercito libanese e quello israeliano abbiano esortato i civili di non fare ancora ritorno alle proprie abitazioni, nel corso di un discorso televisivo citato da Al-Jazeera lo speaker del Parlamento libanese Nabih Berri, che ha fatto da mediatore per Hezbollah nei colloqui, ha invitato la popolazione a rientrare verso le proprie case.
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