Ponte Morandi, al processo per il crollo è il giorno delle vittime: “La finanza si è mangiata l’industria. Aspi ha fallito sotto gli occhi dello Stato”
da IL FATTO QUOTIDIANO (Marco Grosso)
La dura requisitoria dell’avvocato Raffaele Caruso, legale del comitato delle vittime, che in sette ore di arringa ha accusato Autostrade per l’Italia e stigmatizzato il ruolo delle istituzioni nella tragedia che costò la vita a 43 persone

L’arringa di Caruso ripercorre cinquant’anni di allarmi ignorati, sliding doors che avrebbero potuto impedire la morte di 43 persone. I primi rapporti preoccupati del progettista, Riccardo Morandi, tra i primi ad accorgersi che la sua creatura era un gigante fragile. La ristrutturazione degli anni Novanta che mette in sicurezza due pile su tre (la numero 10 e la 11), lasciando inalterata per i successivi trent’anni la terza, la numero 9, quella che poi crollerà. La privatizzazione e i continui rinvii dei lavori, l’ammorbidimento delle consulenze, la falsificazione dei controlli, con un’intera società che si affidava “ciecamente” a una “sorveglianza – argomenta Caruso – che era una farsa di cui tutti erano consapevoli”.
L’affondo dell’avvocato dei familiari è proprio nei confronti della struttura e della cultura aziendale di Autostrade per l’Italia: “Il Morandi era un viadotto che nei corridoi era il grande malato, ma nei rapporti ufficiali diventava una struttura perfettamente in salute”. E, dice ancora Caruso, non c’era niente di casuale in questa “schizofrenia aziendale”, che teneva in piedi un “sistema di doppie verità”, con un “canale ufficioso di notizie che smentiva quello ufficiale”.
Per l’avvocato delle vittime, il crollo del Morandi è una vicenda “in cui la colpa si avvicina molto al dolo, anzi, se fosse accaduta prima della sentenza Thyssenkrupp, che ha introdotto una giurisprudenza più garantista, staremmo discutendo di contestazioni dolose”. E qui il legale risponde direttamente all’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci: “Noi oggi parliamo di una colpa, ma di una colpa che porta a responsabilità effettiva. L’esatto contrario di una responsabilità senza colpa, cioè lo slogan pronunciato dall’ingegner Castellucci subito dopo il disastro. La responsabilità senza colpa è qualcosa che non esiste, che mi ricorda quel personaggio di Happy Days, Fonzie, che non riesce a dire “ho sbagliato” e non riesce a dirlo quando è davanti a qualcuno”. Un ultimo attacco, infine, è a quello Stato che, attraverso il ministero dei Trasporti, per anni si è girato dall’altra parte, affidandosi alle rassicurazioni della concessionaria privata: “Questa è una storia classica di cattura del regolatore, di un controllore che non ha controllato”.
FONTE: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/10/21/ponte-morandi-accusa-avvocato-vittime-notizie/8168431/





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