Counterpunch: l'America ha imparato ad amare la guerra al Terrore
di VOCI DALL’ESTERO (C.J. HOPKINS)
La “guerra al terrorismo”, che l’ex presidente George W. Bush ha lanciato ufficialmente alla fine di settembre del 2001, e che il presidente Obama ha ufficialmente rinominato “la serie di persistenti sforzi mirati a smantellare specifiche reti di estremisti violenti che minacciano l’America” nel maggio 2013 , a questo punto (cioè dopo quindici anni che ci siamo dentro), è diventata la nostra realtà consensuale ufficiale … o in altre parole, “è come stanno le cose”. Un’intera generazione ha raggiunto la maggiore età nel corso dello “Stato di Emergenza Nazionale rispetto ad Alcuni Attacchi Terroristici “, che il presidente Obama ha recentemente esteso. Per la maggior parte di questa generazione sfortunata (che alcuni chiamano “Generazione Patria”), la vista di soldati in armatura, coi fucili tenuti anteriormente a tracolla pronti per l’uso, che pattugliano le strade delle loro cittadine o città, le assurde “procedure di sicurezza” all’aeroporto, l’isteria pompata dai media mainstream, la commemorazione bigotta di qualsiasi cosa anche lontanamente collegata ad “Alcuni Attacchi Terroristici” in questione, e tutto il resto, è del tutto normale, il modo in cui il loro mondo è sempre stato.
Naturalmente, questa è anche la prima generazione per la quale gli attentati di New York e Washington dell’11 settembre 2001 non sono altro che vaghi ricordi d’infanzia, o eventi storici che hanno imparato a conoscere a scuola, o in televisione o su Internet. E’ probabile che ciò che hanno imparato su di essi è che “l’America” quel giorno è stata attaccata da un gruppo di terroristi fondamentalisti islamici, per nessuna ragione logica apparente che non sia “odiano la nostra libertà”. E’ anche probabile che abbiano imparato che le invasioni di Iraq e Afghanistan da parte degli Stati Uniti, il bombardamento e la destabilizzazione di numerosi altri paesi (ad esempio Libia, Pakistan, Siria, Yemen, e gli eventuali altri che ho dimenticato di menzionare), le detenzioni indefinite, gli omicidi, le torture, la sorveglianza illegale di massa, la militarizzazione della società in generale, e tutte le altre caratteristiche familiari dello “stato di emergenza” che è stato in vigore tanto a lungo quanto chiunque di quella età riesce a ricordare… che tutto questo abbia qualcosa a che fare con il “proteggere gli americani” o gli “interessi dell’America “.
Il mio cuore va a questa generazione … o almeno a tutti coloro da poco ventenni che sono stati bombardati con questa versione ufficiale da più o meno il giorno in cui sono nati, eppure in qualche modo sono riusciti a mantenere la loro sanità mentale (e che continuano a lottare giornalmente per riconoscere, analizzare, scomporre, e comunque respingere l’incessante fuoco di fila di stronzate ideologiche puntate alla loro testa). Resistere alla forza della narrazione ufficiale è faticoso, e di solito poco gratificante, almeno in termini professionali e finanziari (a meno che, naturalmente, piaccia essere emarginati). E’ molto più facile fare come il re della Parabola del Re e del Pozzo Avvelenato, bere il Kool-Aid, e abbracciare la follia. Non importa che la narrazione ufficiale in realtà non abbia molto senso, o non abbia a che fare con… be’… la storia… o i fatti, o altre cose del genere.
Secondo questa versione ufficiale, questi terroristi islamici che odiano la nostra libertà stanno conducendo una sorta di guerra santa fanatica, il cui scopo è quello di distruggere l’Occidente, prendere il controllo di tutto il mondo, e imporre la sharia a tutti. Hanno lanciato questa guerra il 9/11. Lo hanno fatto con l’invio di un gruppo di quindici terroristi sauditi (e quattro altri provenienti da Egitto, Emirati e Libano) per dirottare aerei con taglierini da tre dollari e pilotarli contro degli edifici emblematici, uccidendo il maggior numero di persone possibile. Questi attacchi avevano lo scopo di provocare l’”America”, e presumibilmente il resto degli infedeli occidentali, per far bombardare il Medio Oriente fino all’oblio, e radunare i musulmani in tutto il mondo, cosa che avrebbe innescato una sorta di jihad globale che avrebbe spazzato via la civiltà occidentale, e a quel punto i terroristi si sarebbero riversati fuori dai loro buchi nascosti e avrebbero preso il controllo di tutto.
Secondo questa stessa versione ufficiale, questi terroristi islamici che odiano la nostra libertà sono apparsi magicamente dal nulla, più o meno completamente formati, appena prima del 2001. Tutta la storia moderna del Medio Oriente, la caduta dell’impero ottomano, il colonialismo occidentale, due guerre mondiali, il gioco a scacchi della Guerra Fredda, e la fine della stessa, per non parlare della diffusione ormai senza ostacoli del capitalismo globale in tutto il mondo … niente di tutto questo ha a che fare con qualcosa. No, secondo la nostra versione ufficiale, questi terroristi si sono materializzati dall’etere. Hanno dato uno sguardo, hanno visto l’America seduta tranquillamente che badava ai propri affari, mentre godeva dei suoi cari valori, e così, sono stati sopraffatti da un odio fanatico, e hanno iniziato a legarsi addosso le loro cinture esplosive.
L’unico modo per impedire a questi terroristi (la maggior parte dei quali erano sauditi, ricordo) di conquistare il mondo intero è stato quello di invadere accidentalmente l’Iraq, che non aveva nulla a che fare con niente, e uccidere e torturare un sacco di iracheni, e smantellare tutto il suo esercito, in modo che potesse formare gruppi terroristici che avrebbero terrorizzato l’intera regione, e la Francia, e aiutato a destabilizzare la Siria, che a quel punto potevamo anche bombardare. Inoltre, avevamo bisogno di invadere l’Afghanistan, perché i terroristi avevano i loro buchi nascosti lì, così potevamo avere una sorta di mezza giustificazione per l’Iraq. Oh, e la Libia. Avevamo bisogno anche di bombardare la Libia, di farla finita con il malvagio Gheddafi, perché… uh… non ricordo bene. Aveva qualcosa a che fare con la primavera araba, che aveva qualcosa a che con Al Qaeda, o l’ISIS… o qualunque cosa… penso che abbiate afferrato il messaggio.
Ora, prima che i miei amici complottisti diventino tutti entusiasti per dove sto andando a parare, non sto suggerendo che gli attacchi del 9/11 sono stati una sorta di complotto del governo degli Stati Uniti, o un complotto di rettiliani extraterrestri, o che qualunque attacco terroristico che è seguito – gli attacchi terroristici reali, cioè non quelli fatti da individui squilibrati che giuravano fedeltà all’ISIS su Facebook – non si è verificato più o meno come riportato. (Francamente, non importa come sia andata. L’effetto complessivo rimane lo stesso). Quella che sto mettendo in discussione, o esaminando, o ridicolizzando, è la narrazione ideologica che circonda questi attacchi, e il Terrorismo, e la Guerra al Terrore, o in qualunque modo la stiamo chiamando questa settimana, e l’ipocrisia che circonda questo racconto, con il quale la “Generazione Patria” è cresciuta.
Quelli di noi che sono un po’ più grandi (va bene, ammettiamolo, un bel po’ più vecchi, e si, mi riferisco ai “baby boomer”, la generazione della quale tecnicamente faccio parte, avendo appena compiuto 55 anni lo scorso mese) sono stati indottrinati con una narrazione diversa. La “realtà” in cui siamo nati, e che ci è stata spinta giù per le nostre gole a scuola quando eravamo bambini, e poi rafforzata da praticamente ogni aspetto della nostra vita da adulti, è stata il Comunismo contro la Democrazia. E’ andato in modo un po’ simile…
L’America, il paese che aveva recentemente salvato il mondo dai nazisti e dall’Impero giapponese, è stata impegnata in una lotta eterna contro i Comunisti, e i simpatizzanti Comunisti, che volevano conquistare l’intero pianeta, e … in fondo, portarci via tutte le nostre cose. Questa lotta eterna, o stallo orwelliano, era destinata ad andare avanti o per sempre o fino a quando i comunisti avrebbero lanciato le loro armi nucleari, o fino a che non l’avremmo fatto noi, cosa che si sarebbe risolta nella fine di tutto. Poi avremmo passato il tempo con Gesù (noi americani, cioè… non i comunisti). Nel corso di questa lotta eterna (che l’ex presidente Ronald Reagan concluse definitivamente, nel 1987, ordinando a Gorbaciov di “abbattere questo muro”), l’America e i suoi alleati amanti della libertà, e i Comunisti senza Dio e loro spietati gregari, sterminarono milioni e milioni di persone, per lo più in luoghi lontani ed esotici (ad esempio, l’Indocina, la Corea, il Vietnam, la Birmania, l’Algeria, Nicaragua, El Salvador, Honduras, la Palestina… e l’elenco potrebbe continuare).
Quindi nulla è realmente cambiato più di tanto, in termini di tutti che sterminano tutti. Quella che è cambiata, tuttavia, è la nostra narrazione ufficiale (cioè la realtà consensuale). Quelli di noi che sono abbastanza vecchi da ricordare la “realtà” pre-9/11 hanno guardato questo cambio del racconto ufficiale più o meno come il protagonista di Orwell, Winston, in 1984, guarda l’Ingsoc effettuare il passaggio dalla guerra con l’Eurasia alla guerra con l’Estasia proprio nel bel mezzo del raduno di quella Settimana dell’Odio … va bene, non è successo proprio così bruscamente. Tuttavia, vederlo è stato abbastanza impressionante. Nei quindici anni dal 9/11 (che non è un periodo così lungo per i tempi storici) lo Spettro del Comunismo è stato sostituito senza soluzione di continuità con lo Spettro del Terrorismo Islamico, e la Guerra Fredda soppiantata dalla Guerra al Terrore.
Dopo il crollo dell’URSS nel 1991, era inevitabile. Il Capitalismo (non l’”America”), dopo aver vinto, o essere sopravvissuto a, il suo unico e solo avversario (cioè il Dispotismo, non il “Comunismo” o “Socialismo”), è stato finalmente libero di ristrutturare, privatizzare e sfruttare quei mercati che gli erano stati negati durante tutti i 50 anni di stallo della Guerra Fredda. Le classi dirigenti capitaliste globali (che non hanno alcuna reale fedeltà a nessuna nazione) adesso erano libere di iniziare ad eliminare gli ornamenti di Socialismo che avevano mantenuto in Occidente per evitare che i lavoratori occidentali diventassero sempre più insoddisfatti di passare tutta la loro vita a lavorare di modo che non dovessero farlo le classi dirigenti capitaliste. Questa Privatizzazione di Praticamente Tutto, anche se si sta verificando più gradualmente in Europa Occidentale (a parte l’eccezione controcorrente della Grecia, naturalmente), sta avendo un successo strepitoso negli Stati Uniti e nel Regno Unito, che sono più o meno totali plutocrazie a questo punto. Come lo è la Russia, e gli ex paesi del blocco orientale, e la Cina, e la maggior parte del resto del mondo.
E poi c’è il Medio Oriente… che, dopo la fine della situazione di stallo della guerra fredda stava giusto seduto là, vulnerabile, nuotando nel petrolio e irradiando importanza strategica, e mercati potenziali, e investimenti, e così via. L’unico piccolo problema erano i baathisti in Iraq e Siria, e Gheddafi, e il suo marchio di nazionalismo arabo, e quei Wahabiti che gli Stati Uniti avevano sostenuto per resistere all’occupazione sovietica dell’Afghanistan, e tutti gli altri che non giocavano come noi.
Così le classi dirigenti capitaliste globali avevano bisogno di arrivare lì e ristrutturare tutto, che è quello a cui stiamo assistendo dalla fine della guerra fredda… ma questa non è una buona narrazione ufficiale. Per prima cosa, è troppo complicata, e queste narrazioni ufficiali devono essere semplici. Inoltre, non c’era nessun avversario malvagio, cosa che, nel business dei racconti, è un grave problema. Si deve avere un avversario malvagio. In quale altro modo si potrà ingannare le masse per inviare i loro figli a combattere le vostre guerre, o a sciamare sul National Mall a Washington, e in Times Square, sventolando bandiere e gridando fanaticamente “USA! USA!” quando le vostre squadre speciali Seal uccidono qualche spauracchio terrorista?
Fortunatamente per le classi dirigenti capitaliste globali, i terroristi islamici si sono fatti avanti esattamente in quel momento e hanno assunto il ruolo di avversario malvagio. Non c’era davvero nessun altro per farlo. Con la scomparsa della minaccia comunista, loro (cioè le classi dirigenti capitaliste globali) avevano perso il loro ultimo nemico esterno. Quello di cui avevano bisogno, e hanno ottenuto, è stato un nemico interno, un nemico interno che non può mai essere sconfitto.
Il terrorismo è quel nemico. Nella nostra coraggiosa nuova era unipolare (un’epoca in cui il capitalismo transnazionale, e non l’”America”, o la Russia o la Cina, o qualsiasi altro Stato nazionale, domina l’intero pianeta e determina ciò che è e non è “realtà”), non ci possono più essere nemici esterni, perché non c’è più alcun “fuori”. Siamo qua dentro tutti insieme, adesso… nella nostra realtà consensuale del capitalismo globale, per accettare e adeguarsi alla quale la maggior parte delle persone in tutto il mondo sta facendo del suo meglio.
Il problema con questi terroristi islamici (e con tutti gli altri fanatici religiosi, fanatici socialisti, fanatici ambientalisti, e qualsiasi altro tipo di persone che ha o che sposa “punti di vista estremisti”) è che non hanno ancora accettato questa “realtà”. Io stesso ho problemi a farlo, come presumo sia abbastanza ovvio a questo punto. Da quello che ho capito, però, l’industria farmaceutica offre una varietà di rimedi per questo… o forse sarebbe d’aiuto se facessi un pellegrinaggio a New York per pregare nel Santo Reliquiario dei Martiri dell’11 settembre, e prendessi uno di quei cappelli-souvenir, o le bottiglie d’acqua del NYPD, e cercassi di dimenticare tutta questa roba folle della realtà consensuale e della storia.
fonte: http://vocidallestero.it/2016/09/10/counterpunch-lamerica-ha-imparato-ad-amare-la-guerra-al-terrore/
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