Euro a due velocità, l’economista De Grauwe: ‘Fantascienza, non conviene a nessuno. Piuttosto ognuno per conto suo’
di Il Fatto Quotidiano (intervista a Paul De Grauwe)
“Non sono minimamente d’accordo sull’ipotesi di spezzare la moneta in due, un euro per il Nord e un euro per i paesi del Sud Europa. Questa è un’idea che a mio parere ha davvero poco senso”. Paul De Grauwe insegna alla London School of Economics, è autore di Economia dell’unione monetaria ed è una delle massime autorità in materia. A ilfattoquotidiano.itspiega di essere d’accordo con il premio Nobel Joseph Stiglitz sulla debolezza strutturale della moneta unica, “una costruzione debole, incompleta e che andrebbeperfezionata“. Visione che “molti economisti condividono”. Ma rifiuta l’idea del “doppio euro”: “Non ci sarebbe nessun interesse dei singoli paesi. L’Italia vorrebbe davvero avere un’unica moneta con la Grecia o altri paesi del Sud? La risposta è no, perché non ne avrebbe nessuna convenienza. Se l’euro dovesse disintegrarsi, e questa è una possibilità, ogni paese tornerebbe alla sua moneta, andrebbe per conto suo. La mia opinione è che se l’euro dovesse collassare sopravvivrebbe solo in un ristretto gruppo di paesi, la Germania, l’Olanda, la Danimarca, l’Austria e piccoli stati satellite. Gli altri andrebbero per conto loro. La Francia così come l’Italia. Insisto, nessuno avrebbeconvenienza nel fare diversamente, a meno di ripensare completamente la struttura dell’ unione monetaria. Ecco perché ritengo l’ipotesi del doppio euro fantascienza“.
Secondo lei di che cosa avrebbe bisogno la zona euro per superare questa fase di stallo?
Occorrerebbe creare un’unione politica e rafforzare l’integrazione dei bilanci pubblici, un’unione solo monetaria non può reggere. L’euro è di fatto una moneta senza uno Stato e questo crea e continuerà a creare problemi. È uno sbaglio insistere nel provare ad avere una sola moneta senza accrescere la coesione dei paesi che la condividono e credo che l’Eurozona non potrà continuare a esistere se non si muoverà in questa direzione. In ogni caso, ripeto, questo non potrebbe accadere per i soli paesi del Sud Europa. Non credo che l’Italia potrebbe volere un’unione politica con Spagna e Grecia.
Significa anche che dovrebbe esserci anche una maggiore solidarietà tra i paesi membri?
Certamente questo è un aspetto fondamentale, ma perché ci siasolidarietà è necessario che ci sia una fiducia reciproca. E purtroppo non è così. La Germania non si fida dell’Italia, l’Italia non si fida della Germania, e lo stesso tra glia altri paesi. E senza fiducia difficilmente l’Unione potrà fare dei reali progressi. Questo è il motivo per cui non sono ottimista sul futuro dell’eurozona.
Qual è la sua previsione sul futuro della zona euro?
Non penso che la situazione attuale sia sostenibile nel lungo termine e reputo le probabilità che l’euro come lo conosciamo possa durare a lungo siano molto basse. Se le cose non cambieranno prima o poi ci saranno infatti inevitabilmente nuovi conflitti, anche se non sono in grado di dire con precisione quando questo accadrà.
L’opinione è autorevolissima e coglie una contraddizione di fondo dell’euro, la mancanza di un’unico Stato di referimento e di regole fiscali ed economiche comuni. Resterebbero pur sempre problemi, come la secolare storia dell’unificazione italiana ha dimostrato. Se non è presente un principio di solidarietà e un interesse comune ad uno sviluppo omogeneo le aree più efficienti sovrastano economicamente quelle più deboli, vedi squilibrio nord – sud in Italia. Ma la lacuna più grande è quella di non valutare i problemi legati alla mancanza di sovranità monetaria dello Stato o dell’aggregazione di Stati. Lasciare a organi privati ( il mercato ) in realtà BCE e FMI il compito di emettere e controllare la moneta crea un vincolo insuperabile per gli Stati.